Dilma Rousseff e il Brasile che non cresce più

Pubblicato il 13 Settembre 2014 alle 09:02 Autore: Antonio Scafati

È l’economia il nocciolo della questione. E l’economia rischia di giocare un brutto scherzo alla presidente Dilma Rousseff, che il prossimo 5 ottobre cerca la rielezione in un Brasile che non cresce più come un tempo. Agosto se ne è andato lasciando numeri deludenti: Pil in ribasso per due trimestri consecutivi. Vale a dire recessione. Il secondo trimestre ha fatto segnare una flessione dello 0,6 per cento. Nel primo trimestre l’economia brasiliana aveva lasciato per strada lo 0,2. A fine anno, la crescita rischia di restare sotto l’1 per cento. L’inflazione invece galoppa.

Per Rousseff sono lontanissimi i tempi della vittoria elettorale del 2010, quando il Brasile era una potenza emergente capace di crescere al ritmo del 7,5 per cento. Il rallentamento non ha cambiato di molto la vita dei brasiliani, ha scritto la BBC: ma a cambiare è la percezione del futuro. Si guarda al domani con un po’ meno ottimismo.

L’agenzia Reuters ha raccontato che milioni di brasiliani provano frustrazione nei confronti della inefficienza dei servizi pubblici e temono gli effetti del rallentamento dell’economia. Si tratta nella maggior parte dei casi di gente che si affaccia ai bordi della classe media, persone che negli ultimi anni hanno cambiato in meglio le proprie abitudini: in pratica, spendono di più. È l’eredità degli anni della presidenza di Lula, durante i quali milioni di persone sono uscite dalla povertà. Molti nel 2010 scelsero Rousseff sull’onda della crescita economica, ma anche perché si trattava di dare fiducia alla donna che avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Lula, proseguendo sulla stessa strada. A distanza di quattro anni, il quadro è diverso.

Rousseff

Dilma Rousseff

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In questa situazione, gli avversari di Rousseff provano a giocare la loro partita. Marina Silva in particolare sta cercando di imporsi sulla scena come il nuovo, come la donna capace di cambiare il panorama politico, il personaggio che non appartiene né al Partito della Social Democrazia Brasiliana, né al Partito dei Lavoratori – le due formazioni politiche che dominano la scena sin da una ventina d’anni. E i suoi sostenitori in giro per il paese sembrano essere numerosi. Secondo uno degli ultimi sondaggi, Dilma Rousseff e Marina Silva sono testa a testa. Rousseff dalla sua parte ha però la macchina elettorale, il carisma, l’esperienza: ragioni per le quali la favorita resta comunque lei.

Il supporto nei confronti di Dilma Rousseff ha cominciato a scendere nell’estate del 2013, durante la Confederations Cup quando per le strade del Brasile sono andate in scena feroci proteste contro la corruzione, contro l’aumento dei prezzi, contro la decisione di spendere denaro pubblico per ospitare i Mondiali di calcio e non per migliorare la scuola e la sanità. Ancora oggi, a distanza di mesi da un campionato di calcio finito tra l’altro con una sconfitta bruciante, il nervo scoperto delle enormi spese sostenute torna a farsi sentire.

Secondo Terre des Hommes (un’organizzazione che si occupa della difesa dei diritti dei bambini e della promozione di un equo sviluppo) circa 170.000 persone hanno perso la loro casa durante i preparativi per la Coppa del Mondo in Brasile: molta gente sarebbe stata ricollocata in baracche senza acqua né elettricità. Sono numeri molto diversi rispetto a quelli delle autorità brasiliane secondo le quali circa 4.000 famiglie sono state spostate a causa dei lavori che hanno riguardato le dodici città che hanno ospitato le partite del mondiale. Ma nessuna persona è stata sgomberata con la forza, hanno sottolineato le autorità del paese.

Immagine in evidenza: photo by ThomàsCC BY 2.0

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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