Grillo irride il Pd: “Tu scappi, noi facciamo”

Pubblicato il 22 Gennaio 2014 alle 18:54 Autore: Gabriele Maestri
Grillo tu scappi, noi facciamo

Grillo irride il Pd: “Tu scappi, noi facciamo”

Il Pd come partito “del fare”? Nemmeno per idea, almeno a sentire Beppe Grillo, che mette alla berlina l’attuale condizione del partito (dopo le dimissioni dai loro incarichi, in rapida successione, di Stefano Fassina e di Gianni Cuperlo sotto i colpi verbali di Matteo Renzi) con un post impagabile dal titolo “Tu scappi, noi facciamo”.

“Il M5S – proclama Grillo sul suo blog – ha il difetto della coerenza, gravissimo in un Paese in cui la madre dei quaqquaraquà e dei bulli di provincia è sempre incinta”. In particolare, i parlamentari stellati hanno mantenuto le loro promesse sulla rinuncia ai rimborsi elettorali (42 milioni di euro), sulla riduzione dello stipendio (“per più della metà e hanno versato ad oggi due milioni e mezzo di euro in un fondo per l’aiuto alle piccole e medie imprese”), sull’acquisto dei caccia F35 (votando contro, a differenza di altri partiti, Pd compreso), così come le avrebbe mantenute sul superamento del Porcellum e sulla sfiducia alla Cancellieri.

Beppe Grillo tu scappi, noi facciamo

Noi facciamo i fatti, manteniamo le promesse” continua Grillo. E gli altri? “Fanno solo pugnette – dice convinto il leader M5S – in particolare i segretari del PDexmenoelle che cambiano ad ogni stagione, ma in realtà non cambiano mai. Il loro Primo Amore di Arcore non lo possono scordare, da lui hanno preso esempio fino a clonarlo in casa”.

In particolare sarebbe il Pd a non rispettare i referendum, a disattendere il programma elettorale, a non considerare le proposte di legge di iniziativa popolare e – il riferimento non poteva mancare – a impallinare Rodotà e Prodi grazie allo scrutinio segreto. “Se i parlamentari del PDexmenoelle avessero votato alla luce del sole, ammesso che ne avessero avuto il coraggio – sentenzia Grillo – sarebbero stati cacciati a calci nel culo dal Parlamento dai loro elettori. Fatti, non pugnette”. L’ultima parte dell’estratto è una citazione di Palmiro Cangini, indimenticato assessore di Roncofritto ideato e impersonato dal romagnolo Paolo Cevoli, ma sembra che Grillo la faccia pienamente sua.

L’attore genovese né è certo: “coloro che ci accusano di scappare sarebbero cancellati dalla memoria nel giro di una settimana”. Questo se non ci fosse la tv con tutti i media che dipingono quelle persone come statisti. E mentre i riflettori dipingono, “in Parlamento lavora, si informa, propone leggi per migliorare l’Italia”. Anche se quelle proposte, lamenta Grillo, spesso vengono bocciate o sospese. “Decine di proposte di legge, centinaia di emendamenti e mozioni e di denunce come è avvenuto per le pensioni d’oro e per la legge Salva Roma. Tu parli, noi abbiamo fatto e faremo.

 

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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