Giuliano Ferrara: “La destra è Berlusconi. E di erede ce n’è solo uno: Renzi”

Pubblicato il 27 Novembre 2014 alle 18:46 Autore: Daniele Errera
giuliano ferrara

E’ un Giuliano Ferrara a ruota libera quello intervistato da Fabrizio Roncone sulle colonne del Corriere della Sera. Da Berlusconi alla Lega Nord. Dai malumori interni a Forza Italia (Fitto, ndr) fino agli ex membri del Pdl, quelli di Nuovo Centrodestra. Su tutti il direttore del Foglio dispensa opinioni.

Anzitutto Ferrara eleva Berlusconi non a ‘il fondatore del partito’, ma a ‘il partito stesso’: “Berlusconi non ha mai controllato Forza Italia. Non controlla coalizioni, né governi, né partito: lui è il partito, è la coalizione, è il governo. Una figura simile a Kim Il-sung, il dittatore coreano”. Una vera e propria “giustificazione della destra italiana”.

Oltre Berlusconi nessuno: “Senza di lui cosa ci sarebbe stato, cosa c’è? Il Movimento sociale, An, Fratelli d’Italia… Roba da serie B”. Senza Berlusconi, vuole lasciar intendere Ferrara, la destra sociale sarebbe rimasta la solita, quella pre-Fiuggi 1995. Poco costituzionalizzata e molto all’opposizione. Quanto alla Lega Nord, il giornalista non ritiene che Salvini possa essere il suo erede: “Bossi capì ed ebbe l’astuzia di essergli amico. Ma ora l’erede di Bossi è Salvini, un brillante attaccamanifesti. No, dai: la verità è che senza Berlusconi non erano niente e non saranno niente”.

incontro renzi berlusconi

Salvini, dunque, non può essere l’erede della leadership del centrodestra. Anche se Berlusconi lo aveva insignito giorni fa: l’ex cavaliere “cambia spesso le statuine del suo presepe personale. Ricordi quando diceva che Fini sarebbe stato il suo successore? No, dico: ad un certo punto indicò persino la Brambilla e io me lo ricordo Tremonti, a cena, che quando lo seppe quasi mi svenne davanti al ristorante. No no. Vuoi la verità? Berlusconi vuole governare con lucidità, e la parola lucidità qui la dico e qui la nego, una fase di transizione del Paese d’intesa con il Pd: poi, se al termine di questo percorso lui ce la facesse a vincere ancora, allora sarà Napoleone”.

Roncone chiede di un’ipotesi Waterloo: allora, sostiene Ferrara, “gestirà la sconfitta con il suo vero erede”. Il quale non può, certamente, essere Fitto: “Un politico di provincia che ha preso preferenze a Bisceglie, con enorme rispetto per Bisceglie. Posso parlarti di Fitto?”, si chiede retoricamente il giornalista. Stessa cosa per Alfano “robetta che non arriva al 6%”. L’erede è Renzi, ovvio. “Perché è Renzi il capo della nuova generazione che si riconosce nel trasversalismo inventato da Berlusconi medesimo. Staffetta perfetta”, non come quella Mazzola-Rivera.

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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