Sondaggio TP Primarie PD: Bersani in testa, ma a rischio la quota 50%. Marino in crescita

Pubblicato il 24 Ottobre 2009 alle 14:01 Autore: Redazione
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Sondaggio TP Primarie PD: Bersani in testa, ma a rischio la quota 50%. Marino in crescita

Sono i primi risultati del sondaggio CAWI condotto da Termometro Politico tra ieri e oggi, con un campione di 4.000 casi. I dati sono stati profilati per sesso, età, regione di residenza, titolo di studio, professione e voto passato (Primarie 2007 e Europee 2009). Sono stati presi in considerazione solo i probabili votanti alle consultazioni di domenica, cioè quanti dichiarano che ‘sicuramente’ o ‘probabilmente’ andranno alle urne.

Pier Luigi Bersani appare in testa (sopra il 47%), ma è a rischio il raggiungimento del 50% più uno dei voti necessario per non passare dall’Assemblea del PD; Dario Franceschini e soprattutto Ignazio Marino sono in crescita rispetto ai risultati dei congressi di circolo, con l’attuale segretario stimato tra il 37 e il 40% e il senatore chirurgo tra l’11,5 e il 14,5.
Si tratta comunque solo di una prima stima, basata su una previsione di affluenza a 1,5-1,7 milioni di votanti. Secondo il PD sono stati superati i 2 milioni di votanti alle 17.30, il che rende la corsa più incerta e difficile da valutare.

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I grafici mostrano la composizione “elettorale” degli italiani orientati a votare domani alle primarie del Partito Democratico (sulla base del voto dato alle recenti elezioni Europee di giugno).

Come possiamo vedere, in tutti e tre i candidati (e in quelli che andranno a votare ma sono ancora indecisi), prevale fortemente la componente di chi ha votato PD a giugno. L’elettorato democratico che dice che voterà alle primarie avvantaggia nettamente Franceschini e Bersani su Marino. Ma è interessante anche la diversa combinazione di chi ha votato altri partiti.

Naturalmente, per la stragrande maggioranza gli altri partiti sono partiti di centrosinistra: in primis l’Italia dei Valori, che raccoglie tra il 5 e il 19% di chi andrà a votare per i tre candidati (se guardiamo alla distribuzione per ogni candidato, l’elettorato dipietrista premia soprattutto Marino, mentre il più penalizzato è Bersani).

Anche la sinistra radicale, composta da chi ha votato alle europee Sinistra e Libertà o Rifondazione – Comunisti italiani, è presente in questo elettorato, con una percentuale che va dal 3% al 13% (in particolare, in questo elettorato va forte Marino, mentre Bersani regge e Franceschini appare decisamente debole). E chi a giugno ha votato invece la lista Pannella-Radicali a giugno inciderà tra l’1 e il 5% sull’elettorato delle primarie (tra i radicali la prevalenza del senatore chirurgo, noto per le battaglie sulla laicità, è netta e non sorprende, mentre a soffrire è soprattutto Bersani).

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