M5S nel Parlamento Europeo: dove collocarlo?

Pubblicato il 2 Giugno 2014 alle 10:35 Autore: Piotr Zygulski

I test di affinità politica mostrano quali sono i partiti idealmente più vicini al M5S nel Parlamento Europeo.

In questi giorni si sta sviluppando un caloroso dibattito attorno alle possibili alleanze del M5S nel Parlamento Europeo con altri partiti, al fine di costituire un gruppo parlamentare. Se, al di là della disponibilità e delle simpatie individuali, provassimo ad applicare uno dei test di affinità elettorale di cui avevamo parlato recentemente, cosa ne uscirebbe?

Riprendiamo i tre schemi cartesiani che riepilogano le posizioni incrociando, due alla volta, gli assi che avevamo considerato: economia, società, europeismo. Sulla base dei risultati forniti dal progetto EUvox 2014, delimitiamo i gruppi europei a seconda dello spazio politico occupato dai partiti che ne fanno parte, puntualmente rappresentati e distinti per colore: rosso per i socialdemocratici del S&D, verde per i Verdi, giallo per i liberaldemocratici dell’ALDE, bordeaux per la sinistra europea GUE/NGL, blu per i conservatori ECR, azzurro brillante per gli euroscettici EFD, grigio per i non iscritti. Indicheremo con pallini più grandi i partiti cui appartengono le forze “capofila” dei rispettivi gruppi: chi esprime il candidato alla Presidenza della Commissione Europea (es. SPD per i S&D) oppure chi esercita un’influenza notevole (es. UKIP per l’EFD).

I parametri di collocazione del Movimento 5 Stelle nei tre vettori risultano essere:
Economia: 3,5 (dove 0 sta per “economia socialista” e 10 per “libero mercato”; es. posizioni su spesa pubblica, liberalizzazioni, mercato del lavoro, intervento statale nell’economia); per un confronto: Lista Tsipras 1 e Scelta Europea 8.
Società: 3,3 (dove 0 sta per “liberalismo sociale” e 10 per “tradizionalismo sociale”, es. posizioni su matrimonio gay, aborto, immigrazione, liberalizzazione delle droghe); per un confronto: Radicali 1 e Forza Nuova 8.
Europeismo: 3,6 (dove 0 sta per “antieuropeismo” e 10 per “filoeuropeismo”); per un confronto: Lega Nord 1,5 e PD 8,5.

Il primo grafico che valutiamo è quello economico/sociale:
IMMAGINE 1
Il Movimento 5 Stelle si colloca nell’area di centrosinistra, nello spazio di intersezione tra Verdi, S&D e la frangia meno liberista dell’ALDE (si pensi all’Italia Dei Valori). Va evidenziato però che, se il Partito Socialdemocratico tedesco (SPD) di Schulz, i Grünen della Keller e addirittura il CSV di Juncker non sono molto distanti dal M5S, i liberisti belgi – dai quali proviene Guy Verhofstadt – si trovano in una posizione molto più lontana. Altrettanto remoto anche l’UKIP di Nigel Farage. Riteniamo che questo schema abbia senso però in ambito di politiche nazionali (libere da ogni vincolo esterno) ove, sulla base di questa collocazione – ovviamente fatte salvi i pregiudizi reciproci tra partiti – il M5S pare vicino allo spazio del PD, in particolar modo a quello dell’ala “civatiana”.

Andiamo quindi al secondo grafico, che interseca il vettore economico con quello dell’europeismo:
M5S nel Parlamento Europeo
Il M5S, con il suo euroscetticismo moderato, va a collocarsi in uno spazio di intersezione tra Verdi (vicino al Miljöpartiet svedese), Conservatori (vicino ai Greci Indipendenti) e gli aderenti più “statalisti” dell’EFD. Tuttavia i Verdi sono caratterizzati da una leadership franco-tedesca molto eurofila e i conservatori/euroscettici (UKIP e Tories britannici) mostrano un orientamento generalmente liberista; in questo schema il M5S nel Parlamento Europeo è quindi più vicino a Tsipras di SYRIZA, sebbene questa coalizione greca sia meno euroscettica e più economicamente “di sinistra”.

Infine vi mostriamo un terzo diagramma, europeismo e società:
M5S nel Parlamento Europeo
Questo forse è il grafico da tenere maggiormente in considerazione per la collocazione del M5S nel Parlamento Europeo, date le competenze di questa istituzione. Qui il Movimento 5 Stelle potrebbe rientrare nelle posizioni degli esponenti eurocritici del gruppo Verde (come il KOP di Cipro o il Miljöpartiet svedese), ma soprattutto assume uno spazio che è a pieno titolo all’interno del GUE/NGL, accanto al Sinn Féin irlandese. Detto questo, la posizione del M5S è a metà strada tra i conservatori britannici, leggermente più euroscettici e tradizionalisti, e i greci di SYRIZA che, al contrario, sono leggermente più eurofili e social-liberali.

