La carica delle pagine politiche satiriche su Facebook

Pubblicato il 15 Novembre 2012 alle 12:38 Autore: Giacomo Bottos

Uno degli esempi più famosi è la pagina Siamo la gente, il potere ci temono. Qui si vedono raccolte già molte caratteristiche di questo tipo di pagine. La pagina si pone come un finto movimento politico. Vengono pubblicati messaggi molto diversi, ispirati all’attualità o a contenuti che “girano” su Internet, ma con diverse costanti: un linguaggio, dei termini ricorrenti. In questo caso le peculiarità sono le maiuscole insistite, il linguaggio volutamente sgrammaticato per trasmettere la “popolarità” del movimento, alcuni bersagli polemici (la “Casta”, i “professoroni della sinistra”, i “masoni”). In generale si tende a creare un microcosmo, un universo con delle regole, anche se infinitamente variabili e interpretabili, dei personaggi fittizi (“il sen. Frustalupi”), delle parole d’ordine riconoscibili. I fan della pagina “stanno al gioco”, si adattano al linguaggio, producono anch’essi contenuti nello spirito della pagina.
In tutto questo, la pagina persegue però un intento politico molto chiaro: criticare lo spirito ingenuo e semplicistico di tante polemiche sui “costi della politica”, un certo complottismo acritico, e più in generale tutte le incoerenze del Movimento 5 Stelle e di altre entità simili. E riesce in effetti a ottenere il suo scopo in maniera molto più efficace di tante dissertazioni allarmate e preoccupate sullo stesso argomento.

pagine politiche satiriche

Un altro esempio è Accelerare il declino, pagina che prende in giro il movimento politico fondato da Oscar Giannino, Fermare il declino. La pagina esorta ironicamente a mettere in atto strategie per “accelerare il declino italiano”, cosa per la quale “la crisi finanziaria costituisce un’eccellente occasione”. Le strategie proposte sono spesso un’estremizzazione in chiave parodistica delle stesse ricette liberiste proposte da Giannino e Boldrin, suggerendo l’idea che il movimento in questione in verità sia un segreto alleato di “Accelerare il declino”.

Un caso più complesso e sofisticato è invece quello del Partito Comunista Reazionario. Si tratta di un immaginario Partito (che parla sempre di sè in terza persona indicandosi come “il Partito”) che si pone come erede tanto del comunismo reale (nelle sue varie versioni sovietica, coreana, cubana, cinese) quanto della tradizione cattolica più reazionaria, proponendo una sintesi basata su un atteggiamento programmaticamente dogmatico e intollerante, che esige dai militanti una fede e un’adesione acritica e incondizionata.

pagine politiche satiriche

Il Partito si oppone poi fieramente ai valori del Progresso, proponendo il ritorno al passato. Il Partito propone “all’adorazione dei militanti” un Pantheon in cui Stalin, Togliatti e molti altri personaggi della tradizione comunista convivono con papi, ecclesiastici e politici democristiani. Questo improbabile Pantheon prende in giro le costruzioni identitarie fatte all’epoca della creazione del PD, proponendo invece una sintesi tra “comunisti e cattolici” che mette insieme proprio gli elementi più retrivi e conservatori di entrambe le tradizioni. Più in generale il Partito prende di mira una certa idea della politica basata sui partiti liquidi, una certa retorica dei giovani, della modernità, proponendo invece provocatoriamente una carrellata di tutti i più “pesanti” elementi della politica del Novecento. Inoltre anche il discorso sulla Casta viene rovesciato mettendo in rilievo tutti gli elementi più barocchi e “kafkiani” della burocrazia e della politica italiana: dalle auto blu, alle deroghe e alle proroghe, dal manuale Cencelli alle poltrone. Tutto questo all’insegna dello slogan del Partito: “Tanto peggio per i fatti”.

pagine politiche satiriche

Balzata invece di recente agli onori delle cronache è la pagina Marxisti per Tabacci. Il volto di Bruno Tabacci compare in numerosi fotomontaggi ripresi dall’iconografia sovietica e comunista in generale, accanto a Lenin, Stalin, Fidel Castro ecc. L’improbabile accostamento, complice la crescente attenzione mediatica per le prossime primarie del centrosinistra, ha fatto sì che la pagina ottenesse ampia visibilità anche sulla stampa tradizionale. Lo stesso Tabacci ha apprezzato l’idea tanto da averla lui stesso citata più volte, su Facebook e in televisione. Così come è avvenuto in passato per Giuliano Pisapia (con “E’ tutta colpa di Pisapia”) paradossalmente la pagina (che ha più fan di quella ufficiale del candidato) ha contribuito alla visibilità di Tabacci più delle stesse iniziative intraprese nell’ambito della sua campagna elettorale.

L'autore: Giacomo Bottos

Nato a Venezia, è dottorando in filosofia a Pisa, presso la Scuola Normale Superiore. Altri articoli dell’autore sono disponibili su: http://tempiinteressanti.com Pagina FB: http://www.facebook.com/TempiInteressanti
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