Riforma Senato: M5S apre a ddl Chiti, scontro nel PD

Pubblicato il 8 Aprile 2014 alle 13:59 Autore: Emanuele Vena
Corradino Mineo e quella telefonata con Matteo Renzi

Il Movimento 5 Stelle apre ma il PD si divide. E’ questa la sintesi riguardo alle vicende che girano attorno al ddl Chiti di riforma del Senato, presentato da una minoranza nel PD – una ventina di senatori già bollati come “dissidenti”.

“E’ una fotocopia del nostro ad eccezione di un punto sul taglio delle indennità, quindi se ne può parlare”. Questa l’apertura al ddl da parte di Vincenzo Santangelo, capogruppo M5S al Senato. Conferme anche dal collega Morra: “Sì, non escludiamo una convergenza”.

Si apre così un fronte interno al PD, con Zanda che chiede interventi “all’interno dello schema Renzi”. Tuttavia la proposta Chiti ha un forte punto di discontinuità, rappresentato dall’elezione di 106 senatori in collegi regionali, che cozza con la non eleggibilità caldeggiata da Renzi.

zanda luigi

Il “dissidente” Mineo ribatte: “il ddl resta sul tavolo, ma non vogliamo spaccare il partito”, sottolineando che “è la premessa per la costruzione di una maggioranza alternativa”. Ma la maggioranza del partito, su proposta di Nicola Latorre, chiede il ritiro del ddl: “bisogna lavorare per perfezionare il testo governativo esistente”.

Nel frattempo arriva un avvertimento sulla riforma del Senato anche dal ministro dell’Economia Padoan: “se le riforme non dovessero passare sarebbe molto grave per il Paese”.

Emanuele Vena

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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