Grillo tra Orwell e Berlusconi

Pubblicato il 8 Settembre 2012 alle 12:09 Autore: Matteo Patané
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Che il blog di Grillo salga spesso alla ribalta a causa dei suoi contenuti provocatori e delle sue affermazioni spesso volutamente iperboliche non è certamente una novità, ma con l’intervento del 2 settembre il comico genovese pare aver oltrepassato una linea di demarcazione importante nel suo percorso di progressiva politicizzazione, nel senso più completo – e per certi aspetti deteriore – del termine.

Il post sul blog si intitola “I Due Minuti d’Odio”, e in massima parte riprende e parafrasa un celebre passaggio del 1984 orwelliano: i Two Minutes Hates, un periodo giornaliero in cui i membri del Partito, in Oceania, devono guardare un film che mostra i nemici della società – Goldstein ed i suoi seguaci – ed esprimere il loro odio verso di loro.
Grillo rielabora il passaggio dei Two Minutes Hate assegnando a sé stesso e al MoVimento 5 Stelle il ruolo di Goldstein, arrivando, nella chiosa conclusiva del suo intervento, a temere una vera e propria istigazione a delinquere finalizzata alla sua eliminazione:

E dopo? Cosa verrà dopo? Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere come avvenne negli anni di piombo.

Sicuramente è legittimo per Grillo vedere sé stesso ed il MoVimento che rappresenta nel ruolo degli eroici avversari di un sistema oppressivo e autoreferenziale, anche se già in questo si coglie un certo passaggio di visione dalla semplice pars destruens verso “gli altri” alla celebrazione del “noi”, ma ciò che stupisce è in qualche modo la conclusione del messaggio, il sentirsi direttamente minacciato come persona.

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L’intervento di Grillo, malgrado alcune opinioni emerse su Il Fatto Quotidiano che vedrebbero il post come una sorta di sfogo del comico genovese, è sicuramente ben congegnato e ha una forte valenza propagandistica e in ultima analisi elettorale, ma nella sua metaforica violenza, quella evocata e quella verbale del messaggio, mette in mostra senza più coperture alcuni dei punti più controversi del complesso rapporto tra Grillo ed il MoVimento 5 Stelle.
È presente in effetti una vera e propria sovrapposizione tra il partito ed il suo leader e fondatore che, partendo dal passaggio sulla proprietà del simbolo, si snoda nel contenuto del messaggio sfruttando anche l’ardito paragone con Goldstein.
Grillo parte infatti dalla premessa che i media attaccano lui mentre dovrebbero discutere del programma del moVimento 5 Stelle, quindi in qualche modo il tono personalistico del messaggio è giustificato; ciò che lo è forse di meno sono le conseguenze che si traggono dal paragone usato. 1984 è un romanzo terribilmente pessimista, ed il finale non è certamente tra i più lieti, come sintetizza in maniera mirabile la scena del 2+2=5. La scelta di paragonarsi a Goldstein, e quindi di accettare implicitamente il mondo di 1984 come significativa rappresentazione di quello reale, ha due importanti implicazioni: la prima è che Grillo paragona sé stesso – e non il MoVimento – a oppositore della Casta e del pensiero unico; la seconda è che senza di lui ogni tentativo di riforma o rivoluzione è destinato a fallire. Grillo si ripropone quindi come elemento fondante, essenziale e inamovibile del MoVimento 5 Stelle, imponendo una volta di più la propria autorità e lanciando anche un messaggio di avvertimento a quei militanti che tendono a smarcarsi in maniera eccessiva dalla sua figura. Sebbene Grillo sia pronto a considerarsi e presentarsi come nulla più che un veicolo di idee e una figura di aggregazione di cittadini comuni, la scelta di ritagliare per sé stesso – e non per il movimento – la figura di Goldstein è estremamente chiara su quali siano i reali rapporti di forza all’interno del partito.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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