Elezioni Friuli Venezia Giulia: flussi elettorali 2008-2013, il caso di Pordenone

Pubblicato il 21 Aprile 2013 alle 11:32 Autore: Matteo Patané
Elezioni Friuli Venezia Giulia: flussi elettorali 2008-2013, il caso di Pordenone

I dati della tabella finale, pur con i limiti derivanti dallo scarso numero di sezioni, certificano il grande successo del MoVimento 5 Stelle e l’affanno di PD e PdL: i democratici mantengono poco meno dei due terzi del proprio elettorato, con dispersioni verso i grillini, Ingroia e Scelta Civica (curiosamente gli interscambi con SEL sono stati invece molto limitati). Al tempo stesso riescono a raccogliere voti in libera uscita dall’UdC, dalla vecchia Sinistra Arcobaleno e dall’Italia dei Valori.

I berlusconiani invece confermano appena il 40% circa dei propri voti, anche se va osservato che intorno al 15% dell’elettorato del PdL lascia il partito ma resta all’interno della coalizione di centrodestra. Da notare un 10% in fuga verso Giannino, e quasi il 20% che invece si rivolge a Mario Monti. Al contrario, il PdL riesce a raccogliere voti dalla Lega Nord e dalle formazioni minori.
Proprio la Lega appare oggetto di una vera disfatta: appena il 18% dei votanti del 2008 conferma la propria scelta, con una massiccia fuga verso il MoVimento 5 Stelle e in subordine il PdL, senza trascurare una fortissima componente di astensionismo.

Flussi in uscita naturalmente non ve ne possono essere per il MoVimento 5 Stelle, ma diventa interessante osservare quanto è in grado di recepire dalle altre formazioni: alla fine – considerata anche la comunanza tra i due elettorati – non stupisce che oltre il 50% di chi nel 2008 aveva votato IdV si sia gettato su Grillo, così come il 20% di chi aveva scelto Sinistra Arcobaleno; rimarchevole poi il 37% dei leghisti che ha scelto M5S, ma anche il 28% di chi nel 2008 aveva scelto UdC, mentre alla fine il PD, con appena un 10% dell’elettorato 2008 passato a Grillo, è apparso alla fine tra i partiti più impermeabili agli assalti a cinque stelle, almeno a Pordenone.

È difficile trarre da questi dati una previsione sulle regionali 2013, perché il voto della prossima domenica subirà l’impatto emotivo dell’elezione del Presidente della Repubblica; la lotta per la regione si mostra tuttavia quantomai aperta: lo smottamento elettorale provocato dall’ingresso in gioco del M5S ha in qualche modo scompattato i blocchi elettorali, consentendo passaggi anche significativi di voti da uno schieramento all’altro.
Voti freschi, non ancora stabilizzati e quindi a loro volta particolarmente contendibili.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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