Naccarato: “Cresce la maggioranza silenziosa per Letta. In Napolitano rivedo Cossiga”

Pubblicato il 24 Ottobre 2013 alle 14:06 Autore: Gabriele Maestri
paolo naccarato ncd

Naccarato: “Cresce la maggioranza silenziosa per Letta. In Napolitano rivedo Cossiga”. L’INTERVISTA

Il profeta, senza dubbio, era stato lui. A fine settembre, quando il voto di fiducia al governo Letta non era ancora arrivato, aveva preconizzato per Silvio Berlusconi “sorprese e delusioni”, anche da “persone insospettabili, a lui vicinissime”. Il documento dei 23 gli ha dato ragione, al punto che lo stesso Cavaliere ha dovuto confermare la fiducia all’esecutivo. Ma lui, Paolo Naccarato, lo sapeva già.

Classe ’58, cosentino, Naccarato è stato eletto al Senato ospitato dalle liste della Lega, ora fa parte del gruppo Grandi autonomie e libertà (Gal), ma è stato soprattutto il più stretto collaboratore di Francesco Cossiga, finché l’ex presidente che si autoinvestì del ruolo di sciamano della politica italiana (dovuto omaggio a Filippo Ceccarelli che l’ha capito per primo) è stato in vita. Da Naccarato, dunque, ci facciamo spiegare perché il Senato non vuole (più) salvare Berlusconi, perché il voto (se ci sarà) sarà segreto e quali colpi di teatro avrebbe riservato Cossiga se solo fosse stato ancora tra i vivi, ammesso che non si celi ancora nell’azione del Quirinale.

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Senatore Naccarato, col passare dei giorni la “maggioranza silenziosa” che lei ha prefigurato giorni fa resiste tuttora?

Non solo esiste, ma credo si sia molto irrobustita. Ha creato di fatto l’irreversibilità di un processo politico che, al di là delle scaramucce e delle interpretazioni più o meno interessate di certi giornali o di parte della comunicazione, assicura una navigazione molto ma molto più tranquilla al presidente Letta e al vicepresidente Alfano, a questo governo. Separando definitivamente la vicenda berlusconiana – per quanto amara sia – dalla prospettiva di governo del paese.

Questo nonostante il terremoto all’interno di Scelta civica?

Assolutamente sì. Scelta civica ha un solo punto in comune evidenziato in tutti i modi in questi giorni: il sostegno al governo è condiviso dagli uni e dagli altri. Sostegno vero eh? Magari più di stimolo da parte di alcuni e meno di stimolo da parte di altri, ma con la perfetta condivisione del fatto che il sostegno al governo non è in discussione.

Eppure la questione della decadenza da senatore di Silvio Berlusconi appare più delicata: una parte del gruppo di Scelta civica non sembra avere tutta questa voglia di votare a favore della decadenza…

Questo a me non risulta francamente: vedremo se e quando si arriverà a un voto sulla decadenza cosa accadrà. Ho detto – e ne sono convinto – che se si arriva a un voto sulla decadenza in questo clima, le sorprese e le delusioni per il presidente Berlusconi rischiano di essere ancora più cocenti di quanto non siano state il 2 ottobre, quando si è detto sorpreso della firma di 23 senatori sulla mozione di fiducia al governo. Il clima che leggo non è positivo verso questi estremismi ed eccessi, questo voler prevaricare a tutti i costi rispetto alle regole. Non è più il tempo: questo è il tempo in cui deve prevalere la responsabilità innanzitutto verso il paese, evitando tutto ciò che possa intralciare la continuità di un’azione di governo che è assolutamente indispensabile, se è vero che ci troviamo di fronte a una crisi epocale, come Berlusconi ha ripetutamente detto anche nell’ultimo videomessaggio.

berlusconi

Certamente quella “maggioranza silenziosa” opererà più facilmente se lo scrutinio sarà segreto: andrà così, secondo lei?

Io sono contro le modifiche ad personam delle regole. Il Regolamento del Senato prevede, al di là delle interpretazioni, che il voto sia segreto, dunque sono per l’applicazione del Regolamento.

Però appunto ci sono interpretazioni che sostengono che il voto sulla convalida sia un voto non sulla persona, ma sulla regolarità del plenum del Senato, per cui è corretto che il voto sia palese…

Questa è una rispettabilissima opinione che comprendo. Credo appunto sia un’opinione come ce ne sono altre, ma soprattutto quanto meno la norma non è chiara: se non è chiara, bisogna far prevalere le consuetudini poste in essere dal Senato.

Che prevedono il voto segreto, dunque?

Esatto. Intendiamoci, io sono a favore del voto palese in linea generale, non mi fraintenda eh? Ma bisogna cambiare il regolamento in tempi non sospetti, non alla vigilia del voto su Berlusconi. Sempre che si voti…

Cosa potrebbe accadere?

Mah, leggo sui giornali che c’è un’ipotesi che il presidente Berlusconi non ricorra in Cassazione sull’interdizione; a quel punto, per quel che capisco, si tratta solo di istruire poco più che una mera comunicazione all’aula. In quel caso infatti scattano le norme sulla decadenza per interdizione dai pubblici uffici e non per la “legge Severino”. E’ un esempio, del resto il presidente Berlusconi ha sempre la disponibilità di gesti unilaterali, fino all’ultimo minuto.

voto elettronico segreto voto palese senato decadenza berlusconi

Tornando al voto segreto, in tanti sospettano che dal M5S o ancora di più dal Pd, a scrutinio non palese, potrebbero arrivare voti a favore di Berlusconi. Davvero è più facile che qualcuno del Pdl voti a favore della decadenza che tra Pd, M5S e Sc qualcuno provi a salvare il Cavaliere?

