Alessandria, analisi del voto

Pubblicato il 24 Maggio 2012 alle 16:15 Autore: Matteo Patané

Maria Rita Rossa è il nuovo sindaco di Alessandria, riconsegnando al centrosinistra il governo della terza città del Piemonte al termine dei cinque anni di mandato del PdL Piercarlo Fabbio.

Dopo gli scandali finanziari che avevano travolto la giunta azzurro-verde alla guida della città non erano pochi gli osservatori esterni che si aspettavano una vittoria della Rossa già dal primo turno; invece, per una complessa serie di fattori, si è reso necessario il secondo turno di votazioni per decidere chi avrebbe dovuto andare ad occupare la poltrona di primo cittadino nel capoluogo piemontese.
Solo dopo il ballottaggio la coalizione di centrosinistra ha potuto cantare vittoria, e Maria Rita Rossa fregiarsi del titolo di sindaco, un titolo tanto più significativo se si pensa che Alessandria è il solo Comune capoluogo di provincia ad aver eletto un primo cittadino di sesso femminile.

Confronto del voto a Alessandria
Comunali 2007 – Comunali 2012

La tabella riepilogativa – i dati excel sono disponibili a questo link –  che confronta le elezioni del 2007 con quelle del 2012 è di per sé ricca di spunti di analisi.
Il primo, naturalmente, riguarda il numero dei voti validi, sceso drasticamente rispetto alle precedenti elezioni amministrative: con un calo di 11.111 unità, infatti, circa un elettore su cinque tra quelli che nel 2007 si erano recati alle urne in questo caso hanno preferito non votare. Si tratta di una diminuzione massiccia, superiore, per rendere l’idea, al risultato raggiunto da ogni singolo partito presentatosi a questa tornata elettorale.
Il secondo tema in evidenza è l’estrema frammentazione delle candidature e dei partiti, non solo per quanto riguarda le candidature delle principali coalizioni – due per il centrodestra e due per il Terzo Polo – ma anche per quanto riguarda un elevato numero di candidati civici, non allineati a nessuno degli schieramenti principali oppure, come nel caso di Mara Scagni, ex-PD ed ex-sindaco cittadino, da essi fuoriusciti.

Proprio i candidati civici, relegati in genere per la loro scarsa visibilità nel calderone della voce “altri”, si sono dimostrati in questa tornata elettorale una delle principali sorprese, passando da un residuale 3,37% di cinque anni fa all’attuale 13,60% al primo turno di queste elezioni 2012. Sicuramente un valore importante, e certamente non spiegabile solo con il 3% scarso raccolto dall’unica candidata, la Scagni, fuoriuscita dall’area di centrosinistra. Il fenomeno è sicuramente da inserire all’interno della progressiva sfiducia verso la cosiddetta “vecchia politica”, ma è interessante osservare come l’area del civismo riesca a fornire – sia pure disgregata in una miriade di candidati – una reale alternativa tanto all’astensione quanto alla nuova formazione protagonista della politica italiana, il MoVimento 5 Stelle.

Il partito di Grillo, raccogliendo l’11,50%, diventa la terza forza cittadina alla sua prima partecipazione ad un’elezione comunale, un risultato assolutamente lusinghiero impreziosito anche dal risultato personale del candidato, Angelo Malerba, in grado di raggiungere il 12% e superare quindi il risultato della lista a proprio sostegno.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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