Un Cantiere democratico per un Nuovo centrosinistra?

Pubblicato il 13 Dicembre 2013 alle 13:58 Autore: Gabriele Maestri
Cdem - Cantiere democratico

Un Cantiere democratico per un Nuovo centrosinistra?

Un soggetto politico nuovo, che parta dal Pd e guardi oltre. E’ questa la sfida del Cantiere democratico, che ha già mosso qualche passo e si presenta ufficialmente domani mattina (dalle 10 e 30), in un evento al Centro congressi Frentani a Roma. A guidare il nuovo progetto politico è il senatore (anche se ora non siede in Parlamento) Stefano Pedica: l’intenzione è di costruire una realtà che guardi avanti e sia un vero elemento di novità.

Molti dei partecipanti a questa avventura non sono nuovi alla politica: “Dopo gli scandali che, anche con arresti di personaggi fidati di Antonio Di Pietro, hanno colpito l’Italia dei valori – spiega Pedica – io e un’altra decina di parlamentari, come Massimo Donadi e Aniello Formisano, abbiamo deciso di abbandonare l’Idv, anche perché non accettavamo i continui attacchi a Napolitano“. Da quell’esperienza è nato il movimento Diritti e Libertà, che (dopo la parentesi elettorale nel Centro democratico di Tabacci) di fatto si è trasformata in Cantiere democratico.

stefano pedica

L’obiettivo di Pedica è contribuire alla costruzione di un nuovo centrosinistra, che cambi rotta rispetto al passato. “Questo Pd, nato dalle ceneri di Bersani, ha chiuso tutti gli spazi di apertura alle forze politiche e associazioni – lamenta l’ex parlamentare -. Ora è arrivato Renzi, e Cdem è stato tra i comitati più grandi; non so se la situazione migliori, con questi parlamentari nati dalla vecchia gestione, ma la speranza resta. Vogliamo contribuire a raccogliere gli scontenti del centrosinistra e del centrodestra; soprattutto, puntiamo agli scontenti della politica tradizionale che si sentono di centrosinistra ma non del Pd“.

Un caschetto giallo da operaio, poggiato con grazia sul vertice della “E”  di CDEM, dà l’idea del cantiere; la vicinanza ai democratici si vede dall’uso del verde e del rosso e dalla forma della “D”, la stessa del simbolo Pd. Non è però una vicinanza “a ogni costo”: “Potrei dire che lo slogan di domani è ‘Con il Pd, oltre il Pd’: noi ci siamo se loro ci sono, ma a certe condizioni – spiega Ottavio Pasqualucci, responsabile organizzativo nazionale di CDEM -. Vogliamo un’apertura verso un nuovo orizzonte, come impegno sociale e lasciando alle spalle apparati ormai arrugginiti: siamo vicini a Renzi come idee, pur mantenendo alcune nostre convinzioni”.

ottavio pasqualucci

Pedica e Pasqualucci puntano a costruire un partito che si presenti alle elezioni europee (potendo contare su una macchina da guerra come Dario Di Francesco, inventore nel 2001 di Forza Roma, alla guida dell’ufficio elettorale), magari schierando persone che ora sono nel Pd.

Nel frattempo, CDEM si dà un programma che si potrebbe dire “glocal”: “Vogliamo togliere alla politica 5 miliardi di euro e fare una nuova legge elettorale – scrive Pedica su Facebook – vogliamo la semplificazione burocratica, fiscale, amministrativa per il Paese; un’Europa che parli di scuole e cultura, non solo di banche e spread“. Un orizzonte nazionale certamente, ma con i piedi ben piantati nei singoli territori: “Quello cui teniamo di più è restare sul territorio a rappresentare i problemi sociali – continua il senatore – occorre un centrosinistra che non sta seduto solo sulle poltrone”.

Cdem - Cantiere democratico

Sabato, oltre a Pedica, Pasqualucci e a Claudio Carboni, è previsto l’intervento di autorità ed esponenti legati al centrosinistra; si parlerà in concreto di lavoro, sanità, banche, equitalia, piccole e medie imprese, senza trascurare i temi della famiglia, dell’ambiente, della cultura e dell’integrazione. La sfida è lanciata: il primo mattone di un Nuovo centrosinistra potrebbe essere messo domani.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
Tutti gli articoli di Gabriele Maestri →