Grillo tra Orwell e Berlusconi

Pubblicato il 8 Settembre 2012 alle 12:09 Autore: Matteo Patané
grillo

L’uscita del comico genovese è stata accolta, come era da aspettarsi, come un megalomane tentativo di accaparrarsi pubblicità e spazi mediatici, questo in maniera piuttosto trasversale all’arco politico e giornalistico, con una sola eccezione: Il Fatto Quotidiano. Il giornale di Padellaro e Travaglio, infatti, dedica un paio di articoli alla vicenda (reperibili a questo link e questo link) in cui sostanzialmente si schiera dalla parte del comico, evidenziando “la serie di attacchi durissimi” a cui il comico genovese è stato sottoposto nel corso dell’estate – ma dimenticando le altrettanto dure bordate da lui scagliate verso tutti i politici – e giustificandone in tal modo il ragionamento, anche se in maniera molto nebulosa quando si tratta del passaggio dall’attacco giornalistico e verbale a quello fisico.

Il post apparso sul blog di Grillo, oltre a ispirare riflessioni sul suo ruolo all’interno del MoVimento 5 Stelle, è però anche utile per comprendere l’atteggiamento di politici e giornalisti nei confronti di simili uscite, e smascherare preconcetti e ipocrisie.

Il 18 febbraio 2010 l’allora premier Silvio Berlusconi, come riporta ad esempio un servizio del TGLa7, rilasciava dichiarazioni in cui si definiva sotto assedio, e parlava di una costante minccia di eliminazione politica e fisica.

Seppure con mezzi e toni nettamente differenti – diretto e in qualche modo brutale Berlusconi, ricercato nella scelta della metafora Grillo; in TV Berlusconi, sul web Grillo – il concetto espresso è troppo simile per non far sorgere alcune domande.
Esistono motivi – anche slegati tra loro – per cui Berlusconi prima e Grillo poi dovessero temere per la propria incolumità?
Esistono motivi tali per cui si possa ritenere che uno solo dei due parlasse a ragion veduta?
Sono queste infatti le questioni che inevitabilmente ci si pongono nell’osservare l’atteggiamento da un lato del PdL e dall’altro de Il Fatto Quotidiano. Il partito di Berlusconi si è sempre contraddistinto infatti per una difesa a spada tratta delle affermazioni del proprio leader, mentre Il Fatto Quotidianosi è mostrato uno dei suoi critici più severi e intransigenti. Ora che il soggetto si è spostato da Berlusconi a Grillo i ruoli sono esattamente invertiti, ma non si evidenziano motivazioni che spieghino un simile cambio di logica, se non una simpatica politica a proprio che inficia in qualche modo la validità e l’attendibilità delle dichiarazioni riportate da simili fonti.

L’accostamento tra Berlusconi e Grillo mette in evidenza un ultimo e più importante aspetto del post di quest’ultimo sul suo blog. I principali studi elettorali sulle amministrative degli ultimi due anni hanno mostrato un flusso sempre crescente di elettori di centrodestra che, delusi da Berlusconi e Bossi, si sono rivolti a Grillo e al suo MoVimento 5 Stelle. Già con diverse uscite sui temi della moneta unica e dell’immigrazione il comico genovese aveva mostrato di aver preso atto del radicale mutamento del proprio elettorato, spostandosi su tematiche ed opinioni molto care alla destra italiana. Questo intervento evidenzia come Grillo abbia ripreso un altro tema proprio del berusconismo, ovvero la sindrome di Fort Alamo, la chiamata alle armi contro il fortino assediato, quel senso di minaccia incombente volto a riunire il popolo elettore intorno al leader; uno schema classico che tante volte ha funzionato per Berlusconi e con ogni probabilità funzionerà per un comunicatore ancora più abile di lui.
Ciò che si può dare per certo è il processo evolutivo del MoVimento 5 Stelle, che malgrado il proprio non-statuto e le proprie linee guida si configura sempre di più come una formazione leaderistica e personalistica, erede di quella fetta di elettorato più sensibile al fascino personale e alle doti comunicative di Berlusconi e di Bossi.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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