Patto Nazareno, Renzi “Spero che in FI prevalga buon senso, noi abbiamo i numeri”

Pubblicato il 6 Febbraio 2015 alle 14:03 Autore: Felice Tommasino
renzi

Patto Nazareno. Il premier Matteo Renzi, nella consueta enews svela il contenuto dell’accordo, definito segreto da alcuni, tra lui e Silvio Berlusconi. “Il metodo per l’elezione del nuovo capo dello Stato non ha convinto Forza Italia che ha dunque annunciato la rottura del Patto del Nazareno. Il collegamento mentale è quanto mai curioso. E non solo perché tutti i partiti – anche Forza Italia – negli incontri di delegazione avevano espresso condivisione per il metodo scelto dal PD. Il punto è che il Patto del Nazareno non è un papiro segreto con dentro chissà cosa (con buona pace di qualche direttorone di giornale che forse ammetterà finalmente di aver scritto una bufala), ma un accordo alla luce del sole su tre punti centrali: innanzitutto, una legge elettorale in grado di dare un vincitore certo, evitare inciuci, eliminare il potere di veto dei partiti piccoli. Poi, una sistemata ai rapporti tra Stato e Regioni troppo arzigogolati e complessi, riducendo le funzioni dei consigli regionali. Terzo, l’eliminazione del bicameralismo paritario con il superamento del Senato per come lo conosciamo adesso”.

Riguardo alla rottura del Patto, Renzi fa spallucce. Il governo andrà avanti lo stesso. I numeri ci sono, complici gli smottamenti negli altri partiti (vedere alla voce Scelta Civica). “Su questi tre punti noi continueremo ad andare avanti. Noi non abbiamo cambiato idea. Se Forza Italia, che ha sempre difeso queste idee, adesso vuole rimangiarsele, buon appetito – continua Renzi – Ho sempre detto che voglio fare accordi con tutti e che non ci facciamo ricattare da nessuno. Perché i numeri ci sono anche senza di loro. Spero che dentro Forza Italia prevalgano il buon senso e la ragionevolezza. Se ciò non dovesse accadere noi continueremo a rispettare Berlusconi e il suo partito come rispettiamo tutti i partiti che ottengono i voti dei nostri concittadini: il nostro obiettivo non è parlar male dei nostri avversari, ma lavorare bene per l’Italia”. Anche perchè l’Italia, spiega il premier, sta ripartendo. “Pensierino della Sera. Stanno arrivando i primi segnali della ripresa. L’Italia sta ripartendo, finalmente. Dobbiamo mantenerci prudenti, ma i dati sono davvero interessanti. I mutui, i macchinari, le aziende, gli 80 euro su cui nessuno ha più dubbi, il costo delle bollette che nel 2015 sarà più basso di quasi tre miliardi di euro, gli sgravi per chi assume a tempo indeterminato, l’eliminazione del costo del lavoro dall’Irap”.

Brunetta svela contenuti del Patto

Patto Nazareno, Brunetta ne svela il contenuto. Nel suo lungo intervento sul Tempo, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, espone quelli che erano i contenuti del Patto del Nazareno. E poi accusa Matteo Renzi: “Un uomo sleale, patologicamente affetto da azzardo morale”. Ancora: “Ha tradito la nostra buona fede”. I malumori destati dalla candidatura al Colle, da parte del Pd, di Sergio Mattarella non accennano a placarsi. Anzi, sembrano ogni giorno acuirsi sempre di più. Lo si evince oggi dalle parole di Renato Brunetta che torna ad inveire contro il leader del Partito Democratico. Renzi ha violato il Patto del Nazareno. Un oltraggio mal digerito da Brunetta e da gran parte degli esponenti di Fi. Ma qual era esattamente il contenuto del Patto? Per mesi ce lo siamo chiesti. Ora che il misterioso vaso di Pandora è stato rotto, Brunetta prova a svelarcene il contenuto: “Il patto del Nazareno era nato per volere di due contraenti, il segretario del Pd e il presidente di Forza Italia, che in modo paritario decidevano di sedersi attorno a un tavolo per stabilire, in modo concorde e condiviso, le riforme dall’architettura dello Stato: superamento del bicameralismo paritario, riforma del titolo V della Costituzione e Legge elettorale”.

patto nazareno

Punto essenziale dell’accordo era l’elezione di un Presidente della Repubblica condiviso: “Sopravvenute le dimissioni di Giorgio Napolitano, giungeva il momento di mettere in pratica quel primo punto dell’accordo. Così non è stato”. Ed è stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “L’elezione del Presidente della Repubblica – contro la cui degnissima persona non abbiamo alcuna riserva – è stato l’ultimo episodio di tracotanza che corona un anno di forzature estenuanti”.

