Flop Cinque Stelle, ira di Grillo: “Il voto a Pd e Pdl dall’Italia peggiore”

Pubblicato il 28 Maggio 2013 alle 17:23 Autore: Alessandro Genovesi
beppe grillo

Flop Cinque Stelle, ira di Grillo: “Il voto a Pd e Pdl dall’Italia peggiore”

Aria pesante in casa Cinque stelle. Il day after il flop delle elezioni amministrative (voti ridotti della metà, e in alcuni casi dei due terzi, rispetto alle elezioni politiche, e nessun ballottaggio nelle città più importanti) si apre con un intervento di Beppe Grillo sul blog.

Nel post si leggono giudizi piuttosto duri sulla tornata elettorale e sui consensi ricevuti da Pd e Pdl: “Capisco chi ha votato, convinto, per il condannato in secondo grado per evasione fiscale e chi ha dato la sua preferenza ai responsabili del disastro dell’ILVA, del Monte Paschi che hanno come testimonial il prescritto Penati. Capisco chi ha mantenuto la barra dritta e premiato i partiti che succhiano i finanziamenti pubblici e non chi li ha restituiti allo Stato. Vi capisco. Il vostro voto è stato pesato, meditato”.

Secondo Grillo vi sono due Italie, l’Italia A e l’Italia B. “La prima è interessata giustamente allo status quo. Si vota per se stessi e poi per il paese. Nella nostra bandiera c’è scritto ‘teniamo famiglia’. L’Italia A non può vivere senza il contributo fiscale dell’Italia B, ma quest’ultima sta morendo, ogni minuto un’impresa ci lascia per sempre.  L’autunno freddo è vicino e forse, per allora, l’Italia A capirà che votando chi li rassicura, ma in realtà ha distrutto il Paese, si sta condannando a una via senza ritorno.”

m5s-2

C’è anche spazio per una, seppur piccola, autocritica: “Il M5S ha commesso errori, chissà quanti, ma è stato l’unico a restituire, nella storia della Repubblica, 42 milioni di euro allo Stato, a tagliare lo stipendio dei parlamentari e a destinare i tre quarti di quello dei consiglieri regionali siciliani alla microimpresa”.

Durissimo invece il commento del candidato sindaco di Siena, Michele Pinassi, che si è fermato ad un misero 8,5% : “Che schifo. Speravamo in un minimo di riconoscenza. Invece niente. Neppure un grazie. Invece del nostro riscatto morale preferiscono le loro rendite di posizione, garantite dal sistema del Monte dei Paschi”.

Qualche parlamentare, però, fa timidamente mea culpa, ad esempio il senatore Adriano Zaccagnini ritiene che “avremmo dovuto fare i nomi di un governo a 5 stelle al momento giusto, quando aveva un senso: sbagliato dire sempre no”.

Anche su web esplodono le polemiche tra i sostenitori del movimento che accusano: “I candidati non erano all’altezza”, “il Movimento 5 stelle deve rivedere il metodo” .

Tra volti scuri e toni mesi, spunta il sorriso beffardo di Pierluigi Bersani. L’ex segretario Pd, travolto dall’esito del voto e dalla gestione della partita del Quirinale, non si trattiene quando i cronisti gli chiedono di commentare il flop M5s: “Così – dice, rivolto al loro leader – impara a capire cos’è il rapporto tra governo e cambiamento… Era troppo difficile da capire, purtroppo per l’Italia”.

 

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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