Pd: tensione sulla data del congresso, i renziani “Facciamolo il 24 novembre”

Pubblicato il 8 Agosto 2013 alle 19:20 Autore: Gabriele Maestri

I riflettori politici di questa sera sono tutti per la direzione nazionale del Pd. Li hanno accesi le polemiche seguite alla condanna definitiva di Berlusconi, le parole di ieri di Matteo Renzi e l’attenzione legata alla questione del congresso.

Per quanto si sa, l’ordine del giorno della Direzione prevede solo la relazione del segretario Guglielmo Epifani sulla situazione politica nonché le immancabili “varie ed eventuali”.

Non si parla di data per il congresso, né di regole per l’elezione del segretario, ma per più di qualcuno almeno il giorno dell’assise dovrà uscire dalla riunione di oggi.

epifani

Alla direzione sarà presente anche il presidente del Consiglio, Enrico Letta: probabilmente chiederà più impegno al suo partito, per non essere lasciato solo in balia delle decisioni del Pdl e dello stesso Berlusconi, dopo la sentenza della Cassazione e le ultime dichiarazioni di Epifani di ieri.

Sulla questione congresso, le posizioni che si confrontano nel Pd sono almeno due: da una parte Epifani, che vorrebbe rinviare ogni decisione a settembre, affidandola all’assemblea nazionale; dall’altra i renziani, secondo i quali quell’organo non rappresenta più il Pd e punterebbero ad avere già oggi, se non una data per il congresso, almeno un impegno a svolgerlo entro l’anno (della stessa idea anche Goffredo Bettini e i candidati alla segreteria Gianni Cuperlo, Gianni Pittella e Pippo Civati).

matteo renzi

La proposta di Roberto Gualtieri, per far svolgere prima i congressi locali (di circolo, comunali, provinciali) coinvolgendo gli iscritti, poi quelli regionali aperti anche agli aderenti, fino alle primarie per il segretario nazionale aperte anche a non iscritti, sembra riscuotere un accordo vasto. Resta il dilemma della coesistenza tra guida del Pd e candidatura a palazzo Chigi: c’è già chi ipotizza (o teme) un accordo per proiettare Renzi verso il governo e restituire a Bersani la guida del partito (a tutto danno dell’esecutivo di Enrico Letta). Di concreto, per ora, c’è solo l’ordine del giorno della direzione di stasera.

EPIFANI “SU BERLUSCONI NESSUNA SPECULAZIONE NE’ PROVOCAZIONE”

Prova a gettare acqua sul fuoco il segretario del Pd Guglielmo Epifani dopo la sua intervista rilasciata al Corriere in cui dichiarava che Berlusconi doveva accettare la condanna senza se e senza ma. “Nessuna provocazione o speculazione da parte nostra sulla sentenza della Cassazione. Abbiamo inteso solo ricordare i principi generali”. Per quanto riguarda il congresso del Pd invece il segretario conferma “tempi e funzioni” indicati nella direzione passata. L’assemblea che darà quindi via al congresso si svolgerà il 20/21 settembre mentre c’è ancora incertezza sulla data per le primarie. Epifani invita il governo a procedere senza “fibrillazioni e logoramenti”. Invito che il premier Letta, anche lui presente alla direzione Pd, raccoglie “L’alternativa a questo governo vorrebbe dire elezioni subito e con questa legge elettorale necessità di nuove larghe intese”.

RENZIANI E GIOVANI TURCHI “LA DATA DELLE PRIMARIE SIA IL 24 NOVEMBRE”

Renziani e giovani turchi alleati contro Epifani e la classe dirigente del partito democratico. Il motivo? La data delle primarie per l’elezione del segretario Pd. Durante la direzione di giovedì 8 agosto infatti è stato lasciato in sospeso il giorno in cui si svolgerà il congresso. Cosa che ha fatto andare su tutte le furie i fedelissimi del sindaco di Firenze e i giovani turchi guidati da Orfini. “Se c’è una cosa certa che è stata decisa nella riunione della Direzione del Partito Democratico di ieri sera è che sono state fissare due date: la prima, il 20/21 settembre per lo svolgimento dell’Assemblea Nazionale, la seconda, il 24 novembre per lo svolgimento delle primarie per l’elezione del Segretario nazionale – spiega Lorenzo Guerrini – Per questo trovo assolutamente fuori luogo la nota della segreteria del partito che afferma che la data del 24 novembre è puramente indicativa”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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