Sintomi coronavirus senza febbre: quali sono e quando fare il tampone

Pubblicato il 27 Marzo 2020 alle 17:41 Autore: Guglielmo Sano

Sintomi coronavirus: in quale momento si sceglie di fare il tampone? Quali sono i sintomi, a parte la febbre, che accusano i pazienti?

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Sintomi coronavirus senza febbre: quali sono e quando fare il tampone

Sintomi coronavirus: in quale momento si sceglie di fare il tampone per il coronavirus Sars Cov 2? Quali sono i sintomi, a parte la febbre, che accusano i pazienti affetti da Covid 19? Le indicazioni delle autorità sanitarie.

Sintomi coronavirus: i più e i meno comuni

Sulla pagina che il Ministero della Salute ha dedicato al nuovo coronavirus Sars Cov 2 si legge che i sintomi più comuni accusati dai pazienti che si ammalano di Covid 19, la patologia causata dallo stesso, sono “febbre, stanchezza e tosse secca”. Tuttavia, “alcuni pazienti possono presentare indolenzimento e dolori muscolari, congestione nasale, naso che cola, mal di gola o diarrea”, si aggiunge poco dopo, inoltre, a questa lista si devono aggiungere anche problemi respiratori e una sensazione generale di malessere.

Detto ciò, i numerosi studi prodotti dalla comunità scientifica sul Covid 19 negli ultimi tempi stanno individuando anche altri sintomi causati dalla patologia. Tra questi per esempio, il mal di pancia, che in alcuni pazienti emergerebbe prima della comparsa dei sintomi più comuni, ma anche la congiuntivite. Un altro sintomo della malattia causata dal nuovo coronavirus pare essere anche la perdita improvvisa del gusto e dell’olfatto. Altri sintomi rilevati dagli studi sono mal di testa, brividi, nausea o vomito.

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Quando fare il tampone?

Il tampone faringeo è attualmente lo strumento più attendibile, oltre che veloce e indolore, per diagnosticare il Covid 19. Esso consiste sostanzialmente nel prelievo, tramite un bastoncino cotonato, di materiale biologico presente nelle prime vie respiratorie e, in questo caso, specifico della faringe. Tale materiale biologico poi viene sigillato e inviato a un laboratorio di microbiologia per essere analizzato tramite una procedura di Reazione a Catena della Polimerasi.

Ora, le indicazioni dell’Oms e dell’Iss, circoscrivono l’uso del test alle sole persone che presentano almeno un sintomo da Covid 19 e a chi è stato potenzialmente in contatto con dei contagiati.

Questo sembra essere l’uso più logico, nel senso che limita all’indispensabile l’impiego di risorse e personale sanitario: basta dire che per effettuare una diagnosi il test va ripetuto almeno due volte, un impegno non indifferente anche se il costo del  singolo tampone e del relativo esame non è esorbitante; d’altra parte, non solo dal mondo della politica ma anche da alcune parti della comunità medica si vorrebbe estendere “a tappeto” questo tipo di screening (magari effettuandolo anche a domicilio): la motivazione addotta, ma ancora da dimostrare del tutto, che circa il 10% dei contagi avvenga tramite soggetti asintomatici.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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