La “sexy barista” nel Partito protezione animali

Pubblicato il 16 Settembre 2013 alle 14:33 Autore: Gabriele Maestri

D’accordo, da quando Henry Ford ha iniziato a dire che la pubblicità è l’anima del commercio sono passate varie manciate di anni, ma il principio (pur vecchiotto) resta valido. I commercianti lo sanno, compresa Laura Maggi. Barista di professione nel bresciano, “sexy barista” per i giornalisti e i clienti dall’occhio acchiappato. E ora, a quanto dice oggi l’Ansa, pure iscritta al Partito protezione animali.

E’ passato più di un anno e mezzo da quando (era la metà di febbraio del 2012) i media locali hanno dato conto dell’ira funesta delle donne (fidanzate o sposate) di Bagnolo Mella e dintorni e delle preoccupazioni della sindaca del paese per i parcheggi selvaggi e qualche atto di vandalismo davanti al suo locale. Da allora la Maggi ha guadagnato un bel numero di clienti in più (“vengono anche da 100 chilometri per bere e vedermi” ammise allora), almeno un calendario e una copertina di Playboy, oltre che un nuovo locale a Brescia rilevato pochi mesi fa.

Di politica, però, non si parlava, finché qualche giorno fa non sono circolate le prime notizie dell’iscrizione della barista al Partito protezione animali, una sigla politica semisconosciuta, che volendo rischia anche di essere confuso con il Partito Pensiero Azione, che ha depositato il suo simbolo anche alle ultime elezioni politiche.

Laura maggi 2

Il movimento che ci interessa, invece, ha sede a Montichiari (sempre nel bresciano, solo 22 km da Bagnolo Mella), ha aperto una decina di altre sezioni qua e là (due delle quali a Brescia) e per simbolo, oltre al nome e alla sigla, ha la classica impronta di una zampa. L’idea non è  originale (alle ultime elezioni comunali di Roma, per dire, una lista si chiamava proprio “La Zampa”), ma c’è da giurare che oggi il sito del partito (scarno e piuttosto “fermo”) avrà guadagnato un numero pazzesco di accessi.

Pubblicità per la Maggi dunque (che non allontana i riflettori dalla sua immagine) e pubblicità, tanta, per il Ppa, che sarà infinitamente grato alla sua generosa comprovinciale. Che non si nega nemmeno a un video amatoriale, pubblicato sempre dall’Ansa, in cui spiega la sua “nuova” vita politica seduta su una panchina.

Banditi gli abiti provocanti, la nuova divisa è una camicetta bianca (sbottonata), gonna scura. Cosa l’ha spinta alla nuova avventura? “Senza dubbio l’amore per gli animàli e l’ambiènte – spiega, calcando la cadenza bresciana mentre accarezza il suo cagnolino – ma la spinta direi proprio è stata la voglia di veder cambiare le cose, di essere in prima linea nella lotta per i diritti degli animali e di cercare di essere presente io in prima persona”.

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L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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