Quindi l’amara conclusione di Brunetta: “Occorre voltare pagina. Il Patto è finito. Prendiamo atto della rottura degli accordi e del tradimento della buona fede di Forza Italia da parte di Matteo Renzi”. Ma sottolinea: “Quello che abbiamo fatto fino ad oggi non era sbagliato. Ma aveva senso, trovava giustificazione morale e politica, anche nei passaggi che noi abbiamo sempre ritenuto sbagliati, perché alla fine c’era la garanzia suprema di un arbitro scelto da entrambi”. E avvisa: “Renzi ha barato. Nulla sarà più come prima. Nel Parlamento, anzitutto. Ma lo stiamo già vedendo nel Paese”.

Pd, Giachetti “Patto ha sbloccato il Paese”

Sull’altra sponda del Patto c’è ovviamente il Pd. Qualcuno prova a negarne l’esistenza. Non è certamente fra questi il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti: “Grazie a quel Patto abbiamo sbloccato anni di scontro ideologico, ottuso anti-berlusconismo contro vieto anti-comunismo, che hanno prodotto solo immobilismo e paralisi. Ora siamo ad un passo e non possiamo buttare a mare tutto il lavoro fatto limitandoci a portare a casa a maggioranza le riforme”. E sottolinea: “Il valore del Patto del Nazareno non sta nei numeri: quelli ce li avevamo prima come ora”.

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Giachetti risponde poi a Brunetta e a quanti la pensano come lui: “Non credo proprio che Renzi abbia tradito il Patto”. Un Patto comunque “chiaro fin dall’inizio e comportava un accordo su riforma costituzionale e legge elettorale. Poi certo lo spirito di condivisione di un metodo non era innaturale che potesse estendersi anche all’elezione del capo dello Stato”. Elezione del Capo dello Stato sulla quale Giachetti ritorna: “Non ho letto alcuna dichiarazione di esponenti di Fi che mettessero in discussione la qualità e l’adeguatezza di Mattarella”. E lancia una stoccata ai parlamentari azzurri sulla scelta di votare scheda bianca: “Quanto al ‘metodo’, non siamo all’asilo, abilitati a fare i capricci. In politica ci vuole anche un po’ di lucidità e di freddezza, non si può sempre reagire d’istinto anche perché poi si rischiano errori colossali”.

Grillo: “Patto Nazareno saltato solo a parole”

“Forse uscire dal patto (almeno a parole) è una manfrina per non far esplodere i rispettivi partiti, ricompattarli e andare alle prossime elezioni l’un contro l’altro armato per prendere per il culo gli elettori”. Lo scrive il leader del M5S Beppe Grillo sul blog in merito al patto del Nazareno.

“Il Patto del Nazareno è sciolto. Lo dicono i contraenti. Nessuno sa che cosa contenga questo patto che riguarda tutti gli italiani. Un patto extraparlamentare alla stregua della trattativa Stato-Mafia. Un patto che ha stravolto e sta stravolgendo la Costituzione. Allora, all’inizio degli anni ’90, ci furono le bombe a sancire l’accordo, oggi, più modestamente bastano il Bomba e un condannato. Può essere che quanto concordato nel patto sia già stato portato a termine e per questo sia ormai inutile tenere in piedi un teatrino o che continuino a portarlo avanti. Chi lo sa? Non conoscendo i suoi contenuti gli italiani non possono entrare nel merito”, aggiunge il leader del M5S. “Il giaguaro riverginato contro l’ebetino. In qualunque democrazia questo patto dovrebbe essere reso pubblico, altrimenti a che serve il Parlamento? A fare da passacarte? Ad approvare decreti legge spesso senza neppure che sia presentato il testo? Tanto vale sciogliere il Parlamento insieme al patto, per quello che ormai rappresenta. Un ratificatore di due personaggi che si riuniscono in una stanza e decidono per tutti. A questo punto era meglio la monarchia. Più onesta, più trasparente. Intanto in Italia si ruba senza ritegno dall’Emilia alla Lombardia al Lazio. Il patto forse serviva a questo: a scappare con la cassa”, conclude Grillo.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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