Il discorso di Bersani a Torino: un’analisi

Pubblicato il 29 Settembre 2010 alle 20:54 Autore: Matteo Patané

Dal punto di vista della giustizia Bersani parte dal ghe pensi mi berlusconiano di recente memoria per esporre il classico punto di vista degli oppositori del Cavaliere sul tema: stravolgimento della struttura pubblica per il favoreggiamento di interessi privati, corruzione, commistioni di interessi pubblico-privato e, forse più di ogni altra cosa, la volontà di non risolvere i problemi pubblici in quanto su tali problemi costruisce le sue vittorie elettorali.
E proprio da queste accuse Bersani costruisce un duro attacco alla Lega: e la moralità pubblica, cari leghisti e l’impronta popolare di cui vi vantate che fine hanno fatto? Non ci sarebbe stata nessuna legge ad personam se non ci foste stati voi a votarla.
Scriverò in futuro nel blog di leggi ad personam e di chi ne è responsabile, ma di certo sono lontani i tempi in cui la Lega Nord attaccava a tutto campo il decreto Biondi (poi legge Maiolo).

L’ultimo approccio al discorso di Bersani è quello delle proposte. Giocando questa volta contemporaneamente in attacco e in difesa, il segretario PD affronta una lunga serie di argomenti, che proverò ad ordinare in modo tematico inserendo qualche commento.

  • Fisco
    • Riduzione del carico fiscale da reddito e aumento del carico fiscale da rendita finanziaria
    • Riduzione imposte di impresa a favore della loro patrimonializzazione
    • Incentivi alle imprese verdi
    • Recupero evasione fiscale: il segretario PD non scende nel dettaglio, pertanto possiamo ipotizzare una serie di misure analoghe a quelle presentate da Padoa Schioppa nel periodo 2006-2008
  • Capitoli di spesa
    • Riduzione spesa pubblica: Bersani non si addentra nel dettaglio dei tagli da effettuare, facendo così una proposta che lascia il tempo che trova
    • Semplificazione amministrativa: nuovamente, mancano riferimenti concreti
    • Standard di costi sanità e servizi: l’idea è positiva, anche se occorre vigilare che l’armonizzazione non sia fatta verso un rialzo generale dei costi
    • Messa a bando delle frequenze liberate nel passaggio al digitale: Bersani cita Germania e USA, e, almeno per la Germania, i dati paiono confermare la sua tesi
  • Lavoro
    • Da poche grandi opere a molti cantieri locali: dal punto di vista occupazionale sicuramente Bersani ha ragione, tuttavia il ragionamento che fa è troppo tranchant per i miei gusti. Non è questione di grandi opere contro piccole opere, ma di opere necessarie contro opere inutili e talvolta addirittura dannose.
    • Piano per gestione brevetti e loro industrializzazione: buono catalizzare l’attenzione sull’innovazione, ma in cosa consisterebbe questo piano?
    • Piano per le ristrutturazioni edilizie
    • Liberalizzazioni delle professioni per favorire la concorrenza e limitare le rendite
    • Riforma degli ammortizzatori sociali: messa così può voler dire tutto e niente. Riforma in che direzione?
  • Scuola
    • Unificazione contrattuale nel mondo della ricerca
    • Revisione dei contenuti dei programmi: l’ennesima riforma scolastica? Dopo tutti questi anni, a pelle, viene quasi spontaneo urlare basta, ma vista la situazione della scuola italiana una riforma è necessaria. Certo, occorre vederne i contenuti
  • Diritti civili
    • Il riferimento a Welby lascia sperare in una posizione concreta sul tema del fine vita, anche se Bersani non si sbilancia in proposte
    • Quote rosa
    • Sostegno ad una legge contro l’omofobia
  • Infrastrutture
    • Piano per la banda larga: bene o male la banda larga si sta diffondendo. A cosa dovrebbe servire un piano governativo? Quali aspetti intende toccare o regolamentare? Bersani si limita a parlare delle ricadute occupazionali – cosa su cui si potrebbe discutere – ma, a meno che non stia parlando di un progetto rivoluzionario come “banda larga diritto di ogni cittadino quindi considerato servizio paragonabile ad acqua ed energia elettrica e fornito dallo Stato” non vedo il significato di questo passaggio del discorso, se non in chiave puramente elettorale
    • Legge contro le posizioni dominanti nella TV: i precedenti illustri (specie la Maccanico, fatta durante un governo di centrosinistra) non sono incoraggianti…
    • Ripresa della proposta Gentiloni per allontanare la RAI dall’influsso della politica
  • Ambiente
    • Piano per risparmio energetico nei trasporti e nelle costruzioni
  • Mezzogiorno
    • Stop intermediazione amministrativa tra chi gestisce i fondi e le aziende che devono riceverli
    • Credito d’imposta sulla nuova occupazione
    • Assegnazione dei fondi a seguito di risultati effettivi e verificabili da parte delle aziende
  • Giustizia
    • Eliminazione delle leggi ad personam e ad castam: sarebbe un sogno. La fiducia non è molta, e quando parlerò nel blog di leggi ad personam spiegherò perché, ma la vicenda della proposta di legge “Fatto Quotidiano” lascia ben sperare da questo punto di vista
  • Immigrazione
    • Ius soli
  • Ordinamento dello Stato
    • Legge elettorale con preferenze e che favorisca il bipolarismo: sul primo punto sono assolutamente d’accordo. Il secondo punto tenderebbe ad escludere un sistema proporzionale per puntare verso il maggioritario, magari a doppio turno, ma il problema è che non si può inventare un bipolarismo dove non c’è, e l’Italia non è un Paese bipolare. La legge elettorale vigente ha mostrato come imporre il bipolarismo in un quadro non bipolare generi squilibri di potere potenzialmente devastanti. Credo che Bersani farebbe meglio a prendere atto della situazione italiana e costruire una proposta di legge elettorale partendo da lì.
    • Federalismo inteso come standard minimo garantito a livello italiano e possibilità di premiare le eccellenze senza tarparle in nome dell’eguaglianza

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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