Leopolda 5, Renzi: parla l’Italia che crea posti di lavoro

Pubblicato il 25 Ottobre 2014 alle 12:03 Autore: Felice Tommasino

È iniziata ieri, ad ora di cena, la Leopolda. È la quinta della storia, la prima di Matteo Renzi nelle vesti di presidente del Consiglio. Dopo i tavoli di lavoro da cui “recuperare materiale con indicazioni concrete” alla Leopolda ci saranno “15 testimonianze di persone che hanno creato posti di lavoro e vogliono ragionare dell’Italia che non si arrende e si rimette in moto, che crea speranza e posti di lavoro”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi intervenendo al secondo giorno della Leopolda.

La Leopolda non è un appuntamento di governo, né un evento del Partito Democratico. Come rivelano gli stessi organizzatori, e come ha ribadito lo stesso Matteo Renzi, è un luogo di incontro e di dialogo aperto a tutti. Il presidente del Consiglio è arrivato alla stazione Leopolda, vecchio scalo nei pressi della strada che da Firenze conduce a Prato, direttamente da Bruxelles. Dalla battaglia con l’Ue sui conti pubblici, alla kermesse trasformata in garage per emulare le sorti di Steve Jobs che partendo da un’idea ha rivoluzionato il mondo della tecnologia e non solo.

leopolda 5

Oggi, in concomitanza con la Leopolda, c’è la manifestazione della Cgil. Da Firenze fanno sapere: “Da una parte si partecipa, dall’altra si urla” e inoltre “le nostre porte sono spalancate. Se domenica i manifestanti, che rispettiamo, vogliono fare un salto a Firenze sono benvenuti”. Sono le parole di Edoardo Fanucci che ha raccolto l’eredità lasciata da Maria Elena Boschi in qualità di organizzatrice dell’evento.

Oltre 5 mila i partecipanti. È il simbolo del partito a cui punta Matteo Renzi: trasversale a età e ceti ed oltre ogni ideologia. Manca però la sinistra del Pd. Eccezion fatta per la presenza dei “giovani turchi” e del ministro Andrea Orlando, la maggior parte di essa presenzierà alla manifestazione della Cgil. Altri come Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema diserteranno entrambi gli eventi. Chiaro il messaggio lanciato dal palco della Leopolda da Matteo Renzi agli assenti: “Qui non c’è gente strana, è la nostra gente”. Invito a tornare “a casa” esteso anche all’altro inventore, ormai lontano, della kermesse, Pippo Civati.

Il garage della Leopolda è un cantiere sempre in disordine  in cui le cose vanno messe a posto. Ma qualcosa dalle edizioni precedenti è cambiato: “Adesso parliamo a 60 milioni di italiani” ha detto Renzi. Aggiungendo poi “Qui non c’è il presidente del Consiglio, qui c’è uno di voi”. La Leopolda è nelle intenzioni del leader del Pd la risposta “dei fatti” alla manifestazione della Cgil. Interverranno imprenditori, lavoratori, disoccupati in difficoltà e disoccupati che hanno trovato una alternativa. Ruolo fondamentale avranno le testimonianze dirette. Una di queste sarà quella di Marcello Antonelli che, dopo essere stato licenziato da una azienda tessile nel 2011, ha scoperto il modo per produrre pelle dal legno. Oggi è proprietario di un brevetto esportato in tutto il mondo.

Saranno questa e le altre storie a motivare le parole di Renzi: “Daremo un futuro nonostante i gufi” e “dimostreremo che l’Italia non è irriformabile”. Alla Leopolda c’è, secondo il premier, l’occasione per formare una classe dirigente in grado di guidare l’Italia verso il futuro. “Il futuro è solo l’inizio” è questo il motto della Leopolda 5. Vuole essere un serbatoio di idee e di proposte per il cambiamento. Per questo motivo è stato organizzato, già nella scorsa edizione, il lavoro in gruppi al tavolo delle riforme. Tavolo al quale siederanno anche alcuni costituzionalisti. “Per sfatare il mito che noi non ascoltiamo gli esperti di riforme” come ha sottolineato Maria Elena Boschi in sede di presentazione dell’evento.

A qualcosa sarà servita la Leopolda nel corso degli anni. Da lì Matteo Renzi ha iniziato la sua scalata prima al Pd, poi al Governo. Anche se il premier ci tiene a frenare gli entusiasmi e rilancia: “Azzeriamo il file di quello che abbiamo fatto fin qui e domenica usciamo con tante proposte”. È l’intento propositivo sottolineato ancora una volta. Intento che si contrappone alla protesta messa in atto dalla Cgil. La risposta di “chi crea posti di lavoro” come ha detto il premier intervenendo al secondo giorno della Leopolda.

LEOPOLDA, SIPARIETTO CON SERENI, PRONTA A FARE MINISTRO? – Botta e risposta scherzosa dei cronisti stamani alla Leopolda con Marina Sereni che coordina uno dei 52 tavoli, quello in cui si parlerà dell’Isis. È pronta a diventare ministro? «Per favore, vi prego…”, ribatte lei. E poi spiega: “Sarà il presidente del Consiglio a decidere. la decisione ci dovrà essere la prossima settimana”, ricorda visto che il primo novembre entrerà in carica la nuova commissione della Ue con Federica Mogherini. Ma insomma si sente pronta? insistono i cronisti, «questo mai…» ribatte ancora Marina Sereni con un largo sorriso. Lei che si definisce “una renziana anziana”.

LEOPOLDA, DAVIDE SERRA “È PIÙ BELLA LEGGE STABILITÀ MAI FATTA” – Quella del Governo Renzi “è la più bella legge di stabilità fatta in Italia, bisogna ridurre la spesa pubblica e, al contempo, abbassare la pressione fiscale”. Lo ha detto il finanziere Davide Serra intervenendo alla kermesse renziana in corso alla Leopolda di Firenze. “Risparmiando sullo spreco – ha aggiunto – si finanzia chi fa bene, svantaggiamo i fannulloni e facilitiamo chi può creare impresa. In Europa noi oggi scontiamo un problema di credibilità perchè per vent’anni siamo andati a presentare cose che poi non abbiamo fatto”

LEOPOLDA, ARRIVA AGNESE, TELECAMERE LA INSEGUONO – Un sorriso e un breve saluto alla folla di giornalisti, fotografi e cameraman che la inseguivano: così è stato l’arrivo di Agnese Renzi, moglie del presidente del consiglio, alla Leopolda. La ‘first lady’ è arrivata poco prima di mezzogiorno: individuata dai cronisti mentre passava in mezzo ai tavoli di lavoro, soffermandosi a salutare conoscenti e volontari, è stata subito circondata da un codazzo di addetti ai lavori, ma non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Si è limitata a regalare un sorriso, aggiungendo «Ciao a tutti», prima di accedere alla zona riservata allo staff accanto al palco.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
Tutti gli articoli di Felice Tommasino →