L’Assemblea nazionale del PD, vista e vissuta da una delegata “qualunque”

Pubblicato il 24 Gennaio 2012 alle 09:30 Autore: Teresa Cardona
l'assemblea nazionale

Il segretario ha dato pubblicamente la sua parola al proposito: le primarie si faranno. E questo basta (e deve bastare). L’impegno ribadito da tanti interventi, in primis il segretario Bersani, è che il PD si spenda prioritariamente per approvare in parlamento una nuova legge elettorale che cancelli il “porcellum” (a non pochi delegati sfugge il motivo per cui non si possano portare avanti entrambe le cose – riforma della legge e regolamento per le primarie, che non appaiono in contraddizione – ma così è).

L’assemblea si scioglie. La presidente Bindi ricorda che nel 2012 si terranno altre due assemblee (quella appena conclusa faceva ancora parte del “pacchetto” 2011), con l’impegno di trovare una location meno disagevole (e chissà, magari anche più “visibile” alla città che comprensibilmente ignora la presenza di noi delegati nel “non luogo” della fiera).

Io rientro a Milano sullo stesso treno del Ministro Passera (lui in prima classe, ma è pur sempre un ministro; io, da delegata “qualunque”, rigorosamente in seconda).

Nel viaggio di ritorno provo a organizzare qualche mia personale considerazione sulla due giorni appena vissuta.

Vorrei chiedere al segretario Bersani e a tutto il gruppo dirigente nazionale del partito, di valutare attentamente il senso di questo tipo di assemblee. Perché non siano occasioni sprecate (con conseguente perdita di tempo e di denaro).

E provare a rivedere un po’ lo schema.

Riconoscere all’assemblea il ruolo decisionale che le spetta (e che talvolta ha avuto), sicuramente darebbe più forza alle scelte e alle proposte del partito (come ad esempio quelle in tema di lavoro, illustrate nel suo intervento dal responsabile economia e lavoro del PD Stefano Fassina): se discusse e votate dall’assemblea, più difficilmente potranno essere rimesse in discussione, reinterpretate, sottovalutate ecc…

Perché è un impegno preso da tutto il partito, attraverso il suo organismo rappresentativo (l’assemblea).

Non è una questione da poco.

I delegati che ora fanno fatica a partecipare, sicuramente si sentirebbero molto più motivati. E potrebbero trasmettere le decisioni prese con maggiore efficacia (e autorevolezza).

Come ci ha giustamente ricordato il segretario Bersani il periodo che abbiamo davanti sarà difficile e impegnativo.

E sarà cruciale per “mettere in sicurezza” il PD dall’ondata dell’antipolitica e del populismo, ri-creando/consolidando un rapporto di fiducia vera con i cittadini, attraverso la qualità delle proposte e l’attenzione reale che si saprà dare alle persone e ai problemi.

Compito per nulla facile. Ma che auspichiamo sia all’altezza del Partito Democratico e di tutto il suo gruppo dirigente.

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L'autore: Teresa Cardona

Teresa Cardona, laureata in architettura, art director e graphic designer, da alcuni anni si occupa di progetti di comunicazione strategica e di comunicazione politica. Fino al settembre 2011 è stata responsabile della comunicazione del Partito Democratico metropolitano milanese. Il suo sito personale è www.teresacardona.it
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