Elezioni europee 2019: programma Lega e alleati, le prime indiscrezioni

Pubblicato il 3 Aprile 2019 alle 17:33 Autore: Guglielmo Sano

Elezioni europee 2019: in vista del 26 maggio, continuano le trattative della Lega per unire i sovranisti e influenzare la formazione della Commissione Ue

Elezioni europee 2019: programma Lega e alleati, le prime indiscrezioni
Elezioni europee 2019: programma Lega e alleati, le prime indiscrezioni

In vista del voto del 26 maggio, continuano le trattative della Lega per unire i sovranisti; non correranno uniti, magari all’interno di un’asse transnazionale, ma l’alleanza dopo il voto è praticamente scontata. L’occasione di pesare fortemente nella formazione della prossima Commissione Europea è troppo ghiotta per essere persa.

Elezioni europee 2019: dall’austerità al deficit?

È innanzitutto la possibilità di trovare dei vertici europei più morbidi sulle questioni economiche a indirizzare Salvini e la Lega verso la ricerca del maggior numero di alleati possibile. Almeno così pare di capire ascoltando le parole pronunciate recentemente dall’economista del Carroccio Claudio Borghi. Chiuse le urne, stop all’austerità e via al deficit per evitare l’aumento dell’Iva. Il governo giallo-verde ha bisogno di 23 miliardi entro fine anno per non far scattare le clausole di salvaguardia.

Una visione che per il momento appare fin troppo ottimistica, però. Innanzitutto, perché per modificare i termini del Patto di Stabilità serve l’approvazione di tutti gli stati membri. Inoltre, proprio i partiti che in teoria sarebbero più vicini ai leghisti, nei mesi scorsi, in parallelo alla discussione sulla Legge di Bilancio, si sono opposti a qualsiasi concessione all’Italia sui conti.

D’altra parte, i salviniani potrebbero davvero fare il pieno di consensi tra un mese e mezzo; quindi, non si esclude che – considerando anche tutti gli alleati, a partire da quelli raggruppati nell’ENF – non riescano a convincere i Popolari ad abbandonare Alde e Socialisti per governare assieme.

Elezioni europee 2019: occhiolino a Orban

L’ipotesi è attualmente improbabile; detto ciò, bisogna ricordare che nel PPE – nonostante le proteste interne – c’è anche il partito del Presidente ungherese Viktor Orban. Quest’ultimo è da considerare più un “sovranista” che un “popolare”; un mutamento più o meno radicale degli equilibri dell’Europarlamento lo avvicinerebbe facilmente a Salvini e Co.

Tornando ai fatti, invece, la notizia delle ultime ore è che non ci sarà la fusione tra Il gruppo della Lega e gli altri gruppi riconducibili alla area di destra. L’ENF è formato dal Carroccio e dal Raggruppamento Nazionale della Le Pen, dalla tedesca AfD e dai Partiti della Libertà austriaco e olandese, dai veri finlandesi e dal Partito del Popolo danese. Insomma tutti partiti che potrebbero, incrementare notevolmente i consensi alle prossime europee. In attesa di capire cosa succederà all’EFDD (si respira aria di smobilitazione dopo la scelta di abbandonarlo da parte dei 5 Stelle), è certo che l’ECR – a cui ha aderito Fratelli d’Italia – collaborerà con l’ENF dopo il voto.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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