M5S, processo ai senatori dissidenti: “sfiduciati dalla base”

Pubblicato il 24 Febbraio 2014 alle 12:37 Autore: Redazione
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M5S, Nel Movimento la resa dei conti è iniziata: Bocchino e Campanella, i senatori dissidenti messi qualche giorno fa all’indice, sono stati “sfiduciati dalla base”. Almeno così si apprende dal blog di Beppe Grillo. Ma gli ‘eretici’ di Palazzo Madama si difendono ed impazza la polemica.

L’unica colpa è stata quella di criticare Grillo per l’atteggiamento avuto, qualche giorno fa, durante lo streeming con Matteo Renzi: “peccato, un’occasione persa”, avevano commentato. Troppo per Grillo e Casaleggio. Ed anche per una grandissima parte della base grillina: centinaia di commenti a favore della condotta dell’ex comico genovese e, contestualmente, decine e decine di critiche verso i quattro (i due più Orellana e Battista).

dissidenti 5 stelle

Grillo posta sul blog il comunicato di ‘scomunica’ di Bocchino e Campanella da parte dell’assemblea siciliana, formata dalle votazioni dei diversi meetup: Palermo, Bagheria, Termini Imerese, Partinico, Monreale, Cinisi, Capaci e Isola delle Femmine, Piana degli Albanesi, Trapani e Carini. Ma dallo stesso gruppo del capoluogo siciliano, “Il Grillo di Palermo”, Ermanno Romano, attivista a 5 stelle, afferma come “nessuno di noi ha mai approvato la diffusione di un tale comunicato, non abbiamo mai deciso di scomunicare i due pubblicamente e non è mai stato nemmeno presentato un tale ordine del giorno dal gruppo”. La stessa storia di gennaio, quando un testo simile (sempre di esclusione dei due senatori) era stato prima pubblicato e poi cancellato dopo la ‘rivolta’ di 47 iscritti al meetup palermitano: “ancora una volta c’è una minoranza di quindici attivisti, molto vicini ai parlamentari 5 stelle, che hanno l’accesso al sito e che hanno deciso di emanare il comunicato autonomamente. Io non mi esprimo – sostiene Romano – sull’espulsione di Bocchino e Campanella, se l’assemblea vuole parlarne si metta ai voti la decisione. Chiediamo solo metodi democratici”.

Ma il capogruppo pentastellato a Palazzo Madama, Maurizio Santangelo, afferma come a breve si avvierà la procedura, prima voltata dall’assemblea poi ratificata dalla rete, per l’espulsione di Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana. Di richieste da colleghi parlamentari, per la cacciata degli ‘eretici’, dice Santangelo “me ne sono già arrivate diverse, dunque l’assemblea dovrà discuterne e prendere una decisione. Non abbiamo deciso il giorno in cui terremo la congiunta, ma ci sarà la prossima settimana, subito dopo il voto di fiducia all’esecutivo Renzi”.

I quattro si difendono: “un’assemblea per la scomunica? – si chiede Campanella – Sarebbe un errore politico importante”. Ma Grillo ribatte come vox populi sia vox dei e in un cinguettio su twitter afferma come “Orellana sia stato sfiduciato dal territorio”,  commentando la nota del meetup della citta dove è residente il senatore nato a Caracas, nella quale si “prendono ufficialmente le distanze dalle dichiarazioni e dalle azioni a titolo politico o personale di Orellana non riconoscendo più lui un portavoce affidabile e rappresentativo”. E l’appunto del gruppo cittadino si conclude con la comunicazione di “un generale e consolidato stato d’insoddisfazione da parte dei gruppi territoriali” sull’operato del senatore.

La procedura di espulsione era già stata attivata per due componenti di Palazzo Madama: Marino Mastrangeli ed Adele Gambaro. Il primo, reo di aver partecipato ad alcune trasmissioni televisive, è stato espulso nell’aprile 2013, con un suffragio vicino al 90%. La seconda, colpevole di aver criticato Grillo e la sua strategia comunicativa, è stata esclusa dal M5S due mesi dopo il collega. Una pratica, quindi, già consolidata nel ‘non partito’, che si predispone ad unificare ancora di più la visione di società nei suoi rappresentanti-portavoce.

 

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