Cgil in piazza per sfidare il Governo Renzi Camusso “Avanti anche con sciopero” Landini “Governo non ha consenso sociale”

Pubblicato il 25 Ottobre 2014 alle 10:26 Autore: Giuseppe Spadaro
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Oggi a Roma la manifestazione della Cgil, guidata da Susanna Camusso, contro il Jobs Act del Governo Renzi. Vicinanza alla manifestazione promossa dal sindacato è stata espressa da una parte del Partito Democratico

Al suono di fischietti e di cori contro il governo è partito poco fa da Piazzale dei Partigiani uno dei due cortei della Cgil che confluirà in Piazza S.Giovanni. Sventolano numerose le bandiere del sindacato confederale e cartelli nei quali i manifestanti chiedono lavoro e diritti.

La Cgil è pronta ad utilizzare “tutte le forme necessarie” a sostegno delle proprie richieste, compreso lo sciopero generale. Lo ha detto il segretario generale Susanna Camusso nel corso della manifestazione della Cigl. “Continueremo la nostra iniziativa – ha detto rispondendo ad una domanda – con tutte le forme necessarie”.

camusso

Parlando della giornata di oggi Camusso ha aggiunto: “È una manifestazione bella, grande, con tanta gente che chiede lavoro e chiede di estendere i diritti”: così il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, al momento alla testa del corteo, ha commentato la grande partecipazione alla manifestazione di oggi a Roma.

“Quando c’è tanta gente – ha detto rispondendo ad una domanda sulla partenza prima dell’orario previsto – bisogna partire prima”. La gente in piazza, ha detto Camusso, “chiede lavoro, giustizia sociale, la possibilità di studiare e che si estendano i diritti”.

Sull’articolo 18, la Camusso dichiara: “Nessuno in buona fede può dire che licenziando si crea occupazione. Stiamo forse organizzando il festeggiamento delle imprese? La funzione di un governo è stare dalla parte di chi è più debole”. E avverte, tirando in ballo la Legge di Stabilità: “Continua ad essere costruita con qualche bonus in più ma che non basta. Troppo comodo non guardare a dove si annidano la corruzione e l’evasione”. E aggiunge: “Siamo l’unico Paese europeo che non ha una tassa sulla ricchezza”.

landini fiom

JOBS ACT, LANDINI “MANIFESTAZIONE ENORME, GOVERNO NON HA CONSENSO” – “Mi sembra una manifestazione bella enorme, che dimostra che sulle questioni sociali ed economiche del lavoro il Governo non ha il consenso del Paese e delle persone che per vivere devono lavorare o stanno cercando di lavorare”. Così il segretario della Fiom Cgil, Maurizio Landini, intervenendo durante il corteo della Cgil contro il Jobs Act, partito da piazza della Repubblica. Per il leader sindacale “il governo deve fare i conti con questa, che non è una semplice manifestazione di protesta. Abbiamo proposte molto concrete – nota – e per riaprire una vera discussione deve fare l’accordo non con Confindustria ma con la parte sana del Paese”.

CGIL, CIVATI “CONFERMO NO A JOBS ACT” – Civati conferma il suo no al Jobs act. “In direzione – sottolinea l’esponente Pd che partecipa alla manifestazione della Cgil – ho votato contro. Ho solidarizzato con chi in Senato ha votato un sì che in realtà era un no. Ora vedremo come va a finire”.

CGIL, FASSINA “MANIFESTAZIONE CONTRO RENZI? LETTURA SBAGLIATA” – “È una lettura sbagliata che non riconosce come questa manifestazione sia per il lavoro e lo sviluppo, per correggere Jobs act e legge di stabilità”. Lo afferma il deputato Pd Stefano Fassina a margine della manifestazione della Cgil. E sulla Leopolda aggiunge: “Avrei voluto che il segretario del Pd avesse organizzato una manifestazione di tutto il partito, un’assemblea dei circoli” al posto della kermesse fiorentina.

cgil in piazza manifestazione 25 ottobre 2014 governo renzi

 CGIL, VENDOLA “PER CHI IN PIAZZA OGGI DIFFICILE OK A JOBS ACT” – “È difficile essere solidali con la battaglia importantissima della CGIL e votare lo Sblocca Italia, il Jobs Act, la manovra finanziaria. Questa trilogia di atti che servono ad archiviare definitivamente il significato della parola sinistra”. Lo ha detto il leader di Sel Nichi Vendola ai microfoni del GrRai commentando la manifestazione di oggi della Cgil a Roma e la presenza di alcuni esponenti del Pd in piazza. Oggi, aggiunge Vendola, “io sarò in piazza con il mondo del lavoro che oggi è umiliato e privato di diritti fondamentali”.

