Le drastiche misure per fermare il calcio violento e Genny ‘a carogna

Pubblicato il 6 Maggio 2014 alle 17:16 Autore: Lorenzo Stella

Il popolo del calcio italiano è ancora in subbuglio dopo i fatti del sabato della vergogna ed il mondo parallelo della politica non tarda ad esprimersi. Termometro Sportivo si era occupato del caso con due punti di vista differenti: da un lato vi è chi ricostruisce i fatti a puro scopo di cronaca, dall’altro vi è chi denuncia, con parole pesanti, l’accaduto e la mentalità del sistema italiano (clicca qui per leggere l’articolo “Gastone, Genny ‘a carogna e il calcio vergogna”)

daspo

Arrivano dure dichiarazioni da entrambi gli schieramenti politici. C’è chi se la prende più con Genny ‘a Carogna, come il Ministro dell’Interno Angelino Alfano che dichiara: “Il pallone è nostro e ce lo riprenderemo. Lo toglieremo ai Genny carogna per ridarlo alle famiglie e ai bambini. Allo stadio sabato sera non c’è stata nessuna trattativa. C’era una questione patologica legata alla convinzione dei napoletani che ci fosse un morto e che fossero responsabili i tifosi viola. Hamsik è solo andato a spiegare cosa era successo”. C’è chi pensa che il sindaco di Roma, Marino, abbia sottovalutato i precedenti incidenti avvenuti nei dintorni dell’Olimpico: effettivamente 70 accoltellamenti in sei anni non sono cose da far passare sotto traccia.

Sempre Alfano si lancia in drastiche proposte per mettere la parola fine a tutti questi possibili episodi che stanno divorando il calcio dall’interno. Il leader di NCD propone, dalle colonne de “La Gazzetta dello Sport”, il Daspo a vita: “Ci saranno provvedimenti collettivi. Non vogliamo colpire solo il capobranco, ma tutto il branco. Se responsabili di un reato da stadio sarà un gruppo di persone, si agirà su tutti contemporaneamente. Inoltre stiamo lavorando anche su Daspo preventivo e sulla recidiva. Nel senso, che chi è già colpito da provvedimento continua a delinquere, potrà essere allontanato fino a otto-dieci anni dagli stadi”. Intanto il Premier Renzi si è espresso in modo categorico ed ha annunciato: “Tra luglio e agosto ci metteremo al lavoro per riportare le famiglie negli stadi”. Da tutto il mondo politico è arrivata la richiesta che le società si impegnino maggiormente per evitare certi fatti.

Maurizio-Zamparini

Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, è tra i primi a rispondere al mondo politico: “Non si deve mettere tutto il peso sulle società, è troppo comodo ribaltare tutti sui presidenti mentre lo Stato è disfatto, le istituzioni sono morte, non c’è la certezza del diritto, non c’è la tutela del cittadino e così è anche negli stadi”. Le durissime parole di Zamparini sono giunte dopo l’invito che il Presidente Napolitano ha rivolto alle società: “ Ho sentito forti affermazioni del Premier e del ministro dell’Interno, che ha detto di non trattare mai con i facinorosi. Questo deve essere vero anche per le società calcistiche e i dirigenti. E’ necessario rompere i legami con gli aggregati che vengono definiti tifoseria, spesso legati alla criminalità, servono interventi adeguati, torniamo a immaginarci il calcio come deve essere”.

Renzi: “Negli altri paesi lo stadio non è concepito come luogo di scontro, ma di aggregazione positiva anche assieme ai tifosi avversari. Questa battaglia di civiltà la vinceremo, ci vorrà un giorno, un mese o un anno”. La speranza è che queste parole non restino fra le tante dette in campagna elettorale o che non vengano spazzate via dalla fine del campionato o dal mondiale. E’ ora di dire basta.

L'autore: Lorenzo Stella

Nato a Carmagnola (TO) il 3 ottobre del 1992, studio presso l'Università degli studi di Torino, corso di laurea in Scienze politiche e sociali. Scrivere è, da sempre, la mia più grande passione e, dopo aver scritto per alcune testate sportive locali, ho iniziato a scrivere per la testata on-line Termometro Politico nel maggio del 2013. Da febbraio del 2014 ricopro il ruolo di Vice-caporedattore della sezione sportiva di Termometro Politico.
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