Ipsos, giù il Pdl. L’astensione si impenna al 40%

Pubblicato il 28 Settembre 2012 alle 16:57 Autore: Giuseppe Martelli

Ipsos, giù il Pdl. L’astensione si impenna al 40%

 

Il sondaggio di questa settimana realizzato da Ipsos, presenta qualche notevole differenze con le ultime rilevazioni.

Sono almeno due gli aspetti che rendono interessantissima l’ultima rilevazione demoscopia di Pagnoncelli.

Liste %
FS 2,7
SEL 5,7
PD 26,6
RADICALI 0,6
PSI 1
VERDI 1,4
IDV 6,6
MS5 17,8
UDC 6,5
API 0,3
MPA 0,4
FLI 2,4
PDL 19,2
LEGA NORD 5,2
LA DESTRA 2,1

Altri 1,5

Area non voto 40,2

In primo luogo c’è il dato sull’affluenza che risulta in controtendenza con le ultime rilevazioni. In questo caso l’astensione stimata si aggira intorno al 40%, un valore significativo e non riscontrato nelle ultime settimane.

Più o meno stabili gli altri partiti con il Pdl sotto la quota del 20% e il Pd vicino al 27%. Anche le formazioni minori si attestano su percentuali già note, tutti tranne il Movimento 5 Stelle; il partito di Grillo ritorna vicino al 18% dopo molte settimane e risulta essere non solo un dato di stock ma semmai come un trend positivo, che potrebbe portare il comico genovese al 20% e oltre nelle prossime elezioni politiche.

Rimettendo insieme i pezzi quindi abbiamo: una maggiore astensione, una sostanziale stabilità delle forze politiche tradizionali (tranne il Pdl) e una decisa crescita di Grillo. Questi indizi ci suggeriscono che la causa di questo cambiamento di scenario può essere individuata nel Laziogate,  che ha visto le dimissioni della Polverini come atto finale.

Questa ennesima storia di malaffare ha riproposto in maniera drammatica il tema della casta e degli sprechi e, l’unico in grado di trarre  giovamento da questo clima, è l’ultimo nato tra i partiti anti-sistema:  il M5S. Ovviamente anche l’astensione torna a salire alla luce di questi eventi e, chiaramente, il partito di Berlusconi, che è quasi sempre protagonista di queste torbide storie, paga dazio proprio nella fase in cui sembrava esserci una leggere ripresa.

In definitiva Grillo e i partiti tradizionali appaiono legati da un doppio filo e da qui a marzo saranno gli scandali a segnare il ritmo della campagna elettorale (perché c’è da scommettersi che le inchieste non si fermeranno al Lazio). Nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo il M5S può contare sull’ aiuto dei partiti tradizionali che appaiono davvero in balia delle procure, specialmente grazie ai gruppi dirigenti locali.

Le elezioni rappresenteranno quindi un grande momento sopratutto perché sarà curioso capire cosa faranno i grillini in Parlamento. Se il movimento di Beppe Grillo dovesse ottenere una percentuale vicina al 20% sarà difficile considerare il M5S una semplice forza “anti” come accadde per Lega ed Idv, in diversi cicli storici. Fin dai primi mesi si potrà cogliere l’effetto che farà ai seguaci del MoVimento il contatto con le stanze del potere.

Per commentare su questo argomento clicca qui!