Riduzione Regioni, d’accordo Zingaretti, Chiamparino e Caldoro

Pubblicato il 23 Dicembre 2014 alle 13:17 Autore: Felice Tommasino

Riduzione Regioni, qualcosa comincia a muoversi in Parlamento.

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Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, si era già espresso in merito: “Sono troppe, serve un piano per accorparle”. Parole alle quale hanno subito fatto eco quelle del capo della conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino: “Si sta riformando la Costituzione, se il governo vuole noi siamo pronti a discutere anche del riordino territoriale delle Regioni”.

A muovere in questa direzione sono ora due deputati Pd, Roberto Morassut e Raffaele Ranucci, che hanno provveduto a ridisegnare i confini regionali dell’Italia. L’obiettivo è quello di ridurre gli sprechi e quindi diminuire gli enti. Il risultato è un Italia divisa in dodici aree. In ogni area più Regioni accomunate da storia, struttura economica e tradizioni linguistiche. Balzano agli occhi il Triveneto ( l’unione di Friuli, Trentino e Veneto) e l’Alpina (Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria).

Alcune unioni rompono anche i confini della singola regione. È il caso del Levante che dovrebbe accorpare la Puglia e le province di Matera e Campobasso. Ma anche la Tirrenica unirebbe la Campania alle province di Frosinone e Latina. Nel disegno dei deputati democratici resta invariato lo statuto speciale di Sicilia e Sardegna.

riduzione regioni

Ranucci-Morassut spingono per loro proposta già in ddl costituzionale

Il deputato Ranucci sembra intenzionato a voler accelerare i tempi di approvazione del suo ambizioso progetto. Ha già allertato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi: l’obiettivo è quello di inserire la nuova carta geografica dell’Italia nel ddl costituzionale. Il motivo è subito spiegato dal collega di Ranucci, Morassut: “Si può costituire il nuovo Senato, incentrato sugli eletti delle Regioni senza riformare le Regioni stesse? Il pacchetto va portato avanti senza lasciare vagoni staccati”.

Come detto, a suonare la carica per la riduzione delle Regioni sono proprio i governatori delle Regioni come Zingaretti e Chiamparino. A loro si unisce anche Stefano Bonaccini, appena eletto presidente dell’Emilia Romagna.

Le altre proposte per modificare l’assetto dell’Italia

Ma esistono anche proposte ancor più rivoluzionarie di quella già illustrata dai deputati Pd Ranucci e Morassut. Per il deputato di Forza Italia Massimo Palmizio sarebbero addirittura sufficienti tre sole regioni. Il deputato azzurro propone l’abolizione degli Statuti speciali e anche quella stabilita dall’articolo 116 della Carta Idee. Una proposta che trova l’appoggio anche di alcuni deputati Pd come Ginefra, Amendola e Carbone. Alcune proposte non sembrano invece voler favorire la riduzione delle regioni: Edomondo Cirielli di Fratelli d’Italia propone l’unione tra regione senza precludere la possibilità di crearne di nuove. Giorgia Meloni, in una proposta sottoscritta anche dal già citato Cirielli, prevederebbe un’Italia formata da trentasei regioni alla quale si arriverebbe tramite l’abolizione delle Province.

meloni fratelli d'italia

Caldoro: “Mia proposta fu lanciata in splendido isolamento”

Tra i primi sostenitori delle cosiddette macroregioni, c’è il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. A rivendicare tale ruolo è lui stesso in una intervista su Repubblica: “Voglio ricordare che la mia proposta fu lanciata in uno splendido isolamento mentre oggi ha largo consenso”. Caldoro sottolinea che la “troppa confusione di ruoli” e gli attuali “perimetri amministrativi” non favoriscono la risoluzione dei problemi. E quindi ammette: “Bisogna lavorare sulle macroaree di funzioni”.

Per il governatore della Campania sarebbero sufficienti sei macroregioni, che dovranno svolgere la funzione di “programmazione e pianificazione e non più di gestione”. Aggiunge: “Bisogna creare enti che siano regolatori dei diritti territoriali a partire dai servizi e dalle tariffe”. Un obiettivo perseguibile tramite “limitate modifiche della Costituzione”.

caldoro pro riduzione regioni

 È certo Caldoro che “il resto si potrà fare con legge ordinaria”. Il focus della nuova pianificazione sarà sulla sanità. “Alle Regioni rimarrà il potere di programmare, così come per il ciclo integrato delle acque e per il trasporto pubblico. In alcuni casi la gestione riguarderà lo Stato, in altri le città metropolitane e i Comuni”.

Il governatore della Campania ha evidenziato inoltre come avere concentrato tutto sulle province sia stato un errore nella riforma costituzionale, ma ha agigunto: “Siamo in tempo per correggere”. Un problema già sollevato dallo stesso Caldoro nella conferenza delle Regioni di un anno fa e che raccolse il favore del premier Renzi. D’accordo con Caldoro, come lui stesso sostiene, ci sono anche Berlusconi e la Lega Nord.

 

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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