Verso il Congresso Pd, sabato Renzi lancia la sua campagna a Bari

Pubblicato il 10 Ottobre 2013 alle 18:16 Autore: Redazione

(10/10/2013) Il presidente del Consiglio Letta si gode la lealtà Alfano e si prepara al “ciclone” Renzi – in omaggio al celebre film di Leonardo Pieraccioni, concittadino del sindaco di Firenze.

Infatti, dopo aver incassato la fiducia del Pdl in Parlamento, il Capo del governo potrebbe venir risucchiato nell’occhio del fenomeno politico del momento, mettendo a repentaglio in questo modo le fondamenta su cui poggiano le larghe intese.

Potrebbe non bastare, dunque, la verifica di settimana scorsa sull’esistenza o meno di una maggioranza solida che possa ambire a cambiare l’Italia. In effetti, questo sabato, Matteo Renzi lancerà ufficialmente la sua campagna per il Congresso Pd e per l’appuntamento collegato delle primarie dell’8 dicembre. Alle ore 16, presso il Centro Congressi della Fiera del Levante di Bari, il primo cittadino fiorentino inaugurerà il suo secondo tour italico (senza camper, a quanto pare) dal titolo “L’Italia cambia verso”. Nelle intenzioni del comitato renziano che supporterà la campagna delle primarie, l’incontro sarà anche l’occasione di “risvegliare entusiasmo e partecipazione basandosi sulla concretezza di chi proviene da un’esperienza amministrativa”. Per questo motivo ci sarà anche il sindaco barese Michele Emiliano, novello sostenitore – e non è il solo tra gli esponenti dem con indosso la fascia tricolore – del collega gigliato.

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Certo è che Renzi ha decisamente cambiato la sua impostazione comunicativa e sta cercando d’imporsi in un’altra veste agli occhi dell’elettorato di centrosinistra e del Partito Democratico. Nell’insieme, bisogna tener presente due novità sostanziali: innanzitutto Renzi scioglierà la riserva sulla sua candidatura nel Sud Italia, lì dove l’esponente Pd non ha lasciato il segno alle ultime consultazioni democratiche; poi è innegabile come il giovane sindaco democrat abbia abbandonato – almeno per il momento – il linguaggio “rottamante” che lo ha fatto conoscere al grande pubblico, sostituendolo con uno più conciliante, soprattutto nel rispetto della tregua promessa al premier Letta qualche giorno fa.

Intanto, oggi, nelle Camere romane, il ciclone Renzi si è trasformato – a proposito di venti – in una corrente, dagli effetti comunque destabilizzanti: sono circa 200 i parlamentari del Pd che hanno sottoscritto il loro sostegno al sindaco (soltanto 80 secondo Angela Mauro dell’HuffPost) e non mancano delle new entry inaspettate come le ex bersaniane Alessia Morani, Alessia Rotta, Vanna Iori o l’ex dalemiano Nicola Latorre o i lettiani Francesco Sanna e l’omonimo Boccia, marito della ministra De Girolamo.

Queste liste sorprendono non solo per la presenza di alcuni nomi di peso che hanno deciso di appoggiare Matteo Renzi alle prossime primarie, ma soprattutto per l’inutilità ai fini del deposito della candidatura (il termine è stato fissato alle 20 di domani): i quattro aspiranti segretari (Cuperlo, Civati, Pittella e lo stesso Renzi) hanno raggiunto il numero minimo di firme, ossia le sottoscrizioni di 1.500-2.000 tesserati in almeno cinque regioni oppure le 100 dei componenti della Direzione.

Quindi a cosa servirebbero quelle firme su un foglio distribuito nelle stanze di Montecitorio e Palazzo Madama? Si tratta di una conta interna, che sancisce la nascita della nuova corrente renziana nei palazzi romani della politica nazionale – che, in realtà, ha infoltito la delegazione già presente in Parlamento dei vari Nardella, Bonafé ecc. – e che decreta di fatto la vittoria dell’asso fiorentino, sebbene il principale avversario Gianni Cuperlo non si dia per vinto: “Ce la giochiamo, il congresso Pd è da fare e può riservare sorprese”.

La domanda finale è d’obbligo: come finirà la luna di miele tra Enrico Letta e il probabile nuovo segretario del Pd?

 

Fabrizio Neironi

L'autore: Redazione

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