Sondaggi SWG: italiani favorevoli a innovazione nell’agroalimentare

Pubblicato il 21 Maggio 2017 alle 11:35 Autore: Alessandro Faggiano
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Sondaggi SWG: alimentazione, biotecnologie e OGM. Favorevoli o contrari?

L’ultimo dossier settimanale di SWG tratta del vasto tema dell’alimentazione. In questo articolo, ci concentriamo nella sua vertente produttiva. Ovvero, si parla di OGM e biotecnologie applicate all’industria agroalimentare. Il tema è al centro del dibattito sociale e, a intermittenza, entra nella sfera politica con una certa veemenza. In quest’ultima, vi entra attraverso il dibattito sui trattati di libero scambio. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il CETA (accordo tra Unione Euorpea e Canada). Ancor prima, fu il TTIP – ormai accantonato dall’amminstrazione Trump – a far sollevare le polemiche sui possibili rischi legati al trattato Transatlantico. Dopo questa premessa, entriamo nel vivo del sondaggio e dei suoi risultati.

Sondaggi SWG, alimentazione e biotecnologie: forte innovazione nell’ultima decade

La prima domanda posta sull’innovazione nell’agroalimentare recita;

Secondo lei, ini Italia, nella produzione agroalimentare nel corso degli ultimi anni, c’è stato un processo di innovazione molto, abbastanza, poco o per nulla intenso?

Gli estremi sono totalmente marginalizzati. Di fatti, appena un 8% si schiera per la forte innovazione, e un 3% per l’esatto opposto. Nel complesso, solo 1 intervistato su 10 si staglia su posizioni estreme. La gran maggioranza sceglie la risposta mediamente positiva, ovvero: l’ultima decade ha mostrato un processo d’innovazione nell’agroalimentare abbastanza sostenuto. A rispondere in questa maniera è il 59% degli intervistati. Gli scettici del progresso in questo ambito, invece, raggiungono il 30% del campione.

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Sondaggi SWG, alimentazione e biotecnologie: per 2 su 3, innovazione è positiva

Passando alla valutazione del processo d’innovazione, sembra che la maggioranza della popolazione italiana sia favorevole e la reputi positivamente. La domanda è la seguente;

Come considera l’introduzione di innovazioni tecnologiche nel campo della produzione, trasformazione e conservazione degli alimenti?

In questo caso, vi sono 4 risposte possibili, di cui due ritenute positive  due negative. Partendo da queste ultime, una parte minoritaria afferma che “si altera la natura” (12%). Uno su quattro, invece, assicura che l’innovazione nell’agroalimentare sia volta unicamente al guadagno. Nel complesso, quindi, un 37% di persone si dimostrano scettiche e contrarie a questo tipo di sviluppo. Un 19%, d’altro canto, crede che queste innovazioni servanno a produrre alimenti migliori. Infine, la risposta più gettonata è – in un certo senso – fatalista: “in ogni campo ci deve essere innovazione”. Il 44% del campione risponde in questa maniera. Il 63% degli intervistati si dimostra favorevole all’innovazione. Quasi due italiani su tre.

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Sondaggi SWG, alimentazione e biotecnologie: innovazione frenata dai consumatori

L’ultima domanda sull’innovazione nell’agroalimentare riguarda la sua relazione con i consumatori.

Quanto è d’accordo con quanti sostengono che il processo d’innovazione in campo agroalimentare si scontra con le resistenze dei consumatori italiani verso l’applicazione delle moderne biotecnologie in ambito agricolo e alimentare?

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Gli intervistati sembrano condividere l’idea che i consumatori siano reticenti alle innovazioni e che stiano frenando il processo d’applicazione delle moderne biotecnologie nell’agroalimentare. Nel complesso, il 64% dei soggetti sono molto o abbastanza d’accordo con questa affermazione. Un 27%, invece, rifiuta questa idea. Per ultimo, un 9% evita di esprimersi sul tema.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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