Lavorare meno, lavorare tutti

Pubblicato il 4 Marzo 2013 alle 11:31 Autore: L Undici

La responsabilità di chi ha governato, non solo c’è, ma in queste terre – l’intero Sud – è esponenziale. Per combattere l’ascesa di questo male, che ha preso di mira anche altre regioni d’Italia – come ci ha dimostrato Roberto Saviano, ingiustamente contrastato dall’allora ministro dell’interno Roberto Maroni – bisogna agire, ognuno per quel che può, sempre. Roberto Saviano non è nuovo a questi attacchi, che sono poi attacchi a tutti noi. Secondo Silvio Berlusconi (a quei tempi presidente del consiglio) il libro Gomorra avrebbe dato troppa pubblicità alla mafia e danneggiato l’immagine dell’Italia. A queste affermazioni, in pieno stile da “macchina del fango”, Emilio Fede (allora direttore del Tg4) aggiunse che Roberto Saviano avrebbe ottenuto una visibilità eccessiva rispetto ai suoi meriti. La dimostrazione che alcune pagine del passato siano drammaticamente attuali, è palpabile ovunque; proprio per questo motivo è importante l’azione di ognuno, la scelta che tra pochi giorni siamo chiamati a esprimere in quanto elettori, depositari del primo strumento di partecipazione.

È in quel momento che ognuno di noi diventa artefice del futuro del popolo italiano. Ma affinché questo futuro non sia lasciato in balìa di candidati capaci di soggiogare gli elettori con vane promesse, lancio un appello alle persone oneste: «Qualora veniate a conoscenza di illiceità relative alle elezioni, denunciatele».

Questi gesti di fratellanza darebbero, ai nostri connazionali più in pena, la forza per reagire alle lusinghe di coloro che manovrano il bindolo. Tali figuri, facendo leva sul bisogno e la disperazione di un uomo già abbondantemente falcidiato, barattano il voto con i diritti.D’altra parte, non si può condannare l’elettore onesto che non si senta ben rappresentato. Ma a questo punto è utile fare una distinzione, prettamente tecnica, tra la politica e la plutocrazia. Si tratta di due piani differenti di discorso, seppur strettamente concatenati.

Vi sono organismi o istituti tecnocratici (non democratici) – come la Banca centrale europea, il Fondo monetario internazionale, l’Organizzazione mondiale del commercio… – che hanno invaso il campo della politica.

A questo scenario bisogna aggiungere che alcune decisioni vengono prese dalle multinazionali, il cui potere è in continua ascesa e pressoché oscuro. Il popolo ha bisogno di governanti che ha eletto, non di padroni. Per ristabilire quest’ordine – la democrazia –, per non lasciare il governo nelle mani del mercato finanziario e commerciale, occorre un’inversione a favore della politica. Finché non sarà intrapresa questa strada, l’elettore onesto si sentirà sempre meno ben rappresentato. Gli unici in grado di compiere questa grande impresa, che oggi assume il carattere di una sfida, sono i politici. Ecco perché oggi il ruolo dell’elettore onesto è di fondamentale importanza. Quell’elettore potrà deputare la persona che gli garantirà questo impegno e, consequenzialmente, lo ispirerà a prendere parte alla vita politica, ridonandogli il suo ruolo di cittadino.

Ma come si individua il candidato cui affidare la suddetta ricostruzione?

Bisogna superare alcuni ostacoli, il primo dei quali è la finta coalizione. La coalizione – l’unione di più partiti – nasce su un principio di fondo, l’accordo fra le parti al fine di governare al meglio, vale a dire negli interessi di tutti i cittadini, di tutta la nazione. Se ciò non accade, bisogna capire perché.

I bari – Caravaggio

Nei tempi più o meno recenti, abbiamo assistito allo sfasciarsi di coalizioni che si presentavano indissolubili… molto spesso erano finte, in quanto avevano a cuore non gli interessi dei cittadini, bensì i propri a discapito di tutti gli altri. Affinché tutto ciò non si ripeta, è necessaria la partecipazione delle persone oneste, le uniche in grado di far luce su queste nefandezze, di contrastare questa genìa politica.

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L'autore: L Undici

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