Trump favorito da hacker russi? Stavolta lo dice l’intelligence americana

Pubblicato il 10 Dicembre 2016 alle 14:57 Autore: Alessandro Faggiano
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Trump favorito da hacker russi? Stavolta lo dice l’intelligence americana

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A distanza di oltre un mese dalle storiche elezioni americane in cui sono affrontati Donald Trump e Hillary Clinton, continuano ad essere sollevate polemiche sulla legittimità e integrità del voto. Prima, la Clinton aveva accusato l’FBI di aver favorito la corsa di Trump alla Casa Bianca, per la riapertura di una indagine federale a pochi giorni dal voto. Poi, Trump (risultato sconfitto dal voto popolare) ha asserito che avrebbe vinto anche sotto questo aspetto, se non si fossero verificati brogli a favore della candidata democratica. E ancora, l’ombra del sospetto sulla Russia di Putin, uscita rafforzata dalla vittoria di Donald Trump.

I buoni rapporti che intercorrono tra il magnate e il presidente russo stanno già portando a delle prime importanti dichiarazioni di intenti su Siria e questione mediorientaleProprio durante i preparativi della nascente alleanza, ci pensa niente meno che la CIA a sganciare una bomba sul tavolo dell’idillio: hacker russi e vicini al governo di Mosca hanno provato a favorire l’ascesa di Donald Trump alla presidenza. A rivelarlo è stato il Washington Post, attraverso un articolo pubblicato nella tarda serata di ieri (ora locale, le 3:00 italiane)

Hacker russi avrebbero favorito Trump attraverso attacchi informatici al partito democratico

 Non si tratta di brogli e alterazioni del voto elettronico, secondo l’Intelligence. Gli informatici russi sarebbero, però, i responsabili di una buona parte del “leak” delle mail del partito dell’asinello. Già in concomitanza con la conclusione delle primarie, vennero filtrate delle mail in cui il Partito Democratico sosteneva apertamente la candidatura di Hillary Clinton, rifiutandosi di far vincere il socialista Bernie Sanders. Una parte dell’elettorato di Sanders – probabilmente colui che più incarnava la speranza di una nuova America multiculturale e multinazionale – ha rifiutato di dare il proprio appoggio a Hillary anche per questa ragione.
Ma non finì lì. La Clinton ha subito il filtraggio di un numero sempre maggiore di mail personali e particolarmente compromettenti. La rivelazione delle corrispondenze con oggetto la guerra in Libia e gli accordi economici con i Sauditi della sua fondazione hanno provocato un vero e proprio terremoto elettorale.

CIA e hacker russi: realtà o bluff?

 Il filtraggio di mail c’è stato, è reale ed è innegabile che abbia spostato dei voti. Tuttavia, non è possibile stabilire con certezza se queste abbiano fatto davvero la differenza (Trump ha vinto con larghe maggioranze anche in Swing State a tendenza Clinton). Inoltre, è difficile credere pienamente e ciecamente nella dichiarazione dell’intelligence. La sicurezza è che questa dichiarazione può influenzare l’opinione pubblica statunitense e forzare Trump a una politica estera più in linea con quella dell’amministrazione Obama. Tirando le somme, a quaranta giorni dall’insediamento, il presidente eletto continua ad avere contro tutti i maggiori mezzi di comunicazione e dovrà stare attento ad ogni singola mossa. L’opinione mediatica è lì, pronta ad avventarsi ad ogni minimo errore sulla sua nuova preda preferita, Donald Trump.

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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