Il nuovo partito di Stefano Parisi si chiamerà “Energie per l’Italia”

Pubblicato il 19 Novembre 2016 alle 11:29 Autore: Giacomo Salvini
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Adesso anche Stefano Parisi inizia a fare sul serio. Il nuovo movimento da lui guidato e fondato si chiama “Energie per l’Italia”. L’ex candidato Sindaco di Milano ha lanciato il suo nuovo progetto ieri durante una conferenza stampa nel capoluogo lombardo e continuerà a girare l’Italia nelle prossime settimane con il suo tour MegaWatt. L’ex manager di Fastweb non deve aver preso bene l’uscita pubblica di Silvio Berlusconi di qualche giorno fa secondo cui “visto il contrasto con Salvini” Parisi “non potrà avere un ruolo all’interno del centrodestra” e così ha deciso di smarcarsi definitivamente dal suo padrino politico per dar vita ad un nuovo partito. In realtà, Parisi ha sempre dichiarato di non avere nulla a che fare con Forza Italia ma la sua vicinanza alla fazione moderata interna al centrodestra era cosa nota da tempo. Ora, la fondazione di un nuovo partito potrebbe portare Parisi a una rottura definitiva con i vertici di FI che non hanno mai avuto parole vellutate per l’ex city manager di Gabriele Albertini.

Parisi comunque ha chiarito subito che “Energie per l’Italia” sarà un partito alternativo “a Renzi e alla sinistra” ma guai ad usare l’aggettivo “moderato” per definire il nuovo movimento. “Non lo sopporto questo termine – ha detto in conferenza stampa –. Non siamo moderati ma radicali, perché ci proponiamo di cambiare radicalmente questo Paese”. “C’è un grande popolo liberale e popolare che ha perso la fiducia nel centrodestra – ha continuato l’ex manager –. Serve un rinnovamento delle idee e delle persone”.

Parisi: non è l’ennesimo partitino

Molti vedono nel nuovo partito di Parisi un remake delle esperienze di Alfano, Passera, Fitto e Verdini, rei di essersi staccati dall’abbraccio unitario di Berlusconi per mettersi in proprio con risultati disastrosi. Ma Parisi non ci sta: “Non è l’ennesimo partitino, non è una sommatoria delle diaspore”. Eppure, oggi i sondaggi dicono chiaramente che solo un centrodestra unito potrebbe aspirare al ballottaggio previsto dall’Italicum, mentre un’eccessiva frammentazione non farebbe altro che portare ad una sfida Pd-Movimento 5 Stelle come hanno dimostrato le elezioni comunali a Roma. Ai due candidati della destra romana – Giorgia Meloni e Alfio Marchini – fino ad oggi era sempre stata contrapposta la candidatura unitaria di Stefano Parisi a Milano, sostenuto da tutte le anime del centrodestra, da Ncd alla Lega di Matteo Salvini. Oggi quell’esperienza sembra essere naufragata del tutto.

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La reazione stizzita nel centrodestra

Dopo l’annuncio di ieri di Parisi, le reazioni nel centrodestra non sono certo mancate. Michaela Biancofiore ha definito l’ex Direttore generale di Confindustria “Alfano due la vendetta. Non si sentiva proprio il bisogno di un ennesimo partito”. Parole al vetriolo sono arrivate anche dal segretario della Lega, Matteo Salvini, che dal Comitato per il “No” al referendum di Mosca ha detto: “Il progetto di Parisi non esiste, non commento le cose che non esistono. C’è gente che si proclama capopopolo senza avere il popolo dietro”. Parisi è avvertito.

@salvini_giacomo

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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