Elezioni politiche 2018: iter di formazione del Governo, tutte le fasi

Pubblicato il 7 Marzo 2018 alle 13:06 Autore: Daniele Sforza
elezioni 2018

Elezioni politiche 2018: iter di formazione del Governo, tutte le fasi.

Le elezioni politiche 2018 hanno dato i loro risultati. Che per il momento parlano di ingovernabilità e incertezza. Saranno giorni di trattative per trovare una formazione di governo efficiente e una maggioranza il più possibile stabile. Ma, esattamente, come funziona l’iter di formazione del Governo? Si tratta di una procedura particolare, composta da diverse fasi, che adesso andremo a elencare. Intanto, potrebbe essere utile fare un ripasso della Costituzione Italiana; più nello specifico, nel capitolo dedicato al Governo. Iniziamo quindi dall’articolo 92, che così recita.

Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.

Tuttavia, primo di questo passaggio, c’è tutta una fase iniziale da affrontare.

Elezioni politiche 2018: formazione del Governo, le fasi iniziali

L’iter di formazione del Governo deve infatti passare per 2 (o 3) fasi preliminari alla nomina. Che poi porteranno alle due fasi conclusive, quali sono il giuramento e la fiducia. Elenchiamo dunque le prime fasi.

  • Consultazione: questa sarà una fase particolarmente delicata visti i risultati del voto; ma estremamente importante, perché consiste nella serie di consultazioni che il Presidente della Repubblica dovrà svolgere per trovare un Presidente del Consiglio incaricato di trovare un Governo che possa ottenere la maggioranza in Parlamento. Più nel dettaglio, questa fase prevede consultazioni con i rappresentanti delle forze politiche in campo, i Presidenti delle Camere e gli ex Presidenti della Repubblica.
  • Eventuale mandato esplorativo: si tratta di un’eventualità, ma che potrebbe trovare riscontro qualora le consultazioni effettuate dal Presidente della Repubblica non dovessero andare a buon fine. Il mandato esplorativo sarebbe quindi finalizzato a valutare l’esistenza di una possibile maggioranza atta a formare il nuovo governo.

Elezioni politiche 2018: iter formazione Governo, Incarico e Nomina

Seguono quindi altre due fasi importanti, che adesso andremo a specificare.

  • Incarico: viene assegnato dal Presidente della Repubblica al futuro possibile presidente del Consiglio, il quale sia in grado di formare un governo di maggioranza tale da riscuotere la fiducia nel Parlamento. Formalmente, l’incarico viene comunicato ai media dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica. Durante questo mandato, il Presidente del Consiglio incaricato è definito “con riserva”, la quale sarà sciolta nel momento in cui vi sia la sicurezza di formare una squadra di governo. Durante questo periodo, il Presidente del Consiglio incaricato “con riserva” ha pieno potere decisionale autonomo.
  • Nomina: eccoci arrivati alla fase finale dell’art. 92 della Costituzione. Si tratta dell’ultima fase iniziale, che precede la conseguente fiducia e giuramento. Il Presidente del Consiglio incaricato scioglie quindi la riserva e accetta la nomina, che viene effettuata dal Presidente della Repubblica tramite l’emanazione di decreti, i quali sigillano con le firme la nomina di Presidente del Consiglio, quella dei ministri scelti da quest’ultimo; nonché, infine, le dimissioni del precedente Governo.

Elezioni politiche 2018: formazione del Governo, Fiducia e Giuramento

A questo punto siamo arrivati alle fasi conclusive della procedura di formazione del Governo; vale a dire il Giuramento e la Fiducia. Torniamo a fare riferimento alla Costituzione, e nello specifico agli articoli 93 e 94. Il primo recita quanto segue.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica.

Il giuramento si legittima con una formula rituale che recita così. “Giuro di essere fedele alla Repubblica; di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi. E di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione”.

L’articolo 94, invece, si presenta come segue.

Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

Il voto di fiducia rappresenta l’ultimo step indispensabile affinché il nuovo Governo possa assumere pieni poteri politici e cominciare ad attuare il programma già concordato al momento della Nomina.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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