Diritti civili e campagna elettorale: non si vive di sola economia

Pubblicato il 4 Gennaio 2013 alle 11:37 Autore: Davide Valenti

A sinistra le cose vanno meglio? Non è detto. Le tematiche sopra citate non sono certo essenziali nei punti delineati da Antonio Ingroia e dalla sua Rivoluzione civile. Vale la pena citare Barbara Spinelli, secondo cui tra Monti e Ingroia “siamo pieni di tecnici che vogliono raddrizzare gli italiani anziché aiutarli a vivere meglio”.  Rimane il Pd, con o senza Sel. Sulla carta, Pierluigi Bersani ha promesso, in caso di vittoria, una sterzata in avanti su diritti civili, biotestamento, cittadinanza agli immigrati di seconda generazione. Per far questo, però, è necessario un Parlamento sensibile. Sarà in grado il Pd di prometterlo? Sulla carta, il rinnovamento che possono portare parecchi nomi usciti vincitori dalle primarie parlamentari, da Pippo Civati a Sergio Lo Giudice a Marilisa D’Amico – la giurista sostenuta da Valerio Onida e principale artefice del registro delle unioni civili a Milano – è importante. Dietro l’angolo, però, ci son sempre le Rosy Bindi e i Beppe Fioroni della situazione, pronti a tutto e a tutti i costi. Pd a parte, c’è la grande incognita del MoVimento 5 Stelle. Beppe Grillo, lo sappiamo,è molto attento alle tematiche ambientali e molto meno “progressista” su immigrazione e diritti civili. I futuri parlamentari del M5S come si orienteranno?

Ultima, ma non meno importante, la questione dell’identità di genere, in un Paese in cui un Don Corsi è stigmatizzato, ma anche difeso e infine tollerato. Ma, a prescindere dalla piaga del femminicidio, ad oggi in Italia le donne non sono protagoniste in politica, né artefici del successo dei loro consorti. Riprendo con piacere un pezzo di Flavia Amabile, che su La Stampa sottolineava il confronto impari tra Obama e i due sfidanti delle primarie Bersani e Renzi. Partendo dal discorso della vittoria di Obama e del suo Michelle, I’ve never loved you more, Amabile sostiene che in quel discorso “era contenuta la più strabiliante dichiarazione d’amore e di un uomo di potere, e per di più nei confronti della moglie. C’era amore e c’era, soprattutto, rispetto”.  E in Italia? Qui, le gentili signore “debbono accontentarsi delle scuse – così è stato per la signora Bersani e la signora Renzi durante il confronto tv seguito da oltre 6 milioni di persone – e dietro questa parola si nasconde il solito vecchio, ammuffito maschilismo, quel patto non scritto che tiene insieme tante famiglie dalle nostre parti”. Proprio così: e vale, abbiamo visto, anche per leader e aspiranti tali del centrosinistra, nonché ovviamente per Monti, della cui signora ricordiamo solo l’acquisto del cenone di fine 2011, citato nella risposta sarcastica del marito alle sciocche accuse di Calderoli che sosteneva che il premier regalasse cotechino e lenticchie a tutta la famiglia coi soldi nostri.  Abbiamo così saputo che Elsa Monti è andata a comprare la carne dal pizzicagnolo a Roma, come va a curiosare nelle bancarelle di piazza Wagner a Milano. Un angelo del focolare, insomma. La strada è, molto, lunga. Eppure, tutte le tematiche citate aiutano un Paese a vivere meglio. E , quindi, anche la sua economia. Se no, in Iran si vivrebbe meglio che in Olanda.

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L'autore: Davide Valenti

Giornalista, si è occupato per anni di comunicazione aziendale. Ora racconta la politica per mestiere e sogna di fare lo scrittore. Fiero di essere torinese, anche se vive a Milano ed è innamorato di Matera. Su Twitter è il @davideracconta, il suo blog personale è davide-valenti.blogspot.it
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