dimissioni vendola viva sel e il culo che ci siamo fatti

Ci saranno anche molti esponenti Pd? “Gli esponenti Pd – risponde – sono tutti chiamati a un atto di coerenza. Bisogna stare in piazza con la CGIL, ma essere conseguenti in Parlamento”. Sul fatto che Renzi nell’ultima direzione abbia fatto delle aperture a Scelta Civica e a LED senza menzionare Sel, Vendola osserva: “Io sono un oppositore di Renzi. Capisco che questa è un’epoca di cortigianeria. Ma io almeno questo lo rivendico. Di non portare mai la mia storia sul carro dei vincitori”

luigi di maio

CGIL, “DI MAIO, CORTEO SERVIRÀ? DIPENDE DA COERENZA SINDACATO” – “Queste manifestazioni non so se possono servire, questo dipenderà da quale sia la vera coerenza della Cgil”. Così, a Napoli, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, commenta la manifestazione della Cgil in corso a Roma. “Noi non siamo affezionati ai sindacati, non pensiamo che i sindacati possano essere rappresentanti in questo momento delle istanze di tutti i lavoratori in difficoltà – ha spiegato Di Maio – Crediamo che sicuramente la battaglia sia giusta e che sia quella dell’articolo 18 e su questo sapete benissimo che il M5S si è speso”. Contemporaneamente, ha aggiunto Di Maio, “si è speso anche per spiegare bene ai cittadini italiani che i sindacati, soprattutto quelli storici che si sono trasformati in questi anni, sono i veri responsabili del disastro delle condizioni dei lavoratori in questo momento”.

 

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CGIL: COFFERATI “NON È COME 2002, ALLORA C’ERA BERLUSCONI” – Sulla Cgil che torna in piazza da sola per difendere l’articolo 18 dopo la manifestazione del 2002 quando Sergio Cofferati ne era segretario, lo stesso Cofferati spiega in un’intervista a Repubblica che tra le due giornate “non c’è alcun paragone possibile”. “Nel 2002 – afferma l’ex sindacalista – tantissime persone scesero in piazza per difendere i loro diritti dal tentativo di cancellarli da parte di un governo ostile alla gran parte di loro, visto che in stragrande maggioranza non avevano votato Berlusconi. Insomma difendevano un diritto da un governo avverso. Ora è l’esatto opposto. La ragione della mobilitazione è la stessa ma è fatta in larghissima prevalenza da cittadini che hanno votato per il centrosinistra. Manifestano contro un governo per il quale hanno votato”. Quello di Renzi, aggiunge Cofferati, è “un governo di centrosinistra che produce politiche non condivisibili per una parte dei suoi elettori”, “mentre la rappresentanza politica si rarefà perché i partiti diventano più leggeri, liquidi addirittura, secondo alcuni, il ricorso alla piazza su grandi temi diventa quasi uno sbocco obbligato da parte di elettori che non hanno più luoghi e strumenti attraverso i quali esprimere le proprie opinioni”. Ma, osserva, “senza più luoghi e soggetti della mediazione aumenta il conflitto”. Alla domanda se andrà anche alla Leopolda, l’ex leader Cgil replica: “Non credo sia quello il modello per discutere. Tra l’altro non si capisce chi lo promuove: una parte del partito? una parte del governo? entrambi?”.

CGIL, PDCI “GRANDE RISPOSTA A CHI DISTRUGGE DIRITTI LAVORO” – “Una giornata straordinaria, una grande prova di democrazia e una risposta a quanti vogliono fare carta straccia dei diritti dei lavoratori”. Lo afferma il segretario del Pdci, Cesare Procaccini, presente a piazza della Repubblica. “Questo governo – continua il segretario del Pdci – non dimostra nessuna discontinuità rispetto ai precedenti esecutivi, colpisce i più deboli e avvantaggia i forti. Ma in queste ultime misure c’è un elemento nuovo: si vuole mettere in discussione la dignità stessa del lavoro. Una cosa affatto moderna, anzi uno dei peggiori retaggi dell’inizio del secolo scorso. Precarietà, sfruttamento e salari da fame non possono creare sviluppo, fa bene la Cgil ha dire no e a scendere in piazza. Noi siamo al suo fianco. Semmai dobbiamo amaramente registrare la solitudine istituzionale e politica nella quale è lasciato il più grande sindacato italiano: dove è l’opposizione in Parlamento?”. “Ancora una volta – sottolinea Procaccini – si sente la mancanza dei comunisti in Parlamento e questo deve essere un monito per tutti noi affinché vengano messi da parte personalismi e divisioni e si lavori per ridare al Paese una grande forza comunista e realmente di sinistra”.

