Reddito di cittadinanza e di avviamento al lavoro: differenze e similitudini

Pubblicato il 22 Marzo 2018 alle 18:43 Autore: Giuseppe Spadaro
Reddito di cittadinanza e di avviamento al lavoro differenze e similitudini

Reddito di cittadinanza e di avviamento al lavoro: differenze e similitudini

Dopo aver tanto dibattuto del reddito di cittadinanza del M5S ecco un’altra proposta. L’idea è della Lega e si chiama reddito di avviamento al lavoro. Si tratta appunto della risposta leghista all’idea avanzata dal Movimento 5 Stelle per combattere e contrastare la povertà. La novità del partito di Salvini è maggiormente orientata alla ricerca di lavoro. Vediamo nel dettaglio quali sono gli aspetti che accomunano le due proposte e quali invece sono le differenze.

Reddito di cittadinanza, similitudini

Partiamo dalle similitudini. Le due proposte attribuiscono un ruolo importante ai centri per l’impiego. Infatti il sostegno economico è inteso come contributo alla persona finalizzato ad un reinserimento nel mercato del lavoro. Tramite un percorso di formazione cui far seguire auspicabili eventuali offerte di lavoro. A gestire tali offerte saranno chiamati proprio i centri per l’impiego. Una parte delle risorse economiche andrà dunque destinata alla riorganizzazione dei centri affinché possano al meglio adempiere ai loro compiti. L’altro aspetto molto simile è la soglia economica. Con il reddito di avviamento al lavoro si parla di un assegno dell’importo di euro 750 euro. Nel reddito di cittadinanza si parla di 780 euro come prima soglia del contributo.

Reddito di cittadinanza, differenze

La proposta delle Lega prevede di assegnare 750 euro al mese ai disoccupati che si trovino sotto la soglia di povertà. La proposta prevede l’obbligo per i soggetti di iscriversi ai centri per l’impiego. Ma mentre con il reddito di cittadinanza si mantiene il diritto al contributo sino alla terza offerta di lavoro nella proposta della Lega l’obbligo prevede di accettare la prima offerta. L’impegno a versare il sostegno dello Stato sarebbe di 3 anni nel reddito di avviamento al lavoro. Non è previsto un termine nel reddito di cittadinanza. Con il reddito di avviamento al lavoro le somme sono erogate in forma di prestito a tasso zero da parte di Poste Italiane e banche con garanzia di Cassa depositi e prestiti. Per il primo anno, metà del prestito sarà a carico dello Stato. La percentuale scende al 30% nel secondo anno. E si azzera al terzo anno. Chi beneficerà di tali somme le dovrà restituire in 20 anni. Gli istituti che erogheranno il sostegno otterranno un credito d’imposta di pari importo, sempre spalmato in 20 anni. Il costo atteso della misura sarebbe di 11,5 miliardi di euro.

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Reddito di cittadinanza, 20 anni per restituire le somme

Resta da capire cosa succederebbe nel caso in cui neanche nei successivi 20 anni dal beneficio della misura i soggetti non dovessero essere nelle condizioni di restituire le somme. Quanti potrebbero decidere di rinunciare alla misura in funzione del fatto che le somme percepibili sono da restituire? Domande a cui è difficile rispondere oggi. Inoltre in caso di formazione del governo bisognerà vagliare con attenzione i contenuti delle proposte verificandone la fattibilità. In caso di governo formato da Lega e 5 Stelle potrebbe essere studiata una formula che recepisca una parte del reddito di cittadinanza e una parte del reddito di avviamento al lavoro? Vediamo cosa succede a partire dall’elezione dei Presidenti delle Camere. E di conseguenza per il Governo.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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