Le dimissioni di Oscar Giannino

Pubblicato il 22 Febbraio 2013 alle 10:29 Autore: Federico De Lucia

Il fatto che la bolla sia esplosa così a ridosso del voto è di grande rilevanza: una settimana dopo sarebbe stato troppo tardi; una settimana prima avrebbe concesso al partito un po’ di tempo per riprendersi. Giannino ha reagito con uno sconforto evidente, ma nell’unico modo in cui poteva: provando a convertire a suo vantaggio la forza del colpo ricevuto. Nel tentativo di mostrare quanto sia coerente il proposito di meritocrazia e di trasparenza del suo movimento, il giornalista ha presentato le sue dimissioni da Presidente del partito e, a quanto si legge dalle indiscrezioni, ha preteso che una riluttante Direzione Nazionale le accettasse. Non si è ritirato dalla corsa a Palazzo Chigi (cosa del resto impossibile), ma si è impegnato a dimettersi da parlamentare, in caso di elezione.

Difficile dire se questa strategia riuscirà a salvare il salvabile dal punto di vista elettorale. La reazione c’è stata, rapida e tutto sommato politicamente sensata. Il partito ha reagito in modo molto diverso da quello che è stato il comportamento dei partiti italiani degli ultimi anni. Di fronte alla messa in stato di accusa del proprio indiscusso protagonista, non si è arroccato a sua difesa, magari contrattaccando il suo accusatore, ma ha accettato di trattare il proprio leader come un iscritto qualunque, ed in questo pare abbia svolto un ruolo decisivo lo stesso Giannino.

Un comportamento che invita i militanti e i simpatizzanti a concentrarsi sulle proposte e non sulle persone che le annunciano, e che lascia ipotizzare che fra i vertici del partito alberghi la convinzione di andare avanti anche dopo le elezioni, a prescindere dal loro esito. Il messaggio politico vendibile, insomma, c’è: ora si tratta di trasformarlo in voti. Perché questo avvenga, è necessario che questo passaggio politico delicatissimo venga spiegato, argomentato, giustificato. Sarà fondamentale l’utilizzo che si farà dei mezzi di comunicazione nei prossimi due giorni. La domanda oggi è se sia il caso o meno che a occuparsene sia Giannino: il rischio è che le sue apparizioni televisive si trasformino in interrogatori sulla sua vita privata, e questo sarebbe altamente controproducente.

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