Fenomenologia del voto utile

Pubblicato il 31 Gennaio 2013 alle 18:30 Autore: Matteo Patané

In questa fase di campagna elettorale, non sarebbe scorretto affermare che la governabilità del Paese dipende dal comportamento degli elettori di Rivoluzione Civile in Lombardia. Una responsabilità sicuramente sconosciuta in termini di intensità per qualsiasi altro elettore europeo, e che trova un riscontro solo nel modello elettorale statunitense.

Con quali strumenti, quindi, il comune cittadino potrebbe affrontare questa responsabilità?

Vi è, in primo luogo, uno zoccolo duro di elettori, fedelissimi di un partito o di un’ideale, per il quale il voto a qualsiasi altro partito risulta sprecato e chiunque si ritrovi al governo che non sia la formazione da lui votata sarà egualmente deprecato. Per costoro, naturalmente, il problema del voto utile – giustamente – nemmeno si pone. Nel caso dell’esempio precedente di Rivoluzione Civile, sono quegli elettori per i quali avere Berlusconi, Monti o Bersani al governo è del tutto indifferente.

Resta tuttavia il punto che la questione del voto utile è una questione di non secondaria importanza, di impatto reale e profondo sul risultato delle elezioni e di fatto non ascrivibile in toto alla semplice propaganda elettorale. Per gli elettori che si identificano (ancora?) con le parole destra e sinistra, e in generale per gli elettori per i quali vige un ordine generale di preferenza nella composizione del prossimo Parlamento che si estende al di là del partito o della coalizione prescelta, una riflessione sul voto utile diventa inevitabile: il rischio che una preferenza meramente di protesta, o in generale un voto ad un progetto politico non competitivo, porti alla vittoria di un candidato di un’area politica diametralmente opposta invece che di un candidato “contiguo” è un’evenienza reale, e questo fattore non può essere ignorato – con conclusioni che ciascun elettore dovrà maturare in virtù delle proprie idee – al momento dell’apporre il segno con la matita copiativa nel segreto della cabina elettorale.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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