Guardi, le parlerò con estrema schiettezza. Fino a qualche settimana fa, qualche dubbio che settori “trasversali” potessero, in nome di una varietà di ragioni, ritrovarsi nel segreto del voto a votare contro la decadenza del presidente Berlusconi è sembrato qualcosa di più che una probabilità. L’evoluzione degli eventi nelle settimane successive, soprattutto le posizioni estremistiche e ancora di più i tentativi reiterati – per quanto palesi – di provocare un’irresponsabile crisi di governo per avviare il paese a improbabili e laceranti elezioni anticipate addirittura il 24 novembre, credo abbia fatto cambiare radicalmente il clima al Senato. Per questo, non solo chi per qualche ragione avrebbe voluto dare una mano a Berlusconi non lo farà – parlo di ipotetici, se mai ci fossero stati, senatori Pd, 5 Stelle o quant’altro – ma tanti che non sono ostili a Berlusconi, anzi gli sono amici e gli vogliono anche bene, oggi nella scelta tra il paese e Berlusconi devono scegliere per forza il paese, non hanno vie d’uscita.

Nel suo avvertimento a Berlusconi ha parlato con “schiettezza cossighiana”: ha provato a immaginare come avrebbe reagito Francesco Cossiga in questa situazione?

Sì, io credo che Francesco Cossiga, dopo reiterate dichiarazioni anche improntate agli “eccessi cossighiani”, tendenzialmente aggressive per svegliare in qualche modo la responsabilità del presidente Berlusconi e per risvegliargli quei sentimenti di “uomo di Stato” che un ex Presidente del Consiglio dovrebbe avere, avrebbe “inseguito” Berlusconi fino a casa sua, implorandone le dimissioni.

Cossiga e Naccarato

Cossiga e Naccarato

Una scena imperdibile… Anche se nel tempo avevamo imparato che Cossiga doveva essere interpretato, dicendo o facendo una cosa poteva voler dire l’esatto contrario, magari per smuovere qualche reazione. Avrebbe potuto dire qualcosa apparentemente a favore di Berlusconi, ma con l’intento di convincerlo a dimettersi?

Berlusconi sa bene – e gliel’ho ricordato qualche giorno fa – che Cossiga, che non è mai stato né sarebbe mai stato berlusconiano ma era amico suo e l’ha sempre rispettato, per vincere le innate diffidenze e il muro di incomunicabilità che cadeva nelle varie fasi politiche tra lui e Berlusconi, per dare una mano allo stesso Berlusconi a volte agiva contro la sua volontà, scontando anche forti e gravi incomprensioni. Spesso è riuscito a essergli utile in quel modo. Cossiga, naturalmente, lo faceva in chiave di servizio al paese, inducendo Berlusconi verso posizioni che a suo giudizio coincidevano con gli interessi del paese.

Quando crede si possa arrivare al voto sulla decadenza?

Guardi, innanzitutto la Giunta per il Regolamento deve completare l’esame della questione posta dal MoVimento 5 Stelle sul voto palese in aula, in assenza della quale penso che il voto ci sarebbe stato al più in questi giorni. Una volta chiusa questa procedura, c’è però l’incognita della sessione di bilancio che comincia martedì prossimo: credo che dopo quel momento non si calendarizzino altri argomenti, dunque francamente non ne ho idea. Ovviamente fissare la data spetta al Presidente del Senato sentita la Conferenza dei capigruppo, ma non credo che sia fissata a giorni.

Dunque c’è ancora tempo perché qualche evento possa sparigliare gli schieramenti oggi in essere, oppure la situazione le sembra stabile?

Non lo so, guardi. Credo che siamo dentro a un processo ineluttabile, ovviamente possono esserci mille insidie, sfaccettature, colpi di coda, ma francamente credo che, se tutti ci comportassimo con maggiore realismo, più senso etico e responsabile e più riguardo per il paese che – con tutto il rispetto – ha problemi ben più gravi e seri, daremmo una mano a spingere il nostro paese verso lidi più ambiziosi e a farlo uscire da questo gravissimo disagio in cui si trova, che investe tutto e tutti. La gente non ne può più, è un’esigenza  prioritaria e drammatica, anche per farci uscire da questo senso di preoccupazione e paura che attanaglia le famiglie italiane.

Lo stemma (disegnato da Cossiga) dell'ordine dei Quattro gatti e Naccarato con la cravatta dell'ordine

Lo stemma (disegnato da Cossiga) dell’ordine dei Quattro gatti e Naccarato con la cravatta dell’ordine

In questo clima, di fronte a iniziative politiche più o meno serie, le manca il Gatto Mammone coi Quattro Gatti?

Assolutamente sì. Oggi il presidente Cossiga avrebbe avuto un grandissimo ruolo, soprattutto accanto e a sostegno di Giorgio Napolitano. Anzi, le faccio una confessione personale che non ho detto a nessuno fin qui: in moltissimi atti di Giorgio Napolitano vedo i grandi comportamenti di Francesco Cossiga. Per me oggi Napolitano e Cossiga sono due facce di una stessa medaglia. Una medaglia che rende un servizio alto e nobile al paese che loro amano e hanno amato, per cui hanno speso tutta la loro vita in maniera disinteressata e in modo semplice.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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