Riforme, è bagarre M5S-Boldrini a Montecitorio

Pubblicato il 10 Settembre 2013 alle 18:43 Autore: Gabriele Maestri

Apriti cielo, anche se per dare fuoco alle polveri è bastato aprire il microfono. “Pd e Pdl sono due partiti surreali” ha gridato convinto il M5S Alessio Villarosa. Chiaro che ai surreali la cosa non sia piaciuta per niente.

Così il dem Ettore Rosato si è scagliato contro “insulti e provocazioni inaccettabili”, chiedendo ai cittadini stellati “senso di responsabilità e rispetto delle regole di convivenza invece di sollecitare i mal di pancia più profondi della gente”.

Non era certo un’offerta di pace, la sua, ma ci ha pensato Alessandro Di Battista a gettare fiotti di benzina sul fuoco, anche perché l’idea che l’esposizione dello striscione sul tetto della Camera possa essere in qualche modo punita da una prossima riunione dell’ufficio di presidenza, non gli va proprio giù. “Puniteci, sanzionateci a cinque stelle, tanto lo rifaremo mille volte – ha proclamato con potenza a tutta l’aula -. Il Pd è peggio del Pdl. Puniteci ma prima sbattete fuori i ladri“, guarnendo le parole col gesto delle manette.

Laura Boldrini, presidente della Camera

Laura Boldrini, presidente della Camera

Al suo segnale, scatenate l’inferno. O, se non altro, le urla di sdegno che da ogni parte dell’aula si sono avvertite con chiarezza. E al Pdl Simone Baldelli non è bastato il nuovo richiamo della Boldrini: “Qui non e’ un asilo infantile. Quest’Aula va presieduta con fermezza e serietà”. Non deve averlo ascoltato il collega dell’Udc Angelo Cera, che poco dopo è sbottato del tutto e sarebbe partito come un treno verso i banchi dei 5 Stelle, se solo i commessi trafelati non lo avessero fermato.

Unica soluzione, sospendere la seduta e convocare i capigruppo. Tutti, non solo quello del M5S, perché il giochino era davvero sfuggito di mano a tutti o quasi. I lavori alla Camera riprenderanno domani (“Non è dando questo spettacolo che si rinsalda il prestigio delle Istituzioni: l’aula non è né un ring né un Colosseo” ha detto la presidente Boldrini), ma intanto ci ha pensato il 5 Stelle Danilo Toninelli a postare su Twitter un video ripreso da uno smartphone subito dopo la sospensione, che mostrerebbe il il placcaggio di un gruppo di deputati verso i banchi del M5s ad opera dei commessi trasformati in arbitri di wrestling.

“Pidiellini, probabili professionisti a libro paga di Berlusconi – cinguetta Toninelli a commento del video  – aggrediscono il M5S”. “Siamo stai accerchiati da tutti i deputati di Pdl e Pd – rincara il collega Sergio Battelli su Facebook – moltissimi i commessi hanno cercato di mantenere la calma. E’ bello vedere come si scalda il Pdl quando gli si mette davanti la verità, coda di paglia!?!”

Viene quasi da rimpiangere i tempi del ’49, quando si votava per l’adesione dell’Italia alla Nato e bisognava aspettare i resoconti parlamentari per sapere che il Pci Giuliano Pajetta si era lanciato “a catapulta” contro un altro deputato, poco prima che in una rissa volasse persino un cassetto. Allora si doveva immaginare la scena, ora basta un cellulare e le immagini delle risse, dovutamente squadrettate, arrivano ovunque. E di solito sono molto più becere di quelle immaginate.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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