Tsunami degli Eugenio in Via Di Gioia: testo e significato

Pubblicato il 19 Dicembre 2019 alle 17:42 Autore: Sabrina Conigliaro

Tsunami degli Eugenio in Via Di Gioia: testo e significato a Sanremo Giovani. Il gruppo nato a Torino nel 2012 è tra i 10 finalisti di Sanremo Giovani 2019

Tsunami degli Eugenio in Via Di Gioia testo e significato a Sanremo Giovani
Tsunami degli Eugenio in Via Di Gioia: testo e significato

Tsunami degli Eugenio in Via Di Gioia: testo e significato a Sanremo Giovani

La band Eugenio in Via di Gioia, gruppo musicale italiano nato a Torino nel 2012 e formato da Eugenio Cesaro, Emanuele Via, Paolo Di Gioia e Lorenzo Federici, rientra tra i 10 finalisti di questa edizione del Festival di Sanremo Giovani.

Il nome della band nasce dall’unione del nome e dei cognomi di tre dei quattro componenti. Lorenzo Federici è invece il nome dato al loro primo album. Il 28 settembre fanno uscire il singolo Altrove, prima pubblicazione per Virgin/Universal Music Italia, alla quale devono il loro debutto nel 2019.

Il significato del brano degli Eugenio in Via Di Gioia

La canzone parla del modo che abbiamo oggi di godere delle nostre vite, svuotate e vissute solo in superficie; esistenze che sfuggono di mano a chi le conduce. Il brano risulta essere una feroce critica alla società moderna che si incontra ma non si scontra: “sempre più vicini non è vero che parliamo”, dice il testo. La convivenza di persone sedate, che si divertono ballando il “cha cha cha” ignorando ciò che di concreto esiste. A proposito del significato del testo, sono proprio gli Eugenio in Via Di Gioia a fornirci l’interpretazione: “Tsunami sono le notizie che tutti i giorni ci inondano la testa e ci fanno sentire impotenti e inermi. Tsunami siamo noi costantemente in onda come se esistessimo solo quando sappiamo di essere visti. Tsunami possono essere tutte le persone che se si mettono in ballo cambiano la direzione del vento”.

Il testo di “Tsunami”

Siamo figli di Steve Jobs e del T9
siamo l’ego in mezzo al traffico di Play mobile
siamo strade pulite sotto
un cielo pantone
campi sintetici calzini bianchi
di cotone
ed anche ad occhi chiusi
non è detto che dormiamo
e stando più vicini non è vero che parliamo
è solo un’impressione
sulle pellicole in bianco e nero
subito dopo il flash
noi siamo già scomparsi
da quando la gente non si trova più
ci siamo bastati
da quando il fuoco non brucia più
siamo disorientati
da quando Archimede non eureka più
siamo affondati
da quando la ruota non è girata più
siamo quadrati
siamo quadrati

Guarda lo tsunami che travolge la città
dentro la mia testa calma piatta
guarda lo tsunami che travolge la città
mentre tutto intorno affonda qui si balla, cha cha cha
cha cha cha

Siamo le nostre vite nei corpi degli altri
siamo figli di Jim Carrey in Truman Show
ed anche ad occhi chiusi
non è detto che dormiamo
e sempre più vicini non è vero che parliamo
il vento soffia forte
in una sola direzione
il mare si ritira
siamo rimasti soli

Guarda lo tsunami che travolge la città
dentro la mia testa calma piatta
guarda lo tsunami che travolge la città
mentre tutto intorno affonda qui si balla, cha cha cha
qui si balla qui si balla
cha cha cha, cha cha cha
qui si balla qui si balla
cha cha cha, cha cha cha

Noi siamo liberi
di urlare in faccia al mare
di mostrarci nudi alle persone
cambiare colore in faccia, sudare
tornare?
metterci in ballo, rischiare
ridare forma al giusto
e nel giusto naufragare

Guarda lo tsunami che travolge la città
dentro la mia testa calma piatta
guarda lo tsunami che travolge la città
mentre tutto intorno affonda qui si balla, qui si balla cha cha cha
qui si balla qui si balla
cha cha cha, cha cha cha
qui si balla qui si balla
cha cha cha, cha cha cha

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L'autore: Sabrina Conigliaro