Infine vediamo i risultati riepilogativi forniti dal test, che misura l’accordo in una scala (che presumibilmente va da -100 = massimo disaccordo, a + 100 = massimo accordo). Valori inferiori a 0 vengono considerati disaccordo, quelli tra 0 e 40 accordo debole, e quelli dal 40 in su accordo forte.
Ecco i partiti europei con i quali il M5S nel Parlamento Europeo potrebbe trovarsi maggiormente d’accordo:
M5S nel Parlamento Europeo
Come si evince dalla tabella qui sopra, stando ai dati del test di affinità elettorale il M5S è vicino a undici partiti politici nazionali. Eccetto il KOP e il PvdD – che per giunta non hanno ottenuto seggi nell’Europarlamento – si tratta di partiti tutti aderenti alla Sinistra Unitaria Europea / Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL). I primi tre, in ordine, sono: Partito Socialista olandese, Nuovo Partito Anticapitalista e Fronte della Sinistra.
Di seguito elenchiamo alcuni partiti, in ordine di vicinanza decrescente, con i quali vi è un accordo più debole:
M5S nel Parlamento Europeo
In testa ancora la sinistra, in questo caso greca e tedesca; seguono gli “indignados” spagnoli di Podemos. Con il Front National l’accordo è leggermente minore, però è superiore a quello con l’UKIP.

Tra i partiti più distanti dal M5S nel Parlamento Europeo invece troviamo il VLD di Verhofstadt, la CDU della Merkel e i popolari francesi (Sarkozy) e spagnoli (Rajoy):
M5S nel Parlamento Europeo
Va precisato che, a differenza dei gruppi nei parlamenti nazionali, quelli presso il Parlamento Europeo garantiscono maggiore autonomia e l’esempio più appropriato sembra essere quello dell’EFD (Europa della Libertà e della Democrazia) dove siede l’UKIP di Nigel Farage, che ha proposto al M5S un’alleanza generica sulla sola base della critica alle istituzioni europee, lasciando la possibilità di votare liberamente su tutti gli altri temi. Se un’alleanza a livello nazionale potrebbe risultare impossibile – si veda il primo grafico – in Parlamento Europeo lo scenario è differente.

In conclusione, dai test di collocazione politica il M5S nel Parlamento Europeo sembra maggiormente affine alla Sinistra Unitaria Europea / Sinistra Verde Nordica del GUE/NGL – eurogruppo in cui confluisce anche il Sinn Féin da indipendente, senza essere iscritto ad alcun “europartito” – anche se l’eventuale ingresso in questa alleanza potrebbe spaventare molti elettori provenienti dall’area di centrodestra, perché il M5S potrebbe tendere a radicalizzare la propria posizione in senso antiliberista e anticapitalista. Ci sarebbe soprattutto il grave rischio di perdere alcuni dei punti cardine del Movimento 5 Stelle, ossia il superamento della dicotomia destra/sinistra e l’opposizione al sistema politico attuale.
Considerando la collocazione sui tre assi economico, sociale ed europeista, il M5S si situa sempre all’interno dello spazio politico dei Verdi / Alleanza Libera Europea, che però subiscono una trazione, come quella della Keller e di Bové, decisamente europeista, con la quale il M5S potrebbe entrare in conflitto. L’UKIP, d’altro canto, mostra un antieuropeismo marcato; se il Movimento 5 Stelle decidesse di entrare nell’EFD avrebbe la possibilità di mantenere le proprie posizioni in ambito economico-sociale, ma inevitabilmente tenderebbe ad assumere toni maggiormente euroscettici. Lo stesso avverrebbe in caso di una alleanza con il meno distante Front National della Le Pen, molto meno liberista dell’UKIP. Qui entrano in gioco allora le antipatie reciproche: la Le Pen non vuole allearsi con Farage, Grillo non vuole allearsi con la Le Pen e, paradossalmente, Farage e Grillo, più distanti, sembrano maggiormente disposti a collaborare. Se invece il M5S nel Parlamento Europeo volesse mantenere un’indipendenza assoluta potrebbe collocarsi tra i non iscritti, ma in tal caso il peso decisionale sarebbe pressoché ininfluente.
Detto ciò, la scelta avverrà – secondo il codice di comportamento – “su proposta di Beppe Grillo, in qualità di capo politico del M5S, e ratificata tramite votazione in Rete da parte degli iscritti al M5S” che finalmente avranno la possibilità di indicare verso quale direzione intendono orientare il Movimento: EFD o “gruppo Le Pen” per un maggiore euroscetticismo, Verdi per un maggiore europeismo, GUE/NGL per un maggiore antiliberismo.

L'autore: Piotr Zygulski

Piotr Zygulski (Genova, 1993) è giornalista pubblicista. È autore di monografie sui pensatori post-marxisti Costanzo Preve e Gianfranco La Grassa, oltre a pubblicazioni in ambito teologico. Nel 2016 si è laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Genova, proseguendo gli studi magistrali in Filosofia all'Università di Perugia e all'Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), discutendo una tesi su una lettura trinitaria dell'attualismo di Giovanni Gentile. Attualmente è dottorando all'Istituto Universitario Sophia in Escatologia, con uno sguardo sulla teologia islamica sciita, in collaborazione con il Risalat Institute di Qom, in Iran. Dal 2016 dirige la rivista di dibattito ecclesiale Nipoti di Maritain. Interessato da sempre alla politica e ai suoi rapporti con l’economia e con la filosofia, fa parte di Termometro Politico dal 2014, specializzandosi in sistemi elettorali, modellizzazione dello spazio politico e analisi sondaggi.
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