I nuovi presidenti delle Camere: la mossa coraggiosa del centrosinistra

Pubblicato il 18 Marzo 2013 alle 15:09 Autore: Gianluca Borrelli

La verità è un’altra, che molti di quelli che ancora inspiegabilmente chiamano a commentare i risultati in tv, non vogliono ammettere: queste elezioni segnano la sconfitta pesante degli apparati partitici tradizionali e soprattutto delle solite vecchie facce. Gli elettori non hanno premiato Grillo perché contrario all’austerity (altrimenti sarebbe andato bene anche Ingroia, che al contrario, è andato davvero male), gli elettori hanno premiato Grillo per mandare a casa i cacicchi dei piccoli partiti, che avevano infestato, coi loro continui ricatti e rendite di posizione, la “seconda repubblica” come Diliberto, Di Pietro, Ferrero ecc. Gilioli aveva denunciato la cosa chiamandola “Ingroiellum” e questa ha evidentemente condannato Rivoluzione Civile. Il tracollo di Fini e Casini avviene per le stesse ragioni, così come il dimezzamento della Lega e del PDL.

L’arretramento pesante del PD non fa eccezione. Dopo la vittoria di Bersani alle primarie rivedere la Bindi e D’Alema in tv è stata una mazzata in fronte per milioni di elettori che oramai sono esasperati dal vedere le stesse facce. Quello che nutrono in molti casi è vero e proprio odio. Un odio ed un disprezzo feroci, incommensurabili. Prova ne sia per esempio che qualsiasi ipotesi di accordo, anche il più immorale, venga attribuito a D’Alema, tanto per fare un nome a caso, viene subito ritenuto da tutti credibile, e giù insulti da tutte le parti. Quelli che più lo odiano sono proprio gli elettori (e ex) del PD che oramai lo considerano capace di tutto e di più. Proprio per questo Bersani ha fatto centro: ha iniziato a cambiare le facce e io aggiungerei finalmente!

Ora inizieranno i giri di consultazioni e da qui vedremo se Bersani sarà in grado di fare nascere il suo governo o meno. Se dovesse fallire il rischio di elezioni a brevissimo è molto molto alto, lo stesso Berlusconi si ritiene sicuro di questo. Se il governo dovesse in qualche modo ottenere la fiducia dovrebbe poi davvero agire in fretta, combattere la mafia degli sprechi, e fare quel paio di atti immediati come il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e lo sblocco dei 9 miliardi congelati dal patto di stabilità interno. Misure fondamentali e immediate per non aggravare in maniera definitiva e drammatica la situazione economica italiana. Viene da chiedersi come non ci abbiano pensato prima ma tant’è.

Pensare di cambiare la legge elettorale lo ritengo invece velleitario e sinceramente penso che sia solo un tentativo di prendere tempo, anche perché con una distribuzione del voto come quella attuale nessuna legge garantisce la governabilità, ma se si tornasse al voto fra qualche mese dopo aver fatto ripartire l’Italia e con facce davvero nuove (soprattutto in cabina di regia) allora sì che potrebbero giocarsi le loro carte. Staremo a vedere nei prossimi giorni, di sicuro il primo punto è andato a Bersani ma il match è ancora lungo.

P.S. una buona notizia a proposito delle cose urgenti di cui si parlava prima: pare che i debiti alle imprese stiano per essere pagati

L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
Tutti gli articoli di Gianluca Borrelli →