CGIL, TADDEI “CAMUSSO COME NAPOLEONE, RISCHIO WATERLOO” – “L’architrave della politica di governo è il ritorno degli investimenti per creare lavoro. Quest’architrave si regge su due pilastri: la legge di stabilità con il più grande intervento di riduzione delle tasse sul lavoro e la legge delega di riforma del mercato del lavoro. Scioperare contro questo è un errore”. Lo afferma al Messaggero Filippo Taddei, responsabile economico del Pd. “Susanna Camusso – aggiunge – è senz’altro una donna intelligente. Ma la storia ci insegna che a volte le persone più intelligenti sono anche quelle che fanno gli errori più grandi. Prendiamo Napoleone: Waterloo fu un grandissimo errore di strategia militare”. “Siamo di fronte – spiega Taddei – a due linee di pensiero diverse sul come portare l’Italia fuori dalla crisi. Da una parte c’è chi crede che il Paese possa ripartire spingendo sugli investimenti pubblici; dall’altra c’è chi pensa che gli investimenti pubblici devono essere pochi e mirati, mentre la vera sfida è quella degli investimenti privati che in questi anni hanno subito un crollo spaventoso, passando dal 21% del Pil nel 2008 al 16% di oggi”. Sui suoi colleghi che saranno in piazza con la Cgil, Taddei afferma: “Nessun problema ad andare in piazza a manifestare il proprio dissenso. Resto però molto addolorato quando sento dire che noi vogliamo togliere le tutele. Non è così”.

MARTINA “I MANIFESTANTI RICONOSCANO I NOSTRI SFORZI”  – “Conosco il lavoro del sindacato, in parte arrivo da lì: per questo andrò a parlare con gli amici di Bergamo che stanno per partire in pullman verso Roma”. Lo afferma alla Stampa il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, che spiega: “Rispetto la loro manifestazione, ma dobbiamo tutti sforzarci di riconoscere le battaglie che possiamo condurre insieme. Bisogna mantenere un confronto aperto e positivo con il governo. Le cose che abbiamo fatto fin qui io le rivendico tutte: la piazza va ascoltata, anche loro devono però riconoscere che il lavoro fatto dal governo va nella direzione giusta”. Sui suoi colleghi del Pd presenti oggi alla manifestazione, Martina osserva: “Per la stragrande maggioranza di loro la presenza alla manifestazione vuole testimoniare proprio l’esigenza di un confronto aperto e positivo”. Invita però a non contrapporre la piazza Cgil con la Leopolda.

CGIL “STUDENTI DIETRO STRISCIONE ‘LAVORO DIGNITÀ UGUAGLIANZA” – ‘Lavoro dignità uguaglianza per cambiare l’Italia’ con l’hashtag #tutogliioincludo è lo striscione di testa del corteo della Cgil partito dalla stazione Termini a Roma, tenuto dagli studenti medi. Migliaia di persone con bandiere rosse del sindacato stanno partecipando alla manifestazione.  In testa al corteo, tra gli studenti medi, ha preso posto la leader della Cgil Susanna Camusso. Dietro gli studenti, la Cgil Flai e i lavoratori dei trasporti. Tutta l’area è riempita da bandiere rosse del sindacato, e fiumi di partecipanti continuano a uscire dalle fermate della metropolitana. “Siamo qui – afferma un giovane da un camion – per affermare che la precarietà non è il nostro unico destino. Vogliamo investimenti sul futuro”. Oltre alle bandiere Cgil anche bandiere di Sel e di Rifondazione comunista. La testa del corteo, dove è presente tra gli altri il segretario Cgil Roma e Lazio Claudio Di Berardino, è per ora ferma all’inizio di via Cavour in attesa della partenza, preceduta da tre camionette della polizia. “A cento metri da qui – afferma un organizzatore al microfono – sono stati licenziati i lavoratori del Teatro dell’Opera. No al grande fratello, non vogliamo essere sorvegliati. Caro Renzi, sorveglia gli evasori, non i lavoratori”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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