Caso Mastrapasqua, Repubblica svela le carte che imbarazzano il presidente Inps

Pubblicato il 28 Gennaio 2014 alle 19:20 Autore: Redazione
allarme conti inps

Nessuna richiesta formale di dimissioni da parte del governo per il momento, ma il caso Mastrapasqua è ormai esploso e forse i primi a rimanere imbarazzati sono proprio il ministro del Lavoro Giovannini e lo stesso presidente del Consiglio Letta, visto il silenzio assordante fin troppo attendista dell’esecutivo.

Stamattina, il quotidiano Repubblica ha pubblicato alcuni stralci estrapolati da un documento dedicato ai presunti illeciti compiuti dal presidente dell’Inps, nella veste di direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma, per il quale risulta indagato dalla Procura capitolina. Tra pochi giorni Letta scioglierà la riserva, in attesa dei risultati dell’inchiesta interna affidata a Giovannini. Mastrapasqua è appoggiato in Parlamento dalla sola Forza Italia, in puro spirito garantista che contraddistingue il partito del Cavaliere. E la polemica si gonfia di ora in ora.

A leggere le carte di Repubblica, sembra che all’origine del sistema delle fatture gonfiate e delle cartelle cliniche taroccate ci sia un “protocollo d’intesa sospetto” sottoscritto da Mastrapasqua e dalla Regione Lazio – all’epoca dei fatti guidata da Renata Polverini –, mai approvato dal governo e rimasto misteriosamente in vigore sino all’insediamento della nuova giunta Zingaretti: tutto questo accadeva soltanto tre anni fa. Se questa indiscrezione dovesse rivelarsi fondata, Mastrapasqua rischia di dover abbandonare tutte le poltrone collezionate negli ultimi anni, soprattutto a seguito di un’indagine aperta dalla Corte dei Conti per danno erariale.

Il quotidiano del Gruppo Espresso racconta che il 3 agosto del 2011 “Mastrapasqua parla con il funzionario del Dipartimento Sanità della Regione Lazio Ferdinando Romano, gli fa vedere carte, tratta, spiega, e se ne va dall’incontro con una convenzione così goffamente sbilanciata nei confronti della sua clinica da essere rigettata dal governo, prima ancora di essere contestata dal Nas perché contraria alla normativa regionale e perché ritenuta foriera di un ingiusto vantaggio quantificato in 71 milioni di euro”.

Ma non solo, nel provvedimento contestato “sono inserite una serie di clausole a favore dell’ospedale Israelitico che di fatto limitano il potere dei controlli della Regione, garantendo la piena remunerazione a prescindere dall’esito”. Un sistema ben oliato, con agganci così influenti negli uffici della Regione da poter disobbedire senza problemi alle direttive contrarie del governo: “La Polverini, nel 2012, con un decreto ratificherà un altro protocollo, anche questo firmato da Mastrapasqua e Romano, anche questo respinto dal governo perché solo in parte supera le criticità”.

Eppure i collaboratori di Mastrapasqua negano qualsiasi coinvolgimento del maggiore dirigente italiano: “E’ solo il personale medico che ha la facoltà di cambiare il codice di un ricovero per ottenere i rimborsi, e dunque budget annuali più alti, dalle Asl laziali”. Comunque siano andate le cose, la posizione del presidente Inps si è ormai aggravata e per un dirigente pubblico del suo spessore non si tratta propriamente di una buona notizia.




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