Renzi ai grillini: “Squadristi da codice penale”

Pubblicato il 31 Gennaio 2014 alle 18:25 Autore: Daniele Errera
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Renzi ai grillini: “Squadristi da codice penale”

E’ il primo vero attacco frontale che Matteo Renzi, in veste di segretario Pd, scaglia contro un’altra formazione politica. L’obiettivo da colpire è l’unico gruppo politico di una certa grandezza, in termini numerici, che non ha sentito la necessità di dialogare col sindaco di Firenze. Si parla del Movimento 5 Stelle.

Nel giorno dopo in cui il M5S, capitanato da Beppe Grillo, ha dato via all’assalto a due delle tre cariche più importanti della Repubblica, ovvero il Capo dello Stato (per il quale è stato chiesto l’impeachment, lo stato di accusa) ed il Presidente della Camera (alla quale è stato chiesto di lasciare la carica perché “inadeguata”), il segretario dem ha dichiarato seccamente come “non servono giri di parole per dire quel che il Movimento Cinque Stelle sta mettendo in scena alla Camera: roba da squadristi, al limite del codice penale. E quanto all’atto d’accusa contro Napolitano, spero che nessuno si lasci ingannare: non c’entrano niente la voglia di cambiamento, la Costituzione e quelle balle lì.  Siamo di fronte ad una strategia lucida ma disperata: tutta studiata a tavolino”.

Lo scontro Renzi-Grillo è centro dell’intervista telefonica a La Stampa. Il sindaco fiorentino rivendica il gioco di pressing sui punti del M5S: “la verità è che gli stiamo tagliando l’erba sotto i piedi – dice Renzi – smontando uno a uno tutti i suoi soliti e triti argomenti. La riforma della legge elettorale, l’abolizione del Senato come Camera elettiva, la cancellazione delle Province, il taglio al finanziamento dei partiti e la revisione del Titolo V. Dalla politica arrivano finalmente risposte, Beppe Grillo non sa come reagire e perde la testa”.

Dà quindi la sua interpretazione agli attacchi ai vertici dello Stato: “è per questo che cerca la rissa, la butta in caciara e arriva addirittura a proporre l’impeachment di Napolitano, al quale siamo stati noi a chiedere di restare. Ma vedrete che quest’ultima mossa gli si ritorcerà contro e gli creerà problemi perfino nei suoi gruppi parlamentari”. Difende il Capo dello Stato: “una cosa senza senso, l’attacco al presidente. Una vigliaccata. Quando ha ceduto alle richieste di ricandidatura, la scommessa del Capo dello Stato era proprio sulle riforme: è per questo che ha accettato di restare”.

Renzi passa quindi alla novità che la sua elezione al Nazareno ha determinato: “parliamo delle stesse riforme che Grillo invoca a gran voce e che ora vuole fermare. Capisco bene che i primi mesi di questa legislatura siano stati comodi per lui, con la politica bloccata e incapace di dare risposte: ha potuto approfittarne. Ma credo che ora abbia capito che la musica è totalmente cambiata e che andare avanti con la propaganda non può pagare”. Ed incentra il suo discorso sulla legge elettorale, frutto dell’accordo con Berlusconi: “siamo a un passo da una legge che non è la migliore possibile, che abbiamo provato e proveremo a migliorare ma che comunque assicura quel che il Paese chiedeva: governabilità e difesa del bipolarismo. E non è questione solo di legge elettorale: la politica comincia a dare risposte anche sulle altre riforme e se continua così, se ce la facciamo, per Grillo si fa notte”.

Chiude, infine, su Napolitano. Lo difende, lo spalleggia in questa nuova, difficile, situazione: il Capo dello Stato “va difeso anche per questo: per il fatto che la difesa della sua persona e del suo ruolo, oggi coincide con la difesa delle istituzioni. Impedire a deputati di accedere alle commissioni per votare e lavorare è squadrismo; insultare con volgarità inaccettabili le nostre deputate è una vergogna, e c’è da ricorrere al codice penale. I Cinque Stelle hanno capito che la musica è cambiata e reagiscono così. Del resto, non c’è chi non veda la differenza con un anno fa”. Per Renzi un momento diverso, quindi, quello dell’attuale sistema politico nostrano. Una circostanza modificata e che permette di giocare in anticipo sulle idee dei grillini, trasportando verso i democratici quell’elettorato che si è stufato delle urla e che adesso desidera il cambiamento. ‘Cambia verso’, infatti, è stato lo slogan di Renzi durante le primarie stravinte lo scorso dicembre.

Daniele Errera




L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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