“D’Alema sbaglia”, coro di voci dal Pd a difesa di Renzi contro l’ex leader Maximo

Pubblicato il 4 Settembre 2014 alle 09:48 Autore: Giuseppe Spadaro
massimo d'alema

d'alema sbaglia a criticare renzi per molti esponenti pd

In occasione della partecipazione alla Festa dell’Unità Massimo D’Alema, dirigente storico di partito, ha avuto modo di criticare l’operato del Governo Renzi parlando di “risultati poco soddisfacenti”. Il giorno dopo più esponenti del Partito Democratico intervengono per rispondere a D’Alema e difendendo l’operato del premier Renzi e del suo Governo. Già ieri alcuni osservatori, ma anche voci interne al Pd, hanno messo in relazione le critiche di D’Alema a Renzi con la nomina di Federica Mogherini a ministro degli esteri europei e sottolineato la tempistica dubbia dell’uscita dell’ex premier.

PD, SERRACCHIANI “D’ALEMA? PENSA PENSIONE NON ARRIVI MAI” – Quando uno ha fatto politica al livello in cui l’ha fatta D’Alema forse si aspetta che il momento della pensione non arrivi mai. Ma c’è bisogno dell’aiuto di tutti, adesso. Con la consapevolezza che siamo tutti fondamentali e nessuno indispensabile”. Così il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani in un’intervista al Corriere della Serra, in risposta alle parole dell’ex premier sui risultati del governo e la segreteria Pd. “I tempi delle sue accuse” lascerebbero pensare che D’Alema si sia risentito per la mancata candidatura ad Alto Rappresentante, “ma io voglio credere che no, che non sia così. Primo, perchè D’Alema ha senz’altro fatto molto per la storia del centrosinistra, ma sa bene che questo ‘molto’ non dev’essere per forza ripagato in termini di poltrone. Secondo, perchè Renzi aveva chiarito sin da subito, sia in Italia che in Ue, che il suo obiettivo era promuovere una nuova classe dirigente”. Secondo Serracchiani, “sostenere che il governo stia ottenendo risultati insufficienti mi pare un tantino offensivo nei confronti dei cittadini” che hanno premiato il Pd con il 40,8%. Inoltre è “impossibile” dire che nel partito “le decisioni calano dall’alto. Qua c’è una squadra che lavora a stretto contatto con l’esecutivo”. “Forse D’Alema s’è sentito poco coinvolto nelle scelte degli ultimi tempi? Che dire – concede – lo faremo più partecipe. Ma la responsabilità di collaborare col governo, e questo dev’essere chiaro, sta in capo a tutti noi”.

PD, GUERINI “ATTACCHI DI D’ALEMA SUPERFICIALI E INGENEROSI” – “Ingenerose, superficiali e affrettate”: così il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini definisce – in un’intervista con la Stampa – le valutazioni negative sul governo Renzi, a maggior ragione se vengono da alcuni esponenti del Pd, come Massimo D’Alema: “Non è certo questo il sentimento che alberga nel Pd” e neppure “nel Paese visto il risultato delle elezioni Europee”. Quello di D’Alema è secondo Guerini “un giudizio sbagliato che dà l’idea di una distanza, di una mancanza di volontà nel sostenere l’azione imponente messa in campo dal governo”. Rispondendo poi all’affermazione su una segreteria di ‘fiduciari’ Guerini ribadisce che “verrà allargata e annunciata nei prossimi giorni”. E poi “abbiamo fatto 11 direzioni in 7 mesi, una media di una ogni 20 giorni. Siamo un partito che discute, dove ognuno porta le sue idee e sensibilità. Nessuno ha chiesto di iscriversi al pensiero unito”. Alla domanda se D’Alema ‘abbia il dente avvelenato’ perché è stata nominata Mogherini Alto commissario e non lui, Guerini si limita a replicare: “Dobbiamo essere tutti solidali con Mogherini. Ha preso una responsabilità importante e sta già dimostrando una grande capacità. Nelle settimane scorse molti autorevoli commentatori avevano preconizzato il suo insuccesso, ma sono smentiti dai fatti”.

PD, ORFINI “D’ALEMA SBAGLIA, MA SERVE NUOVA SEGRETERIA” – “Non condivido l’opinione di D’Alema. Per la prima volta si è messa in campo una politica di redistribuzione della ricchezza con l’operazione degli 80 euro; si cerca di dare una soluzione al problema della precarietà nella scuola; si assume l’impegno ad estendere i diritti come la maternità e la malattia ai lavoratori che non li hanno riconosciuti. Non è poco. Soprattutto se si guarda alla subalternità alla destra dei precedenti governi di centrosinistra”. Lo dice – intervistato da Repubblica, il presidente del Pd, Matteo Orfini, che in passato è stato anche portavoce di Massimo D’Alema, riconoscendo tuttavia che “in effetti, ci vuole una nuova segreteria che coinvolga tutti”. “Basta fare una breve ricerca d’archivio per vedere che a Renzi ne ho dette di tutti i colori, e tanti altri con me”. Questa, secondo Orfini, “è la dimostrazione che non c’è alcun culto della personalità nel Pd”: Renzi ha vinto e in campo “c’è un gruppo dirigente rinnovato”. Tuttavia l’ex premier, afferma Orfini, “ha espresso una legittima opinione, ha chiesto si discuta di più nel Pd e avrà occasione di farlo”. Poi aggiunge: “non credo che la sua valutazione politica sia frutto di rancore” per la mancata candidatura ad Alto Rappresentate Ue. Detto questo, Orfini aggiunge anche che “il Pd deve essere all’ altezza del 41% dei consensi” alle ultime europee, “rivoluzionando il partito, aprendolo a idee nuove, a pezzi di società, a Led di Gennaro Migliore, ai delusi dal montismo… Ci vuole un Pd più estroverso, invece siamo introversi”.

 

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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