Termometro Finanziario: le borse si godono la (momentanea) serenità nell’economia

Pubblicato il 14 Gennaio 2013 alle 10:18 Autore: Giovanni De Mizio

L’economia internazionale tira un sospiro di sollievo. Borse in pausa questa settimana, ma sempre sui massimi degli ultimi anni, spinte dal rasserenarsi della congiuntura economica e della situazione politica nei Paesi più osservati per i propri squilibri interni.

In Giappone il nuovo Shinzo Abe ha presentato il nuovo pacchetto di stimolo dell’economia, nel tentativo di uscire dalla deflazione e dalla stagnazione economica. Il pacchetto di circa 90 miliardi di euro ha come obiettivo una crescita del PIL di 2 punti percentuali e la creazione di 600 mila posti di lavoro, per porre un tampone al tasso di disoccupazione, sui massimi storici del 4%. Sono attese tuttavia ulteriori misure di stimolo quando Abe metterà le mani sulla Nippon Ginkou, la banca centrale, con l’obiettivo di porre in essere una politica monetaria più aggressiva e accomodante, in linea con quella della Fed di Ben Bernanke.

Negli USA, nonostante la calma piatta, si attendono i negoziati sul tetto di bilancio, nel tentativo di uscire da una situazione paradossale: il Congresso obbliga il Governo a spendere una certa quantità di denaro per il funzionamento dello Stato, ma lo stesso Congresso (specie la Camera, a maggioranza repubblicana) non sembra propenso ad alzare il tetto del debito pubblico, costringendo il Governo allo “spegnimento” e al default tecnico. A problemi paradossali soluzioni paradossali: nel dibattito a proposito di economia è entrata in campo la possibilità che il Governo decida la coniazione di una moneta di platino del valore di mille miliardi di dollari, da depositare presso la Fed, in cambio di quattrini. La proposta, di per sé non illegale, è ovviamente una boutade, ma d’altro canto il teatrino imbastito fra Campidoglio e Casa Bianca ha i contorni del ridicolo.

In Europa i governi sperano che nel 2013 l’economia riesca a vedere la luce in fondo al tunnel. Gli spread sono in caduta libera, ma la sensazione è che l’UE abbia deciso di adagiarsi su questo mare di tranquillità: non è così sicuro che vedremo questa luce in fondo al tunnel, anche perché non siamo neppure sicuri che abbiamo capito dove ci troviamo, in questo tunnel. A meno che non si ritenga “luce” una crescita zerovirgola nel 2014, dopo dieci anni di depressione economica, ma in quel caso dovremmo prima andare alla ricerca del senso del ridicolo perduto. Nel 2013, comunque, terranno banco le elezioni politiche italiane e quelle tedesche: le acque, pertanto, dovrebbero cominciare a smuoversi solo verso l’autunno.

Passiamo quindi all’agenda macroeconomica della settimana. Lunedì si segnalano le produzioni industriali di Italia e Zona Euro: in entrambi i casi si attende un dato che conferma i livelli produttivi del mese precedente. Martedì sarà giornata di inflazione per Germania e Italia: anche in questo caso dovrebbe venire confermata l’inflazione già registrata, con un tasso annuo stabile poco sopra il 2%. Negli USA sarà fondamentale tenere in osservazione il dato sulle vendite al dettaglio: si prevede un lieve aumento dello 0,2%.

Mercoledì toccherà a Zona Euro e USA registrare i propri tassi di inflazione: entrambi non dovrebbero segnalare sconvolgimenti, con tassi attesi rispettivamente al 2,2% e all’1,8%. Giovedì conosceremo i dati sui nuovi cantieri residenziali e nuovi permessi di costruzioni rilasciati negli Stati Uniti: il settore edilizio dovrebbe dare qualche lieve segnale di vita. Inoltre verrà rilasciato il dato sui jobless claims, che dovrebbero risultare stabili a 370mila unità.

Chiudono la settimana il PIL cinese, atteso a +7,8% dopo il 7,4% precedente, gli ordini all’industria italiani, previsti in crescita del 2%, e l’indice che misura la fiducia delle famiglie rilasciato dall’università del Michigan: gli analisti si attendono una stima preliminare in crescita a 75,1 punti.