Sondaggi PD: il partito di D’Alema e Bersani vale il 10%

Pubblicato il 17 Marzo 2016 alle 10:06 Autore: Redazione
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Sondaggi PD: il partito di D’Alema e Bersani vale il 10%

La maggioranza assoluta di elettori del PD vorrebbe annullare le primarie di Napoli, ma anche a Roma sono in molti a storcere il naso. E un partito a sinistra del PD potrebbe favorire il sorpasso del M5S. A dirlo è l’ultimo sondaggio condotto da IPR Marketing per il quotidiano Il Resto del Carlino, che evidenzia il momento di alta tensione e delusione presente nell’elettorato dem.

Per quanto riguarda le primarie di Napoli – che hanno visto la vittoria di Valeria Valente, tra polemiche ed accuse di compravendita di voti – ben 2 elettori su 3 vorrebbero che si azzerasse tutto. Solo 1 elettore dem su 4 la pensa in maniera opposta, pensando che il discorso primarie sia ormai un capitolo chiuso.

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Sebbene poste dinanzi ad accuse meno eclatanti, anche le primarie romane evidenziano la delusione di una consistente fetta dell’elettorato democratico capitolino. Il 47% degli elettori dem vorrebbe che si ripartisse da zero. Tuttavia va registrato un 50% di elettorato che invece pensa non ci sia alcun motivo per annullarle.

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In realtà – come sottolineato da IPR – gli elettori non sembrano voler mettere in discussione il meccanismo delle primarie in sé: l’89% vorrebbe mantenerle, con un 82% che addirittura pensa a regolamentarle con apposita legge statale. Come agire? il 67% chiede la creazione di un albo di partecipanti, che per il 72% degli intervistati deve essere pubblico e non riservato. Inoltre, bisognerebbe optare per un election day di primarie in tutta Italia: a dirlo è il 77% del campione. Decisamente più bassa ma ugualmente consistente (45%) la fetta di elettori che vorrebbe l’introduzione di un quorum per sancire la validità del voto.

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Ma il PD come sta? Il 40% degli intervistati concorda con la visione di “un’alterazione del dna ulivista”, denunciata dall’ex premier Massimo D’Alema. Tuttavia, il leader storico DS è ritenuto credibile solamente da un elettore dem su 5. Inoltre, il 68% degli elettori non vuole scissioni, anche se il 53% le ritiene inevitabili in mancanza di una vera e propria pacificazione. Una frattura che porterebbe ad un nuovo partito guidato da ex DS che potrebbe valere circa un 10%, facendo scendere il PD attorno al 20-22% e a rischio sorpasso da parte del M5S.

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Ma come ripartire? Riscoprendo le radici uliviste, lasciando perdere Verdini (solo il 10% appoggia il dialogo con l’ex braccio destro di Berlusconi) e Alfano (22%) e riaprendo alla sinistra (60%). E disponendo di un segretario a tempo pieno (44% degli elettori), distinto dal premier.

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