Barbara Berlusconi e il nuovo Milan. Dubbi e speranze

Pubblicato il 21 Novembre 2013 alle 15:52 Autore: Stefano Merlino
Ipotesi elezioni Europee, Barbara Berlusconi capolista di Forza Italia

Una scelta dolorosa ma necessaria per il bene del Milan. Adriano Galliani, storico vicepresidente e amministratore delegato della società rossonera, a partire da aprile del 2014 lascerà l’incarico. Il Diavolo deve dominare, e per farlo servono persone nuove, con più entusiasmo e tanta voglia di rischiare. In questi ultimi anni il dirigente brianzolo, a causa della crisi che non risparmia nemmeno una delle tante società dell’impero berlusconiano, è stato costretto ad una gestione ben al di sotto delle aspettative, che ha fatto arrabbiare e non poco i tifosi. Il Milan deve tornare grande, e per farlo si è affidato alla brillante mente della giovane Barbara Berlusconi. Ma ci riuscirà?

Ventisei anni di dominio assoluto. Il Cavaliere, da quando è proprietario del Milan, ha riscritto la storia di una società destinata al fallimento. La gestione di Giussy Farina, già presidente di quella Lanerossi Vicenza che con Paolo Rossi ha fatto sognare l’Italia intera, è stata tra le peggiori di sempre. In tanti se li ricordano ancora quei terribili mesi di inizio ’86 con quello spaventoso buco nel bilancio rossonero che aveva addirittura portato alla fuga di Farina in Sudafrica. Per i tifosi del Diavolo sono stati giorni infernali vissuti con l’incubo di sparire per sempre dal panorama calcistico. In tutto questo caos, però, ecco spuntare un novello Mosè, pronto a condurre il popolo rossonero verso la terra promessa. In pochissimi mesi Silvio Berlusconi, assieme al suo socio d’affari Galliani, fa risorgere il Milan e dà inizio ad un periodo di successi.

Il grande Milan di Silvio Berlusconi

Il grande Milan di Silvio Berlusconi

Il primo Scudetto arriva con Arrigo Sacchi nel 1988 dopo un inizio da dimenticare, nonostante gli arrivi di divinità quali Ruud Gullit e Marco Van Basten. La squadra mal digeriva quella strana filosofia calcistica del tecnico romagnolo, che in poco tempo però avrebbe rivoluzionato tutto il mondo del calcio. Berlusconi ci credeva nel progetto dell’ex tecnico del Parma ed era pronto a difenderlo con tutte le sue forze.  A dir poco memorabile è stato quel duro faccia a faccia con i giocatori negli spogliatoi di Verona, dopo una fiacca prestazione.  “Questo è l’allenatore che io ho scelto. Chi vuole seguirlo lo faccia, chi non vuole ha chiuso con il Milan”.

28 trofei. Dal 1986 ad oggi il Milan ha vinto tutto quello che c’era da vincere. In Italia, 8 Scudetti, 6 Supercoppe ed una Coppa Italia, storica perché arrivata dopo ventisei anni dall’ultima, vinta nella stagione 1976/1977.  Fuori dai confini nazionali, a conferma della grande vocazione europea del Milan, il bilancio è pazzesco: 5 Champions League, 5 Supercoppe Europee, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per club. Numeri da brividi per il popolo milanista, difficili da imitare.

Una nuova era milanista

Barbara Berlusconi festeggia l’ultimo Scudetto rossonero nel 2011 con Clarence Seedorf

L’anno zero per il Milan comincerà a partire dalla prossima primavera, con l’addio dello storico dirigente e il conferimento di un prestigioso incarico all’appena trentenne figlia dell’ex premier e Veronica Lario, già presente nel CdA milanista. Sarà lei a rappresentare la famiglia che ha reso grande il Milan nel nuovo assetto societario. Una sfida che Barbara, innamoratissima dei colori rossoneri, vuole vincere, così come ha fatto suo padre.

Tabula rasa. Quasi nessuno dell’attuale dirigenza verrà riconfermato, per dare spazio a molte facce nuove e anche a molti ex giocatori milanisti. Anzitutto Allegri, in scadenza di contratto, non sarà più l’allenatore del Milan e, quindi,  non gli verrà data un’altra chance. Il suo esonero, a questo punto della stagione e per gli obiettivi stagionali, aggraverebbe la già difficile situazione in cui versa la squadra.

Avanti con Allegri fino a fine stagione per poi dare spazio ad un tecnico che sia la massima espressione del rinnovamento in corso a Milano sponda milanista. Filippo Inzaghi, per il momento, pare in vantaggio su tutti, anche se Clarence Seedorf ha dalla sua il forte legame con la famiglia Berlusconi. C’è anche Devis Mangia, ex CT della Nazionale Under 21 che tanto bene ha fatto agli Europei di categoria in Israele. Si raffredda la pista che porta a Gennaro Gattuso, vista la sua fallimentare esperienza a Palermo.

Un addio certo quello di Allegri

Un addio certo quello di Allegri

L’erede di Adriano Galliani sarà uno tra Claudio Fenucci, dirigente della Roma, e Pietro Leonardi, a.d. del Parma. Per quest’ultimo, inoltre, sarebbero già stati avviati dei contatti, confermati anche dal presidente dei Ducali Tommaso Ghirardi. Per l’area tecnica i candidati sono due grandissimi del recente passato, Paolo Maldini e Demetrio Albertini. Tra i due vincerebbe quest’ultimo, attuale vicepresidente della F.I.G.C., pronto a dare il suo contributo al nuovo Milan.

L'autore: Stefano Merlino

Sono nato nel 1987 e da sempre mi piace scrivere. stefano.merlino@termometropolitico.it (Twitter: @stefano_mago)
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