Guerra all’ISIS, Russia protagonista: oltre 1000 obiettivi colpiti ad inizio 2016

Pubblicato il 13 Gennaio 2016 alle 18:16 Autore: Irene Masala
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La Russia ha effettuato, dall’inizio del nuovo anno, circa un migliaio di attacchi aerei contro obiettivi sensibili del sedicente Stato Islamico (ISIS). Secondo le parole del generale Sergey Rudskoy, sono state eliminate le roccaforti dei militanti jihadisti in centinai di città, paesi e villaggi, liberati così dal controllo del Daesh. Sarebbero state eliminate, grazie a diversi raid effettuati dall’aeronautica russa, anche diverse infrastrutture militari e centrali per l’estrazione e la lavorazione del petrolio, utile allo Stato Islamico per finanziare l’acquisto di equipaggiamenti militari.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, sempre in riferimento alle parole di Rudskoy, nei primi dieci giorni del 2016 sono stati effettuati 311 raid, “diretti contro 1.097 strutture nelle province di Aleppo, Idlib, Latakia, Hama, Homs Damasco, Hasakeh, Deraa e Raqqa”.

Gli effetti collaterali dei bombardamenti

Come ha tristemente insegnato il caso dell’ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz, bombardato dagli Stati Uniti il 3 ottobre 2015, gli attacchi aerei a tappeto non permettono di distinguere tra civili e combattenti e il bilancio delle vittime è sempre più pesante: si contano almeno una ventina di feriti nella città di Anjara e una dozzina di bambini colpiti dal crollo di una scuola in seguito ai raid russi. Questo il prezzo che la Siria continua a pagare per la liberazione di 134 tra città e paesi e 19 insediamenti. La Russia ha deciso di intervenire militarmente nel conflitto siriano alla fine di settembre, in chiave anti Isis ma favorevole al mantenimento del regime di Bashar al Assad.

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Guerra ISIS: tra Russia e coalizione a guida USA

Ben prima della Russia, i militanti dell’IS in Siria e Iraq hanno dovuto contrastare gli attacchi aerei della coalizione internazionale, capeggiata dagli Usa e a cui partecipano diversi Stati tra cui Regno Unito, Canada, Francia, Giordania e anche i più ambigui Emirati Arabi e Arabia Saudita. L’operazione militare, denominata Inherent Resolve ha effettuato dall’inizio delle operazioni nel 2014 oltre 3 mila raid in Siria e circa il doppio in Iraq, la maggior parte dei quali portati avanti dalle forze americane.

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Nonostante il numero esorbitante di attacchi effettuati dalla coalizione, che si  protraggono ormai da più di un anno, sembra sia stato proprio l’intervento della Russia ad intaccare in modo sostanziale la capacità bellica e di conquista delle milizie del Califfato. Incisività che la Russia inizia a pagare a caro prezzo con la decapitazione, da parte dell’IS, di alcuni cittadini russi accusati di spionaggio e con il recente attacco nel Daghestan, costato la vita a un ufficiale dei servizi di sicurezza.

L'autore: Irene Masala

Specializzata in Editoria e giornalismo e appassionata di geopolitica e Medio Oriente. Negli ultimi anni ho viaggiato tra Libano, Turchia, Israele/Palestina, India e Messico grazie a diversi progetti che mi hanno permesso di conoscere da vicino le realtà socioculturali di questi Paesi così diversi tra loro. Al momento frequento il master della Business school del Sole24Ore in Giornalismo economico e politico e collaboro come editor e traduttrice per diverse testate.
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