Il discorso di Bersani a Torino: un’analisi
[ad]Dal punto di vista della giustizia Bersani parte dal ghe pensi mi berlusconiano di recente memoria per esporre il classico punto di vista degli oppositori del Cavaliere sul tema: stravolgimento della struttura pubblica per il favoreggiamento di interessi privati, corruzione, commistioni di interessi pubblico-privato e, forse più di ogni altra cosa, la volontà di non risolvere i problemi pubblici in quanto su tali problemi costruisce le sue vittorie elettorali.
E proprio da queste accuse Bersani costruisce un duro attacco alla Lega: e la moralità pubblica, cari leghisti e l’impronta popolare di cui vi vantate che fine hanno fatto? Non ci sarebbe stata nessuna legge ad personam se non ci foste stati voi a votarla.
Scriverò in futuro nel blog di leggi ad personam e di chi ne è responsabile, ma di certo sono lontani i tempi in cui la Lega Nord attaccava a tutto campo il decreto Biondi (poi legge Maiolo).
L’ultimo approccio al discorso di Bersani è quello delle proposte. Giocando questa volta contemporaneamente in attacco e in difesa, il segretario PD affronta una lunga serie di argomenti, che proverò ad ordinare in modo tematico inserendo qualche commento.
- Fisco
- Riduzione del carico fiscale da reddito e aumento del carico fiscale da rendita finanziaria
- Riduzione imposte di impresa a favore della loro patrimonializzazione
- Incentivi alle imprese verdi
- Recupero evasione fiscale: il segretario PD non scende nel dettaglio, pertanto possiamo ipotizzare una serie di misure analoghe a quelle presentate da Padoa Schioppa nel periodo 2006-2008
- Capitoli di spesa
- Riduzione spesa pubblica: Bersani non si addentra nel dettaglio dei tagli da effettuare, facendo così una proposta che lascia il tempo che trova
- Semplificazione amministrativa: nuovamente, mancano riferimenti concreti
- Standard di costi sanità e servizi: l’idea è positiva, anche se occorre vigilare che l’armonizzazione non sia fatta verso un rialzo generale dei costi
- Messa a bando delle frequenze liberate nel passaggio al digitale: Bersani cita Germania e USA, e, almeno per la Germania, i dati paiono confermare la sua tesi
- Lavoro
- Da poche grandi opere a molti cantieri locali: dal punto di vista occupazionale sicuramente Bersani ha ragione, tuttavia il ragionamento che fa è troppo tranchant per i miei gusti. Non è questione di grandi opere contro piccole opere, ma di opere necessarie contro opere inutili e talvolta addirittura dannose.
- Piano per gestione brevetti e loro industrializzazione: buono catalizzare l’attenzione sull’innovazione, ma in cosa consisterebbe questo piano?
- Piano per le ristrutturazioni edilizie
- Liberalizzazioni delle professioni per favorire la concorrenza e limitare le rendite
- Riforma degli ammortizzatori sociali: messa così può voler dire tutto e niente. Riforma in che direzione?
- Scuola
- Unificazione contrattuale nel mondo della ricerca
- Revisione dei contenuti dei programmi: l’ennesima riforma scolastica? Dopo tutti questi anni, a pelle, viene quasi spontaneo urlare basta, ma vista la situazione della scuola italiana una riforma è necessaria. Certo, occorre vederne i contenuti
- Diritti civili
- Il riferimento a Welby lascia sperare in una posizione concreta sul tema del fine vita, anche se Bersani non si sbilancia in proposte
- Quote rosa
- Sostegno ad una legge contro l’omofobia
- Infrastrutture
- Piano per la banda larga: bene o male la banda larga si sta diffondendo. A cosa dovrebbe servire un piano governativo? Quali aspetti intende toccare o regolamentare? Bersani si limita a parlare delle ricadute occupazionali – cosa su cui si potrebbe discutere – ma, a meno che non stia parlando di un progetto rivoluzionario come “banda larga diritto di ogni cittadino quindi considerato servizio paragonabile ad acqua ed energia elettrica e fornito dallo Stato” non vedo il significato di questo passaggio del discorso, se non in chiave puramente elettorale
- Legge contro le posizioni dominanti nella TV: i precedenti illustri (specie la Maccanico, fatta durante un governo di centrosinistra) non sono incoraggianti…
- Ripresa della proposta Gentiloni per allontanare la RAI dall’influsso della politica
- Ambiente
- Piano per risparmio energetico nei trasporti e nelle costruzioni
- Mezzogiorno
- Stop intermediazione amministrativa tra chi gestisce i fondi e le aziende che devono riceverli
- Credito d’imposta sulla nuova occupazione
- Assegnazione dei fondi a seguito di risultati effettivi e verificabili da parte delle aziende
- Giustizia
- Eliminazione delle leggi ad personam e ad castam: sarebbe un sogno. La fiducia non è molta, e quando parlerò nel blog di leggi ad personam spiegherò perché, ma la vicenda della proposta di legge “Fatto Quotidiano” lascia ben sperare da questo punto di vista
- Immigrazione
- Ius soli
- Ordinamento dello Stato
- Legge elettorale con preferenze e che favorisca il bipolarismo: sul primo punto sono assolutamente d’accordo. Il secondo punto tenderebbe ad escludere un sistema proporzionale per puntare verso il maggioritario, magari a doppio turno, ma il problema è che non si può inventare un bipolarismo dove non c’è, e l’Italia non è un Paese bipolare. La legge elettorale vigente ha mostrato come imporre il bipolarismo in un quadro non bipolare generi squilibri di potere potenzialmente devastanti. Credo che Bersani farebbe meglio a prendere atto della situazione italiana e costruire una proposta di legge elettorale partendo da lì.
- Federalismo inteso come standard minimo garantito a livello italiano e possibilità di premiare le eccellenze senza tarparle in nome dell’eguaglianza
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