Sondaggi elettorali, per Index la scissione farebbe crollare il PD

Pubblicato il 3 Febbraio 2017 alle 10:31 Autore: Giacomo Salvini
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Sondaggi elettorali, per Index la scissione farebbe crollare il PD

Se alle prossime elezioni politiche si presentassero le liste unitarie, il Movimento 5 Stelle sarebbe ancora primo partito con il 31,7% dei voti, seguito dal centrodestra (25,2%) e infine il PD con il 24,1%. Il sorprendente – in negativo – risultato dei democratici è tarato sulla possibilità di una scissione pre-elettorale a sinistra che porterebbe a correre anche una forza alternativa di stampo “sanderista” (D’Alema-Bersani-Emiliano-Rossi). Secondo il nuovo sondaggio di Index Research per Piazza Pulita questa possibile lista varrebbe il 7,7%, un buon pacchetto di voti se si pensa che l’ipotesi è solo sul tavolo. Se poi a questo 8% si aggiunge il 3% di Sinistra Italiana, il 10% potrebbe essere una formalità a discapito di un PD tutto a trazione renziana che diverrebbe minoritario nel paese.

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Sondaggi elettorali, le primarie a destra e a sinistra

Matteo Renzi ha detto oggi al Corriere della Sera: “Se si celebra il congresso si va all’anno prossimo, altrimenti si fanno le primarie”. In caso di gazebo pre-elettorali, l’elettorato democratico oggi darebbe fiducia al segretario (45%) mentre Pier Luigi Bersani raccoglierebbe un onorevole 19%, Michele Emiliano il 16% e poi tutti gli altri. E’ evidente, però, che alle primarie non correrebbero tutti i leader della minoranza dem, basti pensare che difficilmente Bersani si ricandiderà alla guida del partito. Così, una candidatura unitaria come quella di Michele Emiliano potrebbe davvero mettere in difficoltà, almeno nei numeri, l’ex premier e Sindaco di Firenze.

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Dall’altra parte la partita è ancora più aperta. In caso di primarie nel centrodestra – Salvini ha proposto di farle prima di Pasqua – il più votato sarebbe il segretario del Carroccio (40%) con Silvio Berlusconi staccato di 8 punti (32%) e Giorgia Meloni al 21%. In caso di gazebo ad aprile, però, l’ex Cavaliere difficilmente deciderà di prestarsi al gioco delle primarie in quanto sa benissimo che se si dovesse votare a giugno lui non sarebbe candidabile né eleggibile causa legge Severino.

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Sondaggi elettorali, gli italiani e le urne

Infine Index Research ha rilevato anche l’opinione degli italiani su un tema di stretta attualità: la data delle prossime elezioni politiche. Un intervistato su due (49,8%) vorrebbe andare a votare a giugno di quest’anno contro un 38,6% secondo cui si dovrebbe aspettare la fine della legislatura. La maggioranza sembra schiacciante ma la tendenza rilevata dall’Istituto demoscopico nelle ultime due settimane riflette un sentiment nuovo sia in Parlamento che nel paese: il partito del “voto subito” in 15 giorni è in calo dell’1,8% contro l’1,2% recuperato dagli “attendisti”.

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L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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