Maroni (Lega): “Su Bossi-Fini polemiche ipocrite”

Pubblicato il 5 Ottobre 2013 alle 12:58 Autore: Gabriele Maestri
Roberto Maroni

La legge che attualmente regola l’immigrazione non porta “giornalisticamente” il suo nome, ma ne è stato uno dei maggiori difensori, da ministro dell’Interno. E quel ruolo continua a mantenerlo: Roberto Maroni, segretario (ancora per poco) della Lega Nord e presidente della regione Lombardia, è profondamente convinto che la “legge Bossi-Fini” non debba essere cambiata e nemmeno le regole che sono state introdotte successivamente.

”Cambieranno la Bossi-Fini? Mi auguro di no, sono tutte discussioni ipocrite che sia colpa della Bossi-Fini quello che è accaduto” ha detto il leader leghista mentre era a Varese per inaugurare la fiera. La responsabilità, per lui, sta altrove: ”Semmai la colpa è di chi non fa gli accordi internazionali che io ho fatto, per pattugliare le coste e impedire le partenze”.

roberto Maroni

Nessun ripensamento, dunque, dell’ex titolare del Viminale sulla politica migratoria dell’Italia, nemmeno dopo la tragedia di Lampedusa e gli appelli di varia provenienza a modificare la normativa in vigore, a partire da quelli del presidente del Senato Grasso e della presidente della Camera Boldrini. Anzi, Maroni ribadisce ulteriormente il suo pensiero: ”Il principio che chi viene qui deve avere un lavoro deve essere mantenuto”. Chiusura completa, dunque, a ogni possibile modifica sostanziale delle norme sull’immigrazione, specie clandestina.

Nell’occasione è stato chiesto a Maroni anche un commento sugli ultimi sviluppi della vicenda di Silvio Berlusconi, dopo che ieri la Giunta delle elezioni del Senato ha deciso di proporre all’aula di palazzo Madama la dichiarazione della sua decadenza da senatore. Il presidente lombardo, tuttavia, ha preferito non rispondere ai giornalisti. E’ noto del resto che la Lega Nord aveva accolto con favore l’idea delle “dimissioni di massa” dei parlamentari del Pdl (cui aveva mostrato di voler aderire) in solidarietà a Berlusconi, per cercare di convincere il capo dello Stato Giorgio Napolitano a sciogliere in tempi brevi le Camere.

La posizione di Maroni sulla legge Bossi-Fini è condivisa da Maurizio Gasparri (Pdl): “Inutile prendersela con la Bossi-Fini. La legge va bene, non va smantellata e tutte le critiche di questi giorni sono pretestuose e negano l’evidenza. La colpa di quanto accade nel Mediterraneo è dell’Europa, delle sue strutture pompose ma inefficienti, di chi ha alimentato false rivoluzioni nel Nord Africa, di chi ha fatto saltare gli accordi impedendo il controllo delle partenze di clandestini. La tragedia di Lampedusa ha preso dimensioni abnormi. La coscienza dell’Europa si svegli e ci dia una mano seria e definitiva per impedire altri drammi”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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