I nodi sulla legge elettorale in casa Pd e Movimento 5 Stelle

Pubblicato il 26 Giugno 2014 alle 10:04 Autore: Giuseppe Spadaro
legge elettorale

Dopo l’incontro sul tema legge elettorale tra Pd, con la delegazione guidata da Renzi, e Movimento 5 Stelle si affrontano i nodi più spinosi rispetto all’eventuale intesa. La delegazione del Movimento 5 Stelle, oltre ai capigruppi di Camera e Senato, ha visto partecipare all’incontro il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio col deputato Toninelli.

Pd, Serracchiani “Legge elettorale, Italicum strada maestra” – Per il Partito Democratico interviene la vicesegretaria Debora Serracchiani: “Restiamo sull’Italicum, è la strada maestra. Abbiamo aperto un dialogo con i grillini e abbiamo dimostrato loro che lo facciamo sul serio. Metteremo chiarimenti e risposte sul sito, ci scambieremo mail, poi vedremo quando incontrarci di nuovo”. La numero due del Pd a Repubblica afferma: “la legge elettorale dei grillini è molto lontana dalla nostra. Gli abbiamo chiesto di chiarirci alcuni aspetti, a cominciare dalla governabilità”, dice Serracchiani. “I 5Stelle dicono di volere evitare le ammucchiate, ma se non è sicuro il governo, neppure si sa con chi ci si allea, perché la scelta la fai dopo il voto. Però la coalizione deve nascere sulla base di un programma elettorale molto preciso. Non lo vogliamo decidere il giorno dopo le elezioni, ma l’elettore deve saperlo prima di votarti. Se no istituzionalizzi gli inciuci e incentivi il trasformismo. E poi – aggiunge – c’è il ballottaggio: per noi importantissimo”. In merito alle preferenze “ragioniamo anche su quelle, ma il loro modello, peraltro molto complicato, sulle preferenze è estremamente pericoloso”. “Prevede le preferenze negative, nel senso che puoi eliminare dalla lista uno che non ti piace. Lo fa solo la Svizzera. Si crea in realtà uno strumento di controllo del voto pericolosissimo”.

pd m5s discutono modelli di legge elettorale

M5S, Toninelli “Legge elettorale, nuovo confronto sui contenuti” – Per il Movimento 5 Stelle commenta l’incontro il deputato Danilo Toninelli: “Spero in un altro confronto sui contenuti. Solo così, da posizioni diverse, si può cambiare idea: noi, oppure Renzi. Andremo con delle osservazioni, probabilmente su quanto non possiamo accettare dell’ Italicum. E poi parleremo”. Rispetto a come è andato l’incontro il deputato del M5S Toninelli aggiunge: “Renzi me lo aspettavo come è stato. Non era molto preparato sui contenuti, ma ho riscontrato un’assoluta cordialità. Ha capito l’ importanza di aprire un tavolo con noi”. Secondo Toninelli Renzi “Ha dato importanza al nostro progetto. Non l’ha sufficientemente capito, alcuni suoi rilievi non erano tecnicamente corretti. Sul voto di scambio, ad esempio”. Sul Mattarellum: “l’avevamo scelto perché dovevamo andare a votare subito. Che senso ha sposarlo adesso, visto che ha un impianto completamente diverso dal Democratellum?”. “Se loro però, ci chiedono che il punto di caduta sia il Mattarellum che c’era al Senato, cioè senza liste civetta, lo prendiamo e lo portiamo alla Rete”. Quanto all’ uninominale, “avvicina l’ eletto all’elettore, ma la prima proposta di Renzi – rileva il deputato M5S – aveva un 25% di correttivo maggioritario: con il 15% portavi a casa il 40%. Una straordinaria dispersione dei voti”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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